Sin dalle origini, gli uomini, mossi dalla meraviglia, cominciano a porsi dei problemi che vanno via via a complicarsi, problemi cui essi cercano una risposta andando alla ricerca delle cause che legittimano lessere dei fenomeni che essi pongono come oggetto di indagine. Benché i primi che hanno tentato di fornire una spiegazione dei fenomeni attraverso le cause siano stati i presocratici, ben presto le loro argomentazioni vengono messe in discussione. È Platone che ravvisa uninsufficienza nelle loro spiegazioni, in quanto egli ritiene che esse siano meramente descrittive, ossia si basino sui dati sensibili, che danno un grado di certezza solo parziale. Platone, al contrario dei suoi predecessori, comprende che per fornire una spiegazione dei fenomeni naturali che sia allo stesso tempo necessaria e sufficiente, bisogna andare al di là dei dati sensibili alla ricerca delle vere cause responsabili dellessere delle cose. Per questa ragione verranno esposte le modalità attraverso cui Platone ha indagato il cosmo sensibile dal punto di vista causale nel Timeo, mettendo in luce quali agenti causali entrano il gioco nella cosmogenesi. Secondariamente, si vedrà come leziologia platonica così ricostruita trovi il suo completamento allinterno del Fedone. Questa ricostruzione è propedeutica a quello che è il reale obiettivo del presente lavoro. Si intende dimostrare che nella teoria causale platonica sono adombrate tutte e quattro le cause presentate da Aristotele nella Fisica, benché Aristotele riconosca al maestro il merito di averne scoperte solamente due. Dopo aver trattato delleziologia aristotelica per mostrare in quali punti essa differisca da quella platonica, si cercherà di difendere Platone dagli attacchi del discepolo, al fine di salvaguardare la rilevanza filosofica della sua dottrina eziologica andando a discutere i punti critici rilevati da Aristotele.

Causa e causalità tra Platone e Aristotele. Platone anticipatore della dottrina aristotelica delle quattro cause

BELLANTI, ALESSIA
2018/2019

Abstract

Sin dalle origini, gli uomini, mossi dalla meraviglia, cominciano a porsi dei problemi che vanno via via a complicarsi, problemi cui essi cercano una risposta andando alla ricerca delle cause che legittimano lessere dei fenomeni che essi pongono come oggetto di indagine. Benché i primi che hanno tentato di fornire una spiegazione dei fenomeni attraverso le cause siano stati i presocratici, ben presto le loro argomentazioni vengono messe in discussione. È Platone che ravvisa uninsufficienza nelle loro spiegazioni, in quanto egli ritiene che esse siano meramente descrittive, ossia si basino sui dati sensibili, che danno un grado di certezza solo parziale. Platone, al contrario dei suoi predecessori, comprende che per fornire una spiegazione dei fenomeni naturali che sia allo stesso tempo necessaria e sufficiente, bisogna andare al di là dei dati sensibili alla ricerca delle vere cause responsabili dellessere delle cose. Per questa ragione verranno esposte le modalità attraverso cui Platone ha indagato il cosmo sensibile dal punto di vista causale nel Timeo, mettendo in luce quali agenti causali entrano il gioco nella cosmogenesi. Secondariamente, si vedrà come leziologia platonica così ricostruita trovi il suo completamento allinterno del Fedone. Questa ricostruzione è propedeutica a quello che è il reale obiettivo del presente lavoro. Si intende dimostrare che nella teoria causale platonica sono adombrate tutte e quattro le cause presentate da Aristotele nella Fisica, benché Aristotele riconosca al maestro il merito di averne scoperte solamente due. Dopo aver trattato delleziologia aristotelica per mostrare in quali punti essa differisca da quella platonica, si cercherà di difendere Platone dagli attacchi del discepolo, al fine di salvaguardare la rilevanza filosofica della sua dottrina eziologica andando a discutere i punti critici rilevati da Aristotele.
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