La presente trattazione rispecchia il tema cardine dell'analisi macroeconomica di lunghissimo periodo: la crescita economica e le sue determinanti. L'obiettivo della tesi è quello di capire ,attraverso il susseguirsi di modelli e teorie della crescita, il motivo per il quale le economie occidentali riescono a raggiungere un livello di reddito pro capite cinquanta volte più grande di quello presente nelle economie più arretrate.I classici, infatti, furono i primi a indagare sulle cosiddette ¿leggi di movimento¿ dei sistemi economici. Joseph Schumpeter, a riguardo, pone la figura dell'imprenditore al centro della sua riflessione, affermando e sostenendo che l'imprenditore cerca, mediante l'attività innovativa, di sconfiggere i concorrenti. Attraverso il modello di Harrod e Domar, invece, vengono messi in luce i legami fra crescita ed investimenti sia nel breve che nel lungo periodo con lo scopo di spiegare perché le economie crescono di più o di meno, o perché vi siano fenomeni di instabilità economica. Questi ultimi due economisti vogliono, infatti, dimostrare come le stesse forze che determinano la crescita rendano a loro volta il sistema instabile e si interrogano sulla difficoltà di autoregolazione del sistema economico. Tuttavia, il benchmark di riferimento di tutta la teoria neo-classica della crescita economica di lungo periodo resta il modello di Solow-Swan con l'annessa Total Factory productivity. Tale modello fa dipendere l'accelerazione della crescita dall'innovazione tecnica, infatti, il progresso tecnologico secondo i due economisti è l'unico fattore che può spiegare una crescita persistente del tenore di vita. Successivamente Philippe Aghion, insoddisfatto del classico modello di Solow, riprese alcune intuizioni di Joseph Schumpeter correggendo alcune conclusioni paradossali. Per spiegare le differenze nei livelli di produttività tra paesi, l'attenzione viene posta essenzialmente sull'accumulazione di capitale e sul progresso tecnologico. In realtà, l'accumulazione di capitale e il progresso tecnologico dipendono a loro volta dalla qualità delle istituzioni. La maggior parte degli economisti, infatti, crede che il problema principale dei paesi poveri sia l'insufficienza delle istituzioni. A questo riguardo Acemoglu e Robinson, hanno formulato una teoria per cercare di dare una risposta sufficientemente esaustiva alla domanda « perché le nazioni falliscono ? ». La risposta, secondo loro, risiede nel tipo di istituzioni politiche ed economiche che una società si da.

LE DETERMINANTI DELLA CRESCITA ECONOMICA: DIBATTITO TEORICO E ASPETTI ISTITUZIONALI

MARTIGNAGO, ELISA
2018/2019

Abstract

La presente trattazione rispecchia il tema cardine dell'analisi macroeconomica di lunghissimo periodo: la crescita economica e le sue determinanti. L'obiettivo della tesi è quello di capire ,attraverso il susseguirsi di modelli e teorie della crescita, il motivo per il quale le economie occidentali riescono a raggiungere un livello di reddito pro capite cinquanta volte più grande di quello presente nelle economie più arretrate.I classici, infatti, furono i primi a indagare sulle cosiddette ¿leggi di movimento¿ dei sistemi economici. Joseph Schumpeter, a riguardo, pone la figura dell'imprenditore al centro della sua riflessione, affermando e sostenendo che l'imprenditore cerca, mediante l'attività innovativa, di sconfiggere i concorrenti. Attraverso il modello di Harrod e Domar, invece, vengono messi in luce i legami fra crescita ed investimenti sia nel breve che nel lungo periodo con lo scopo di spiegare perché le economie crescono di più o di meno, o perché vi siano fenomeni di instabilità economica. Questi ultimi due economisti vogliono, infatti, dimostrare come le stesse forze che determinano la crescita rendano a loro volta il sistema instabile e si interrogano sulla difficoltà di autoregolazione del sistema economico. Tuttavia, il benchmark di riferimento di tutta la teoria neo-classica della crescita economica di lungo periodo resta il modello di Solow-Swan con l'annessa Total Factory productivity. Tale modello fa dipendere l'accelerazione della crescita dall'innovazione tecnica, infatti, il progresso tecnologico secondo i due economisti è l'unico fattore che può spiegare una crescita persistente del tenore di vita. Successivamente Philippe Aghion, insoddisfatto del classico modello di Solow, riprese alcune intuizioni di Joseph Schumpeter correggendo alcune conclusioni paradossali. Per spiegare le differenze nei livelli di produttività tra paesi, l'attenzione viene posta essenzialmente sull'accumulazione di capitale e sul progresso tecnologico. In realtà, l'accumulazione di capitale e il progresso tecnologico dipendono a loro volta dalla qualità delle istituzioni. La maggior parte degli economisti, infatti, crede che il problema principale dei paesi poveri sia l'insufficienza delle istituzioni. A questo riguardo Acemoglu e Robinson, hanno formulato una teoria per cercare di dare una risposta sufficientemente esaustiva alla domanda « perché le nazioni falliscono ? ». La risposta, secondo loro, risiede nel tipo di istituzioni politiche ed economiche che una società si da.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/99771