Food addiction is a phenomenon that has attracted the interest of many researchers in recent years, especially due to its similarity with other forms of addiction and with other eating disorders. Generally defined as a hedonic feeding behavior, which implies the intake of highly desirable foods in quantities exceeding personal needs, the food dependency construct actually refers to a much more specific phenomenon, which distinguishes it from other eating disorders (such as the binge-eating) to which it has often been mistakenly approached. This phenomenon is in fact characterized, for example, by the desire to consume certain types of food, such as foods rich in sugars or fats, as well as by various symptoms that have enabled researchers to develop valid and reliable diagnostic tools, such as "Yale Food Addiction Scale" and its subsequent revision called "Yale Food Addiction Scale 2.0". The symptoms experienced by subjects suffering from food addiction were found to be very similar to the symptoms experienced by subjects suffering from other forms of substance dependence. This similarity led the scientific community to deepen the knowledge about this type of addiction, managing to identify the main neurobiological correlates. Of particular importance in the development and maintenance of food addiction is the activity of dopamine, a central neurotransmitter in regulating the functioning of the reward circuit. A dysregulation of these two elements, dopamine and the reward circuit, is also present in the other forms of addiction. These similarities allow not only to be able to treat food addiction as a real form of addiction to substances, but also to configure the dysfunction of the dopamine neurotransmitter, and of the reward circuit, as one of the main causes of the onset and of the maintenance of an addiction, implying clinical and theoretical implications of great importance in the treatment of these disorders.​

La dipendenza alimentare è un fenomeno che ha suscitato l'interesse di molti ricercatori negli ultimi anni, specialmente per via della sua similarità con altre forme di dipendenza e con altri disturbi alimentari. Generalmente definito come un comportamento alimentare edonico, che implica lassunzione di cibi altamente appetibili in quantità superiori al fabbisogno personale, il costrutto di dipendenza alimentare fa in realtà riferimento ad un fenomeno molto più specifico, che lo distingue da altri disturbi alimentari (come il binge-eating) ai quali è stato spesso erroneamente accostato. Questo fenomeno è di fatti caratterizzato, ad esempio, dal desiderio di voler consumare determinate tipologie di alimenti, come i cibi ricchi di zuccheri o di grassi, oltre che da diversi sintomi che hanno permesso ai ricercatori di sviluppare strumenti diagnostici validi ed attendibili, come la "Yale Food Addiction Scale" e la sua successiva revisione chiamata "Yale Food Addiction Scale 2.0". I sintomi esperiti da soggetti affetti da dipendenza alimentare sono risultati essere molto simili ai sintomi esperiti da soggetti affetti da altre forme di dipendenza da sostanze. Questa somiglianza ha portato la comunità scientifica ad approfondire la conoscenza in merito a tale tipologia di dipendenza, riuscendo ad identificarne i principali correlati neurobiologici. Di particolare rilievo nello sviluppo e nel mantenimento della dipendenza alimentare è l'attività della dopamina, un neurotrasmettitore centrale nella regolazione del funzionamento del circuito della ricompensa. Una disregolazione di questi due elementi, dopamina e circuito della ricompensa, è presente anche nelle altre forme dipendenza. Queste somiglianze permettono non soltanto di poter trattare la dipendenza alimentare come una vera e propria forma di dipendenza da sostanze, ma anche di configurare la disfunzione del neurotrasmettitore della dopamina, e del circuito della ricompensa, come una delle principali cause alla base dell'insorgenza e del mantenimento di una dipendenza, implicando risvolti clinici applicativi e teorici di grande importanza nel trattamento di questi disturbi.​

Dipendenza alimentare, circuito della ricompensa e dopamina: quando il cibo diventa una sostanza d'abuso​

DEMAESTRI, ALESSANDRO
2018/2019

Abstract

La dipendenza alimentare è un fenomeno che ha suscitato l'interesse di molti ricercatori negli ultimi anni, specialmente per via della sua similarità con altre forme di dipendenza e con altri disturbi alimentari. Generalmente definito come un comportamento alimentare edonico, che implica lassunzione di cibi altamente appetibili in quantità superiori al fabbisogno personale, il costrutto di dipendenza alimentare fa in realtà riferimento ad un fenomeno molto più specifico, che lo distingue da altri disturbi alimentari (come il binge-eating) ai quali è stato spesso erroneamente accostato. Questo fenomeno è di fatti caratterizzato, ad esempio, dal desiderio di voler consumare determinate tipologie di alimenti, come i cibi ricchi di zuccheri o di grassi, oltre che da diversi sintomi che hanno permesso ai ricercatori di sviluppare strumenti diagnostici validi ed attendibili, come la "Yale Food Addiction Scale" e la sua successiva revisione chiamata "Yale Food Addiction Scale 2.0". I sintomi esperiti da soggetti affetti da dipendenza alimentare sono risultati essere molto simili ai sintomi esperiti da soggetti affetti da altre forme di dipendenza da sostanze. Questa somiglianza ha portato la comunità scientifica ad approfondire la conoscenza in merito a tale tipologia di dipendenza, riuscendo ad identificarne i principali correlati neurobiologici. Di particolare rilievo nello sviluppo e nel mantenimento della dipendenza alimentare è l'attività della dopamina, un neurotrasmettitore centrale nella regolazione del funzionamento del circuito della ricompensa. Una disregolazione di questi due elementi, dopamina e circuito della ricompensa, è presente anche nelle altre forme dipendenza. Queste somiglianze permettono non soltanto di poter trattare la dipendenza alimentare come una vera e propria forma di dipendenza da sostanze, ma anche di configurare la disfunzione del neurotrasmettitore della dopamina, e del circuito della ricompensa, come una delle principali cause alla base dell'insorgenza e del mantenimento di una dipendenza, implicando risvolti clinici applicativi e teorici di grande importanza nel trattamento di questi disturbi.​
ITA
Food addiction is a phenomenon that has attracted the interest of many researchers in recent years, especially due to its similarity with other forms of addiction and with other eating disorders. Generally defined as a hedonic feeding behavior, which implies the intake of highly desirable foods in quantities exceeding personal needs, the food dependency construct actually refers to a much more specific phenomenon, which distinguishes it from other eating disorders (such as the binge-eating) to which it has often been mistakenly approached. This phenomenon is in fact characterized, for example, by the desire to consume certain types of food, such as foods rich in sugars or fats, as well as by various symptoms that have enabled researchers to develop valid and reliable diagnostic tools, such as "Yale Food Addiction Scale" and its subsequent revision called "Yale Food Addiction Scale 2.0". The symptoms experienced by subjects suffering from food addiction were found to be very similar to the symptoms experienced by subjects suffering from other forms of substance dependence. This similarity led the scientific community to deepen the knowledge about this type of addiction, managing to identify the main neurobiological correlates. Of particular importance in the development and maintenance of food addiction is the activity of dopamine, a central neurotransmitter in regulating the functioning of the reward circuit. A dysregulation of these two elements, dopamine and the reward circuit, is also present in the other forms of addiction. These similarities allow not only to be able to treat food addiction as a real form of addiction to substances, but also to configure the dysfunction of the dopamine neurotransmitter, and of the reward circuit, as one of the main causes of the onset and of the maintenance of an addiction, implying clinical and theoretical implications of great importance in the treatment of these disorders.​
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