Introduzione: Per l'operatore sanitario, l'assistenza nelle fasi terminali di malattia deve comprendere la capacità di non focalizzarsi unicamente sui trattamenti farmacologici o controllo del dolore, ma anche sull'accompagnare i familiari a una corretta elaborazione del lutto dal punto di vista fisico, psicologico, sociale e spirituale in quanto, per le persone vicine al malato, la fase terminale della malattia è un complicato processo di elaborazione che non termina con la morte, ma, piuttosto, con l'accettazione di essa e con l'acquisizione della capacità di rinnovamento della propria vita. Materiali e metodi: Fine dell'elaborato è quello di identificare le esistenti, attuali, efficaci ed efficienti strategie per favorire la collaborazione attiva della persona in fase terminale di malattia, attraverso la pianificazione condivisa delle cure. È stato elaborato il seguente PIO: P=popolazione in fase terminale di malattia; I=utilizzo di strategie verificate e consolidate per favorire/ottenere la collaborazione attiva da parte della persona in fase terminale di malattia attraverso la pianificazione condivisa delle cure; O= raggiungimento della collaborazione attiva della persona assistita e conseguente miglioramento della qualità della vita, percezione del proprio stato di salute, benessere psico-fisico. Sono state consultate banche dati biomediche e motori di ricerca come Medline, attraverso il portale PubMed, Cinahl, Cochrane Library e Google Scholar. Discussione e conclusioni: Secondo uno degli autori sono tre i modelli che principalmente si utilizzano per comunicare cattive notizie, diversi tra loro in quanto variano essenzialmente sui modelli culturali; Modello della non comunicazione: diffuso principalmente nei paesi mediterranei di cultura latina. Modello della comunicazione completa: tipico dei paesi anglosassoni, USA, Canada, Australia e nord Europa. Modello della comunicazione personalizzata; suggerito dall'autore come preferibile, in quanto, basandosi su approfondite ricerche in letteratura e sul campo, sintetizza l'esplorazione delle conoscenza e delle aspettative del malato fino alla comunicazione della verità rispettando il ritmo e la volontà del malato. Tra i principali aspetti etici presi in discussione nei diversi studi, vi è l'individuazione del chi decide l'inizio del percorso terminale. Il percorso decisionale deve rispettare criteri etici internazionalmente riconosciuti e differenziati in base alla capacità mentale del malato. Le raccomandazioni d'intervento si possono riassumere nel discutere gli obiettivi di cura con il malato e la famiglia promuovendo l'uso di canali comunicativi e di un linguaggio semplice, utilizzando termini che possano incoraggiare sentimenti di fiducia e speranza da parte di pazienti e familiari.
Compliance del paziente terminale oncologico
FLUMERI, IVAN
2018/2019
Abstract
Introduzione: Per l'operatore sanitario, l'assistenza nelle fasi terminali di malattia deve comprendere la capacità di non focalizzarsi unicamente sui trattamenti farmacologici o controllo del dolore, ma anche sull'accompagnare i familiari a una corretta elaborazione del lutto dal punto di vista fisico, psicologico, sociale e spirituale in quanto, per le persone vicine al malato, la fase terminale della malattia è un complicato processo di elaborazione che non termina con la morte, ma, piuttosto, con l'accettazione di essa e con l'acquisizione della capacità di rinnovamento della propria vita. Materiali e metodi: Fine dell'elaborato è quello di identificare le esistenti, attuali, efficaci ed efficienti strategie per favorire la collaborazione attiva della persona in fase terminale di malattia, attraverso la pianificazione condivisa delle cure. È stato elaborato il seguente PIO: P=popolazione in fase terminale di malattia; I=utilizzo di strategie verificate e consolidate per favorire/ottenere la collaborazione attiva da parte della persona in fase terminale di malattia attraverso la pianificazione condivisa delle cure; O= raggiungimento della collaborazione attiva della persona assistita e conseguente miglioramento della qualità della vita, percezione del proprio stato di salute, benessere psico-fisico. Sono state consultate banche dati biomediche e motori di ricerca come Medline, attraverso il portale PubMed, Cinahl, Cochrane Library e Google Scholar. Discussione e conclusioni: Secondo uno degli autori sono tre i modelli che principalmente si utilizzano per comunicare cattive notizie, diversi tra loro in quanto variano essenzialmente sui modelli culturali; Modello della non comunicazione: diffuso principalmente nei paesi mediterranei di cultura latina. Modello della comunicazione completa: tipico dei paesi anglosassoni, USA, Canada, Australia e nord Europa. Modello della comunicazione personalizzata; suggerito dall'autore come preferibile, in quanto, basandosi su approfondite ricerche in letteratura e sul campo, sintetizza l'esplorazione delle conoscenza e delle aspettative del malato fino alla comunicazione della verità rispettando il ritmo e la volontà del malato. Tra i principali aspetti etici presi in discussione nei diversi studi, vi è l'individuazione del chi decide l'inizio del percorso terminale. Il percorso decisionale deve rispettare criteri etici internazionalmente riconosciuti e differenziati in base alla capacità mentale del malato. Le raccomandazioni d'intervento si possono riassumere nel discutere gli obiettivi di cura con il malato e la famiglia promuovendo l'uso di canali comunicativi e di un linguaggio semplice, utilizzando termini che possano incoraggiare sentimenti di fiducia e speranza da parte di pazienti e familiari.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/99403