Questo lavoro prende in esame l'intero percorso artistico di Giuseppe Pietro Bagetti, dalla prima produzione, documentata a partire dal 1785, fino al termine cronologico del 1831, anno della sua morte. Si è scelto di adottare l'ordine cronologico, indispensabile per seguire da vicino l'itinerario istituzionale, culturale e stilistico del pittore. Il primo capitolo approfondisce alcuni aspetti della fase giovanile, con un'attenzione particolare per la poliedricità di interessi sviluppati nel vivace clima culturale torinese di fine Settecento, tra musica, architettura, topografia e pittura. Si è insistito in particolare sulla novità tecnica e tematica apportata da Bagetti nel panorama artistico piemontese: l'uso dell'acquerello, appreso da Palmieri, e la scelta di soggetti pittoreschi, di gusto francese, che gli procurò il soprannome di «secondo Vernet». Il secondo capitolo è dedicato a due generi della produzione figurativa di Bagetti durante il periodo napoleonico: la battaglia e il paesaggio. Per il primo aspetto è parso utile soffermarsi sul metodo di lavoro seguito da Bagetti nel rilevamento del territorio e sulla maturazione di un pensiero teorico non lontano dalle posizioni di alcune personalità impiegate presso il Dépot de la Guerre, quali Lespinasse e Bacler d'Albe, esponenti di una cultura di confine tra il mondo militare e artistico. I dipinti di paesaggio sono invece stati analizzati nel quadro della nuova visione della natura elaborata da Valenciennes e diffusa dai suoi allievi e dalla trattatistica europea, soprattutto francese. Nell'ultimo quindicennio, presentato nel capitolo finale, l'attività del pittore è quasi interamente assorbita dal forte impegno profuso in due importanti imprese pittoriche per i Savoia: il progetto per l'allestimento di una galleria delle battaglie nel castello di Moncalieri e l'esecuzione di una serie di paesaggi d'invenzione e vedute. La serie delle battaglie è stata studiata in relazione alle sue vicende collezionistiche ed espositive, attraverso lo studio del Manoscritto 617 del Fondo Saluzzo della Biblioteca Reale e infine sulla base di confronti stilistici con le scene di battaglia di Huchtenburg, De La Peigne e Verdussen. Le ultime pagine di questa tesi sono dedicate alla ricezione e all'analisi critica, limitatamente ad alcuni passi, dell'Analisi della unità d'effetto nella Pittura e della imitazione nelle Belle Arti, messa a confronto con determinate prove pittoriche. Il riordino cronologico dell'opera di Bagetti, sulla base delle testimonianze pittoriche certe, ha portato a individuare una linea evolutiva nel percorso dell'artista. Le novità di genere e di stile sono state di volta in volta evidenziate da confronti puntuali con le opere precedenti e messe in relazione al panorama europeo della pittura di paesaggio tra Sette e Ottocento. In appendice è riportato il catalogo completo delle opere appartenenti alle collezioni pubbliche torinesi: la Biblioteca Reale, Palazzo Reale, la Galleria Sabauda, l'Accademia Albertina, la GAM, il Museo del Risorgimento e l'Archivio Storico della Città di Torino.
Giuseppe Pietro Bagetti (1764-1831). Piante, vedute e paesaggi nelle collezioni pubbliche torinesi
ARGENTERO, MARGHERITA
2018/2019
Abstract
Questo lavoro prende in esame l'intero percorso artistico di Giuseppe Pietro Bagetti, dalla prima produzione, documentata a partire dal 1785, fino al termine cronologico del 1831, anno della sua morte. Si è scelto di adottare l'ordine cronologico, indispensabile per seguire da vicino l'itinerario istituzionale, culturale e stilistico del pittore. Il primo capitolo approfondisce alcuni aspetti della fase giovanile, con un'attenzione particolare per la poliedricità di interessi sviluppati nel vivace clima culturale torinese di fine Settecento, tra musica, architettura, topografia e pittura. Si è insistito in particolare sulla novità tecnica e tematica apportata da Bagetti nel panorama artistico piemontese: l'uso dell'acquerello, appreso da Palmieri, e la scelta di soggetti pittoreschi, di gusto francese, che gli procurò il soprannome di «secondo Vernet». Il secondo capitolo è dedicato a due generi della produzione figurativa di Bagetti durante il periodo napoleonico: la battaglia e il paesaggio. Per il primo aspetto è parso utile soffermarsi sul metodo di lavoro seguito da Bagetti nel rilevamento del territorio e sulla maturazione di un pensiero teorico non lontano dalle posizioni di alcune personalità impiegate presso il Dépot de la Guerre, quali Lespinasse e Bacler d'Albe, esponenti di una cultura di confine tra il mondo militare e artistico. I dipinti di paesaggio sono invece stati analizzati nel quadro della nuova visione della natura elaborata da Valenciennes e diffusa dai suoi allievi e dalla trattatistica europea, soprattutto francese. Nell'ultimo quindicennio, presentato nel capitolo finale, l'attività del pittore è quasi interamente assorbita dal forte impegno profuso in due importanti imprese pittoriche per i Savoia: il progetto per l'allestimento di una galleria delle battaglie nel castello di Moncalieri e l'esecuzione di una serie di paesaggi d'invenzione e vedute. La serie delle battaglie è stata studiata in relazione alle sue vicende collezionistiche ed espositive, attraverso lo studio del Manoscritto 617 del Fondo Saluzzo della Biblioteca Reale e infine sulla base di confronti stilistici con le scene di battaglia di Huchtenburg, De La Peigne e Verdussen. Le ultime pagine di questa tesi sono dedicate alla ricezione e all'analisi critica, limitatamente ad alcuni passi, dell'Analisi della unità d'effetto nella Pittura e della imitazione nelle Belle Arti, messa a confronto con determinate prove pittoriche. Il riordino cronologico dell'opera di Bagetti, sulla base delle testimonianze pittoriche certe, ha portato a individuare una linea evolutiva nel percorso dell'artista. Le novità di genere e di stile sono state di volta in volta evidenziate da confronti puntuali con le opere precedenti e messe in relazione al panorama europeo della pittura di paesaggio tra Sette e Ottocento. In appendice è riportato il catalogo completo delle opere appartenenti alle collezioni pubbliche torinesi: la Biblioteca Reale, Palazzo Reale, la Galleria Sabauda, l'Accademia Albertina, la GAM, il Museo del Risorgimento e l'Archivio Storico della Città di Torino.File | Dimensione | Formato | |
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