Alessandro I e Napoleone ¿ La campagna di Russia in un confronto storiografico e letterario: una proposta di analisi

The present Dissertation focuses on the facts of the war in Russia of 1812, which features the French emperor Napoleon Bonaparte and the tsar Alexander I. As a trigger, historians have identified the imposition by Alexander of customs taxes. These in turn were an attempt on the part of the tsar to revive the economy of the country, put in particular difficulty by the continental block imposed by Napoleon against the Inghilttera. In fact, the economic controversies originate in the disagreements that have always existed between France and England, for the supremacy at European level. The war proved to be a complete defeat for the French emperor, and, despite the victory, Russia came out strongly marked. Both armies suffered huge losses both on a human and armory level, without either party getting what was planned at the beginning of the war: Napoleon relied on his ability as a leader to be able to submit Russia to his power, and Tsar, for his part, worked from the beginning to prevent the invader from going too far into his territory. The Russian army found itself in extreme inferiority with respect to the French and had no choice but to retreat to avoid being definitively defeated. The retreat turned out to be fatal for the French, as they found themselves having to leave Russian territory at the beginning of the winter season, and those who had not already been overcome by the previous battles, were killed by the cold. The French lived the countryside with the mirage of a great victory and glory, as they had been promised; on the contrary they were forced to move further and further into a foreign territory, without having any chance of confrontation, with the Russian army which continued to retreat. Napoleon himself found himself disoriented and confused in such a situation. In any case, he managed to enter Moscow, but found it completely deserted because the Russians preferred to abandon their homes, rather than surrender to French rule. The capital, built entirely of wood and under constant sacking of Napoleonic soldiers, was half destroyed by a fire that lasted for whole days. Napoleon made the decision to embark on the path to Europe only at the beginning of October, with an exhausted army.At the same time, the Russians continued to retreat, as the general of the main column of the army, realized the superiority of the French as a military and wanted to avoid a massacre. However, general public opinion did not accept such behavior, interpreting it as cowardice. However, Barclau de Tolly must recognize the success of the "scorched earth" technique, which consisted in razing the ground before the enemy invaded, and it was precisely this that ensured victory for the Tsarist empire. Russian civilians showed great patriotic sentiment and courage, and devotion to their emperor, in abandoning their homes, rather than succumbing to the enemy invader.

La presente Dissertazione si concentra sui fatti della guerra in Russia del 1812, che vede protagonisti l'imperatore francese Napoleone Bonaparte e lo zar Alessandro I. Come causa scatenante è stata identificata dagli storici l'imposizione da parte di Alessandro di tasse doganali. Queste a loro volta sono state un tentativo da parte dello zar di risollevare l'economia del paese, messa in particolare difficoltà dal blocco continentale imposto da Napoleone a danno dell'Inghilttera. Infatti, le controversie economiche trovano origine nei dissidi da sempre esistenti tra Francia e Inghilterra, per la supremazia a livello Europeo. La guerra si rivelò una completa sconfitta per l'imperatore Francese, e, nonostante la vittoria, la Russia ne uscì fortemente segnata. Entrambi gli eserciti subirono ingenti perdite sia a livello umano che a livello di armamenti, senza che nessuna delle due parti ottenesse quanto programmato all'inizio della guerra: Napoleone contava sulla sua abilità da condottiero per poter sottomettere anche la Russia al suo potere, e lo zar, dal canto suo, si adoperò fin dall'inizio per impedire all'invasore di inoltrarsi troppo nel suo territorio. L'esercito russo si trovò in estrema inferiorità rispetto a quello francese e non ebbe altra scelta se non indietreggiare per evitare di essere definitivamente sconfitto. La ritirata si rivelò fatale per i francesi, in quanto si trovarono a dover lasciare il territorio russo all'inzio della stagione invernale, e chi non era già stato sopraffatto dalle battaglie precedenti, venne ucciso dal freddo. I francesi vissero la campagna con il miraggio di una grande vittoria e gloria, com'era stato loro promesso; al contrario furono costretti ad inoltrarsi sempre più in lontananza in un territorio straniero, senza avere alcuna possibilità di scontro, con l'esercito russo che continuava ad indietreggiare. Napoleone stesso si trovò disorientato e confuso in una tale situazione. In ogni caso egli riuscì ad entrare a Mosca, ma la trovà completamente deserta in quanto i russi preferirono abbandonare le loro case, piuttosto che cedere al dominio francese. La capitale, costruita interamente in legno e sotto contiuo saccheggio dei soldati napoleonici, venne semidistrutta da un incendio che durò per giorni interi. Napoleone prese la decisione di intraprendere il cammino verso l'Europa solo agli inizi di ottobre, con un esercito stremato. Parallelamente i russi continuarono ad indietreggiare, in quanto il generale della colonna principale dell'esercito, si rese conto della superiorità mlitare e strategica dei francesi e volle così evitare un massacro. L'opinione pubblica generale, però non accettava un tale comportamento, interpretandolo come codardia. Bisogna tuttavia riconoscere a Barclau de Tolly il successo della tecnica della ¿terra bruciata¿, pratica che consistette nel radere al suolo il terreno prima che lo invadesse il nemico, e fu proprio questo che assicurò la vittoria all'impero zarista. I civili russi, dimostrarono un grande sentimeto patriottico e coraggio, e devozione al loro imperatore, nell'abbandonare ognugno le proprie case, piuttosto che soccombere all'invasore nemico.