La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una patologia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni superiori ed inferiori, causando progressiva debolezza ed atrofia dei muscoli volontari. Il decesso solitamente sopraggiunge approssimativamente entro tre anni per insufficienza respiratoria (van Es, Hardiman, Chiò, Al-Chalabi, Pasterkamp, Veldink et al, 2017). A differenza dell'originaria descrizione della SLA come puro disturbo motorio, ora si riconosce come i pazienti affetti da SLA possano mostrare diversi gradi di compromissione cognitiva, fino a configurare una franca demenza frontotemporale. La possibile compresenza di una malattia del motoneurone e di una demenza frontotemporale è stata dimostrata dal punto di vista clinico (Phukan, Elamin, Bede, Jordan, Gallagher, Byrne et al, 2011; Montuschi, Iazzolino, Calvo, Moglia, Lopiano, Restagno et al, 2015) genetico (Hardy & Rogaeva, 2014) e neuropatologico (Neumann, Sampathu, Kwong, Truax, Micsenyi, Chou et al, 2006). Tali osservazioni hanno portato alla formulazione dell'ipotesi di un continuum SLA-DFT (Ling, Polymenidou & Cleveland, 2013), suggerendo come la SLA e la DFT siano gli estremi di uno spettro che comprende un'ampia gamma di quadri clinici caratterizzati dalla compresenza di segni di compromissione dei motoneuroni e deficit cognitivi frontotemporali. I criteri internazionali per la diagnosi dei deficit frontotemporali nella SLA sono stati pubblicati nel 2009 (Strong, Grace, Freedman, Lomen-Hoerth, Woolley, Goldstein et al, 2009) e successivamente aggiornati nel 2017 (Strong, Abrahams, Goldstein, Woolley, McLaughlin, Snowden et al, 2017). Alcuni studi di popolazione (Phukan, Elamin, Bede, Jordan, Gallagher, Byrne et al, 2011; Montuschi, Iazzolino, Calvo, Moglia, Lopiano, Restagno et al, 2015) hanno riportato che approssimativamente il 15% dei pazienti affetti da SLA manifesta una conclamata demenza frontotemporale (DFT), mentre circa il 35% mostra deficit cognitivi e/o comportamentali più lievi. Dal momento che la PET con 18F-2-fluoro-2-deossi-D-glucosio (18F-FDG-PET) costituisce un marker di neurodegenerazione in vivo (Jack, Vemuri, Wiste, Weigand, Lesnick, Lowe et al, 2012), in uno studio precedente è stata impiegata per valutare i correlati metabolici della compromissione cognitiva nella SLA, dimostrando, in un'ampia coorte, come un continuum di compromissione metabolica del lobo frontale rifletta il continuum clinico e neuropatologico che si estende dalla SLA pura sino alla SLA-DFT, passando attraverso la SLA con deficit cognitivi intermedi (Canosa, Pagani, Cistaro, Montuschi, Iazzolino, Fania et al, 2016). Lo scopo di questo studio è di valutare i correlati metabolici, mediante 18F-FDG-PET, associati ai diversi livelli di compromissione cognitiva definiti dai criteri diagnostici aggiornati (Strong, Abrahams, Goldstein, Woolley, McLaughlin, Snowden et al, 2017).

Cambiamenti metabolici dei diversi livelli di compromissione cognitiva nella SLA: uno studio con 18F-FDG-PET

VASILOTTA, MARIA LUISA
2018/2019

Abstract

La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una patologia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni superiori ed inferiori, causando progressiva debolezza ed atrofia dei muscoli volontari. Il decesso solitamente sopraggiunge approssimativamente entro tre anni per insufficienza respiratoria (van Es, Hardiman, Chiò, Al-Chalabi, Pasterkamp, Veldink et al, 2017). A differenza dell'originaria descrizione della SLA come puro disturbo motorio, ora si riconosce come i pazienti affetti da SLA possano mostrare diversi gradi di compromissione cognitiva, fino a configurare una franca demenza frontotemporale. La possibile compresenza di una malattia del motoneurone e di una demenza frontotemporale è stata dimostrata dal punto di vista clinico (Phukan, Elamin, Bede, Jordan, Gallagher, Byrne et al, 2011; Montuschi, Iazzolino, Calvo, Moglia, Lopiano, Restagno et al, 2015) genetico (Hardy & Rogaeva, 2014) e neuropatologico (Neumann, Sampathu, Kwong, Truax, Micsenyi, Chou et al, 2006). Tali osservazioni hanno portato alla formulazione dell'ipotesi di un continuum SLA-DFT (Ling, Polymenidou & Cleveland, 2013), suggerendo come la SLA e la DFT siano gli estremi di uno spettro che comprende un'ampia gamma di quadri clinici caratterizzati dalla compresenza di segni di compromissione dei motoneuroni e deficit cognitivi frontotemporali. I criteri internazionali per la diagnosi dei deficit frontotemporali nella SLA sono stati pubblicati nel 2009 (Strong, Grace, Freedman, Lomen-Hoerth, Woolley, Goldstein et al, 2009) e successivamente aggiornati nel 2017 (Strong, Abrahams, Goldstein, Woolley, McLaughlin, Snowden et al, 2017). Alcuni studi di popolazione (Phukan, Elamin, Bede, Jordan, Gallagher, Byrne et al, 2011; Montuschi, Iazzolino, Calvo, Moglia, Lopiano, Restagno et al, 2015) hanno riportato che approssimativamente il 15% dei pazienti affetti da SLA manifesta una conclamata demenza frontotemporale (DFT), mentre circa il 35% mostra deficit cognitivi e/o comportamentali più lievi. Dal momento che la PET con 18F-2-fluoro-2-deossi-D-glucosio (18F-FDG-PET) costituisce un marker di neurodegenerazione in vivo (Jack, Vemuri, Wiste, Weigand, Lesnick, Lowe et al, 2012), in uno studio precedente è stata impiegata per valutare i correlati metabolici della compromissione cognitiva nella SLA, dimostrando, in un'ampia coorte, come un continuum di compromissione metabolica del lobo frontale rifletta il continuum clinico e neuropatologico che si estende dalla SLA pura sino alla SLA-DFT, passando attraverso la SLA con deficit cognitivi intermedi (Canosa, Pagani, Cistaro, Montuschi, Iazzolino, Fania et al, 2016). Lo scopo di questo studio è di valutare i correlati metabolici, mediante 18F-FDG-PET, associati ai diversi livelli di compromissione cognitiva definiti dai criteri diagnostici aggiornati (Strong, Abrahams, Goldstein, Woolley, McLaughlin, Snowden et al, 2017).
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