Nel 1951 Martin Heidegger pronuncia un discorso dal titolo Costruire abitare pensare (Bauen wohnen denken) in occasione della conferenza sul tema ¿Uomo e Spazio¿ organizzata a Darmstadt che è destinata a lasciare il segno nella teoria e nella storia dell'architettura e del pensiero sullo spazio. In questa conferenza il filosofo tedesco propone agli architetti «un'equazione tanto semplice quanto dirompente», egli afferma infatti che costruire, abitare e pensare sono la medesima cosa e che non si può considerare l'uno senza necessariamente portare in campo l'altro. Qualsiasi costruzione è manifestazione del modo in cui l'uomo modifica lo spazio per abitarvi. L'abitare è sempre il fine del costruire. Inserito all'interno del contesto l'intervento di Heidegger sembra voler sottolineare agli architetti suoi contemporanei una contrapposizione rispetto alla forma mentis maggioritaria, quasi a chiedere una inversione di tendenza e a sottolineare la necessità di un ripensamento complessivo. Il senso del presente scritto vuole essere quello di analizzare innanzitutto il motivo che ha portato il filosofo tedesco a sentire necessaria questa richiesta di ripensamento. A partire dalla storia della architettura moderna, declinata in modo particolare dal Movimento Moderno, si vuole mostrare come per tutta la prima metà del XX secolo l'attenzione delle teorie estetico-architettoniche era stata posta sulla dimensione positiva della costruzione delineando in modo definitivo la frattura tra il gesto architettonico e l'evento abitativo. In secondo luogo si vuole provare a dimostrare che i sogni utopici degli architetti modernisti, che idealizzavano l'individuo rendendolo elemento di un meccanismo abitativo che rispondeva alle sole leggi della necessità, possono trovare una soluzione mediana attraverso l'intervento di Ricoeur in una forma che riconosce una discreta libertà all'atto costruttivo, ma mantenendo saldo il radicamento all'abitare la terra attraverso la risposta ragionata alle esigenze avanzate dalle nuove generazioni.
Costruire, abitare, rifigurare. La proposta di Ricoeur nel dibattito novecentesco sul senso dell'abitare.
MONTI, GIANLUIGI
2018/2019
Abstract
Nel 1951 Martin Heidegger pronuncia un discorso dal titolo Costruire abitare pensare (Bauen wohnen denken) in occasione della conferenza sul tema ¿Uomo e Spazio¿ organizzata a Darmstadt che è destinata a lasciare il segno nella teoria e nella storia dell'architettura e del pensiero sullo spazio. In questa conferenza il filosofo tedesco propone agli architetti «un'equazione tanto semplice quanto dirompente», egli afferma infatti che costruire, abitare e pensare sono la medesima cosa e che non si può considerare l'uno senza necessariamente portare in campo l'altro. Qualsiasi costruzione è manifestazione del modo in cui l'uomo modifica lo spazio per abitarvi. L'abitare è sempre il fine del costruire. Inserito all'interno del contesto l'intervento di Heidegger sembra voler sottolineare agli architetti suoi contemporanei una contrapposizione rispetto alla forma mentis maggioritaria, quasi a chiedere una inversione di tendenza e a sottolineare la necessità di un ripensamento complessivo. Il senso del presente scritto vuole essere quello di analizzare innanzitutto il motivo che ha portato il filosofo tedesco a sentire necessaria questa richiesta di ripensamento. A partire dalla storia della architettura moderna, declinata in modo particolare dal Movimento Moderno, si vuole mostrare come per tutta la prima metà del XX secolo l'attenzione delle teorie estetico-architettoniche era stata posta sulla dimensione positiva della costruzione delineando in modo definitivo la frattura tra il gesto architettonico e l'evento abitativo. In secondo luogo si vuole provare a dimostrare che i sogni utopici degli architetti modernisti, che idealizzavano l'individuo rendendolo elemento di un meccanismo abitativo che rispondeva alle sole leggi della necessità, possono trovare una soluzione mediana attraverso l'intervento di Ricoeur in una forma che riconosce una discreta libertà all'atto costruttivo, ma mantenendo saldo il radicamento all'abitare la terra attraverso la risposta ragionata alle esigenze avanzate dalle nuove generazioni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/98938