L'acqua rappresenta il costituente indispensabile delle cellule animali e vegetali, nonché il composto indispensabile affinché si possa generare, e mantenere, la vita nel modo in cui la conosciamo. Il rapporto acqua-vita fu infatti intuito già dalle prime civiltà le quali decisero di stanziarsi intorno ai grandi fiumi per poter avere un facile approvvigionamento. Al tempo stesso, però, ci si accorse che non tutta l'acqua poteva essere considerata ¿utile¿, ovvero potabile, così l'uomo iniziò a porre molta attenzione alla qualità delle acque da bere, ma allora i parametri utilizzati per valutare un'acqua non inquinata erano essenzialmente di natura organolettica, ovvero basati sulla capacità degli organi di senso di percepire difformità da quella che era ritenuta l'acqua ideale, che doveva essere il più possibile limpida, incolore, inodore e insapore. Nel corso dei millenni, acquisita l'idea che l'acqua poteva causare e veicolare la trasmissione di gravi malattie, gli scienziati di ogni epoca hanno generato e stabilito criteri sempre più avanzati per definire un'idoneità al consumo comune. Inoltre, l'evoluzione delle conoscenze in ambito scientifico, è stato accompagnato da un adeguamento normativo che ha imposto sempre maggiori attenzioni alla qualità delle acque, al fine di salvaguardare al meglio la salute umana. Dunque, quello che si è veramente innovato nel corso dei secoli, ed in particolare in questi ultimi decenni, è l'evoluzione del significato stesso di potabilità. Il problema di cui vorrei discutere nella mia tesi sorge qui: il nostro Paese, e in particolar modo tutti i Paesi situati in aree con grande disponibilità idrica, non risentono, o comunque non percepiscono il reale problema che si può generare da una scarsità di questo bene. Ma ricordiamo che il nostro Paese opera con le sue forze armate in zone dove il consumo annuo di acqua arriva ad essere anche il doppio rispetto alla quantità che la pioggia riesce, invece, a reintegrare, creando gravi difficoltà a procurarsi acqua potabile, e creando serie difficoltà logistiche soprattutto all'apertura di un nuovo teatro operativo. Inoltre, l'Italia, ha il diritto e il dovere di far sentire la sua costante presenza, di intervenire per portare un contributo originale di valori e di opere alla costruzione della stabilità di un Paese in difficoltà, e, dunque, occuparsi anche di garantire l'accesso ad acque pulite e sanitizzate anche alla popolazione locale, al fine di evitare il diffondersi di malattie o gravi episodi di rivolte causate dalla mancanza del bene in questione.
Valorizzazione delle risorse Idriche in teatro operativo: tecnologie di depurazione e potabilizzazione
TUCCERI CIMINI, GIANLUCA
2018/2019
Abstract
L'acqua rappresenta il costituente indispensabile delle cellule animali e vegetali, nonché il composto indispensabile affinché si possa generare, e mantenere, la vita nel modo in cui la conosciamo. Il rapporto acqua-vita fu infatti intuito già dalle prime civiltà le quali decisero di stanziarsi intorno ai grandi fiumi per poter avere un facile approvvigionamento. Al tempo stesso, però, ci si accorse che non tutta l'acqua poteva essere considerata ¿utile¿, ovvero potabile, così l'uomo iniziò a porre molta attenzione alla qualità delle acque da bere, ma allora i parametri utilizzati per valutare un'acqua non inquinata erano essenzialmente di natura organolettica, ovvero basati sulla capacità degli organi di senso di percepire difformità da quella che era ritenuta l'acqua ideale, che doveva essere il più possibile limpida, incolore, inodore e insapore. Nel corso dei millenni, acquisita l'idea che l'acqua poteva causare e veicolare la trasmissione di gravi malattie, gli scienziati di ogni epoca hanno generato e stabilito criteri sempre più avanzati per definire un'idoneità al consumo comune. Inoltre, l'evoluzione delle conoscenze in ambito scientifico, è stato accompagnato da un adeguamento normativo che ha imposto sempre maggiori attenzioni alla qualità delle acque, al fine di salvaguardare al meglio la salute umana. Dunque, quello che si è veramente innovato nel corso dei secoli, ed in particolare in questi ultimi decenni, è l'evoluzione del significato stesso di potabilità. Il problema di cui vorrei discutere nella mia tesi sorge qui: il nostro Paese, e in particolar modo tutti i Paesi situati in aree con grande disponibilità idrica, non risentono, o comunque non percepiscono il reale problema che si può generare da una scarsità di questo bene. Ma ricordiamo che il nostro Paese opera con le sue forze armate in zone dove il consumo annuo di acqua arriva ad essere anche il doppio rispetto alla quantità che la pioggia riesce, invece, a reintegrare, creando gravi difficoltà a procurarsi acqua potabile, e creando serie difficoltà logistiche soprattutto all'apertura di un nuovo teatro operativo. Inoltre, l'Italia, ha il diritto e il dovere di far sentire la sua costante presenza, di intervenire per portare un contributo originale di valori e di opere alla costruzione della stabilità di un Paese in difficoltà, e, dunque, occuparsi anche di garantire l'accesso ad acque pulite e sanitizzate anche alla popolazione locale, al fine di evitare il diffondersi di malattie o gravi episodi di rivolte causate dalla mancanza del bene in questione.File | Dimensione | Formato | |
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