Nel suo testo dal titolo ¿Tecnologie Radicali, il progetto della vita quotidiana¿, Adam Greenfield, eminente accademico e studioso di nuove tecnologie, descrive, all'interno dell'introduzione, una scena di vita quotidiana in una Parigi in un futuro non troppo lontano. L'autore presenta una realtà non molto distante da quella che viviamo attualmente, e la presenta attraverso esempi concreti di utilizzo di tecnologie innovative radicali ed è ciò di cui parlerò nell'elaborato: innovazione. L'innovazione, ormai, è onnipresente, se ne sente parlare ai telegiornali, alle conferenze, alle letture in Università, sui social networks, l'innovazione è ovunque. La domanda che sorge spontanea è, però, se sia davvero così semplice parlare di innovazione e se il concetto in sé sia così facilmente comprensibile. A partire da Schumpeter fino ad arrivare a Baumol (per citare un autore tra i più citati recentemente), tutti gli studiosi di innovation and technology management hanno ribadito che la natura delle innovazioni possa variare sensibilmente secondo parametri di novità nei contenuti tecnologici e in termini di impatto sul mercato. L'innovazione, per eccellenza, studiata sin dagli albori delle scienze sociali, è quella incrementale. Le innovazioni incrementali comportano un miglioramento di un processo, di un prodotto o servizio rispetto ad uno specifico design dominante, architettura di prodotto, processo produttivo o domanda esistenti. In contrapposizione all'innovazione incrementale, che si basa quindi su tecnologie e processi già esistenti, troviamo quella radicale (Ettlie, Bridges e O'Keefe 1984). Le innovazioni possono avere diversi gradi di radicalness, misurabili attraverso la creazione di nuova conoscenza, che produce discontinuità (Tushman e Anderson 1986), divergenza dalle traiettorie tecnologiche esistenti (Dosi 1982) e dalle pratiche correnti (McDermott e Connor 2002) consentendo lo sviluppo di nuove applicazioni, non fa differenza che siano prodotti o servizi, basati su nuove tecnologie. La definizione più famosa, probabilmente, di innovazione radicale è quella degli studiosi Chandy e Tellis e riesce a incorporare in sé entrambe le dimensioni di impatto sul mercato di novità tecnologica: ¿un nuovo prodotto che incorpora un nucleo tecnologico considerevolmente diverso e fornisce più alti benefici ai clienti in relazione ai prodotti precedenti esistenti nel settore¿.
Tecnologie radicali. Le conseguenze sociali dell'innovazione tecnologica.
MALTEMPO, SARA
2017/2018
Abstract
Nel suo testo dal titolo ¿Tecnologie Radicali, il progetto della vita quotidiana¿, Adam Greenfield, eminente accademico e studioso di nuove tecnologie, descrive, all'interno dell'introduzione, una scena di vita quotidiana in una Parigi in un futuro non troppo lontano. L'autore presenta una realtà non molto distante da quella che viviamo attualmente, e la presenta attraverso esempi concreti di utilizzo di tecnologie innovative radicali ed è ciò di cui parlerò nell'elaborato: innovazione. L'innovazione, ormai, è onnipresente, se ne sente parlare ai telegiornali, alle conferenze, alle letture in Università, sui social networks, l'innovazione è ovunque. La domanda che sorge spontanea è, però, se sia davvero così semplice parlare di innovazione e se il concetto in sé sia così facilmente comprensibile. A partire da Schumpeter fino ad arrivare a Baumol (per citare un autore tra i più citati recentemente), tutti gli studiosi di innovation and technology management hanno ribadito che la natura delle innovazioni possa variare sensibilmente secondo parametri di novità nei contenuti tecnologici e in termini di impatto sul mercato. L'innovazione, per eccellenza, studiata sin dagli albori delle scienze sociali, è quella incrementale. Le innovazioni incrementali comportano un miglioramento di un processo, di un prodotto o servizio rispetto ad uno specifico design dominante, architettura di prodotto, processo produttivo o domanda esistenti. In contrapposizione all'innovazione incrementale, che si basa quindi su tecnologie e processi già esistenti, troviamo quella radicale (Ettlie, Bridges e O'Keefe 1984). Le innovazioni possono avere diversi gradi di radicalness, misurabili attraverso la creazione di nuova conoscenza, che produce discontinuità (Tushman e Anderson 1986), divergenza dalle traiettorie tecnologiche esistenti (Dosi 1982) e dalle pratiche correnti (McDermott e Connor 2002) consentendo lo sviluppo di nuove applicazioni, non fa differenza che siano prodotti o servizi, basati su nuove tecnologie. La definizione più famosa, probabilmente, di innovazione radicale è quella degli studiosi Chandy e Tellis e riesce a incorporare in sé entrambe le dimensioni di impatto sul mercato di novità tecnologica: ¿un nuovo prodotto che incorpora un nucleo tecnologico considerevolmente diverso e fornisce più alti benefici ai clienti in relazione ai prodotti precedenti esistenti nel settore¿.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/99007