FAMILY MASS MURDER: A CLUSTER OF CASES IN ITALY INTRODUCTION Since ancient times, the killing of one or more members of the same family has considered a highly dramatic event, deeply affecting the fundamental nuclei of human society of any ethnic and cultural origin. The reasons are complex, and often difficult to analyze, not only for conflicting definitions between the various sources. The 'family mass murder', intended as the annihilation of a large part of the family nucleus, is the type of mass murder most frequently observed in Italy. In this study, we considered all events with the killing of one spouse and one or more children, with or without suicide of the murderer, and, more generally, with the killing of at least two family members of two different generations. AIM OF THE STUDY Family mass murders have received little attention from the scientific literature, probably due to the low incidence of the phenomenon and the difficulty in finding reliable information. The aim of the study was a systematic search of all cases of family homicides included in the definition of "family mass murder", which occurred in Italy from 1990 to the present, in order to collect and analyze the detailed characteristics of each event. MATERIALS AND METHODS Case reports were collected through an accurate review of the journalistic archives of the main national newspapers, from 1990 to today, with greater attention to the years from 2008 onwards. For a greater accuracy of information, data on individual events were cross-referenced from multiple sources. All the cases considered should contain a series of minimal common data set, suitable for a precise mono and bi-varied statistical processing. Characteristics of the author, peculiarities of the victims, and the modalities of homicides were among the principal items analyzed. RESULTS The research identified 52 cases of family mass murders, responsible for 165 victims. 96.2% of the authors are men aged between 41 and 50 years who mainly kill their children (42.2%) and wives, ex-wives or companions (33.6%). 46.1% of cases occurred in the southern regions, mainly inside the home and mostly with firearms (46.1%). The phenomenon of overkilling (particularly violent homicides) was analyzed in details, observing a more violent attitude among younger authors, while there is no clear correlation with the age of the victims. 86.5% of the massacres ended in suicide or attempted suicide by the author. The warning signs include major psychiatric illnesses, marital problems, precedents of domestic violence and economic problems. The analysis of the contexts in which the murders took place highlighted other factors favoring the phenomenon. CONCLUSIONS This study identies some potential warning signs and defines the categories at higher risk of violent events, that can be useful to create screening protocols for preventing violence and murder. Policies are needed to improve support strategies for people with mental health problems and financial difficulties, raising the awareness of the risks associated with domestic violence.
FAMILY MASS MURDER: LA SITUAZIONE IN ITALIA INTRODUZIONE Fin dai tempi antichi, l'uccisione di uno o più membri della propria famiglia ha rappresentato un evento altamente drammatico, perchè colpisce profondamente uno dei nuclei fondamentali della società umana di qualsiasi origine etnica e culturale. Le motivazioni sono complesse, e spesso difficili da analizzare, anche per definizioni discordanti tra le varie fonti. La strage familiare, o 'family mass murder', intesa come annientamento di una cospicua parte del nucleo famigliare, è la tipologia di omicidio di massa più frequentemente osservata in Italia. In questo studio sono stati considerati tutti gli eventi con uccisione di un coniuge e uno o più figli, con o senza suicidio dell'omicida, e, più in generale, con uccisione di almeno due membri della famiglia di due generazioni differenti. OBIETTIVO Gli omicidi di massa famigliare hanno ricevuto una scarsa attenzione da parte della letteratura scientifica, probabilmente per la bassa incidenza del fenomeno e le difficoltà nel reperire le informazioni. Obiettivo dello studio è stata una ricerca sistematica di tutti casi di omicidi familiari che rientrano nella definizione di 'omicidio di massa famigliare', avvenuti in Italia dal 1990 ad oggi, al fine di raccogliere e analizzare le caratteristiche dettagliate di ogni evento. MATERIALE E METODI La raccolta dei casi è stata effettuata attraverso una puntuale e accurata rassegna degli archivi giornalistici delle principali testate nazionali, dal 1990 ad oggi, con maggiore attenzione agli anni dal 2008 in avanti. Per una maggiore accuratezza delle informazioni, sono stati incrociati i dati sui singoli eventi da più fonti. Tutti i casi considerati dovevano contenere una serie di dati analitici minimi poi sottoposti ad una precisa elaborazione statistica mono e bi-variata. Le caratteristiche su cui si è voluto porre l'attenzione sono state: peculiarità dell'autore; peculiarità delle vittime; peculiarità del famiglicidio. RISULTATI La ricerca ha identificato 52 casi di stragi familiari, responsabili di 165 vittime. Il 96,2% degli autori sono uomini di età compresa tra i 41 e i 50 anni che uccidono prevalentemente i figli (42,2%) e mogli, ex mogli o compagne (33,6%). Il 46,1% dei casi è avvenuto nelle regioni del Sud, prevalentemente all'interno delle pareti domestiche e per lo più con armi da fuoco (46,1%). È stato analizzato in particolare il fenomeno dell'accanimento omicida, riscontrando un atteggiamento più violento tra gli autori più giovani, mentre non emerge una chiara correlazione con l'età delle vittime. L'86,5% delle stragi si sono concluse con il suicidio o tentato suicidio da parte dell'autore. Tra i segnali d'allarme risultano prevalenti patologie psichiatriche, problemi coniugali, precedenti di violenza domestica e problemi economici. L'analisi dei contesti in cui si sono realizzati gli omicidi ha evidenziato ulteriori fattori favorenti il fenomeno. CONCLUSIONI Questo studio ha messo in luce alcuni potenziali segnali di allarme e definito le categorie maggiormente a rischio di eventi così violenti, utili per creare protocolli di screening per il rischio di violenza e omicidio. Sono necessarie politiche volte al miglioramento delle strategie di sostegno per le persone con problemi di salute mentale e difficoltà finanziarie, aumentando la consapevolezza dei rischi associati a violenza domestica.
Family mass murder: la situazione in Italia
DORIGUZZI BOZZO, FEDERICA
2018/2019
Abstract
FAMILY MASS MURDER: LA SITUAZIONE IN ITALIA INTRODUZIONE Fin dai tempi antichi, l'uccisione di uno o più membri della propria famiglia ha rappresentato un evento altamente drammatico, perchè colpisce profondamente uno dei nuclei fondamentali della società umana di qualsiasi origine etnica e culturale. Le motivazioni sono complesse, e spesso difficili da analizzare, anche per definizioni discordanti tra le varie fonti. La strage familiare, o 'family mass murder', intesa come annientamento di una cospicua parte del nucleo famigliare, è la tipologia di omicidio di massa più frequentemente osservata in Italia. In questo studio sono stati considerati tutti gli eventi con uccisione di un coniuge e uno o più figli, con o senza suicidio dell'omicida, e, più in generale, con uccisione di almeno due membri della famiglia di due generazioni differenti. OBIETTIVO Gli omicidi di massa famigliare hanno ricevuto una scarsa attenzione da parte della letteratura scientifica, probabilmente per la bassa incidenza del fenomeno e le difficoltà nel reperire le informazioni. Obiettivo dello studio è stata una ricerca sistematica di tutti casi di omicidi familiari che rientrano nella definizione di 'omicidio di massa famigliare', avvenuti in Italia dal 1990 ad oggi, al fine di raccogliere e analizzare le caratteristiche dettagliate di ogni evento. MATERIALE E METODI La raccolta dei casi è stata effettuata attraverso una puntuale e accurata rassegna degli archivi giornalistici delle principali testate nazionali, dal 1990 ad oggi, con maggiore attenzione agli anni dal 2008 in avanti. Per una maggiore accuratezza delle informazioni, sono stati incrociati i dati sui singoli eventi da più fonti. Tutti i casi considerati dovevano contenere una serie di dati analitici minimi poi sottoposti ad una precisa elaborazione statistica mono e bi-variata. Le caratteristiche su cui si è voluto porre l'attenzione sono state: peculiarità dell'autore; peculiarità delle vittime; peculiarità del famiglicidio. RISULTATI La ricerca ha identificato 52 casi di stragi familiari, responsabili di 165 vittime. Il 96,2% degli autori sono uomini di età compresa tra i 41 e i 50 anni che uccidono prevalentemente i figli (42,2%) e mogli, ex mogli o compagne (33,6%). Il 46,1% dei casi è avvenuto nelle regioni del Sud, prevalentemente all'interno delle pareti domestiche e per lo più con armi da fuoco (46,1%). È stato analizzato in particolare il fenomeno dell'accanimento omicida, riscontrando un atteggiamento più violento tra gli autori più giovani, mentre non emerge una chiara correlazione con l'età delle vittime. L'86,5% delle stragi si sono concluse con il suicidio o tentato suicidio da parte dell'autore. Tra i segnali d'allarme risultano prevalenti patologie psichiatriche, problemi coniugali, precedenti di violenza domestica e problemi economici. L'analisi dei contesti in cui si sono realizzati gli omicidi ha evidenziato ulteriori fattori favorenti il fenomeno. CONCLUSIONI Questo studio ha messo in luce alcuni potenziali segnali di allarme e definito le categorie maggiormente a rischio di eventi così violenti, utili per creare protocolli di screening per il rischio di violenza e omicidio. Sono necessarie politiche volte al miglioramento delle strategie di sostegno per le persone con problemi di salute mentale e difficoltà finanziarie, aumentando la consapevolezza dei rischi associati a violenza domestica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/98841