Il dolore rappresenta un grande problema nella vita dell'uomo e non può essere ignorato a causa delle ripercussioni più o meno gravi che può avere sulla qualità della vita stessa. Inoltre, in alcune situazioni (incidenti, traumi, interventi chirurgici), questo si presenta come stimolo moderato-severo, tale per cui non sono sufficienti gli analgesici cosiddetti ¿da banco¿, facilmente reperibili e utilizzabili anche senza il controllo diretto di un medico. In questi casi si ricorre alla prescrizione di analgesici più forti, spesso oppiacei, dei quali il maggior esponente è senz'altro la morfina. Questo metabolita secondario, estratto dal papavero da oppio, risulta essere un ottimo farmaco dal punto di vista funzionale, ma suscita numerose perplessità per il tipo di effetti collaterali che può provocare sul lungo periodo, che spaziano dalle difficoltà respiratorie, alla dipendenza e alla morte per overdose. È stato registrato negli USA un preoccupante fenomeno per cui pazienti sottoposti a questo tipo di terapia a livello sanitario abbiano poi sviluppato in seguito una tossicodipendenza non presente prima del trattamento. Considerando che un evento del genere potrebbe verificarsi anche altrove ma che comunque non è possibile sospendere l'uso di antidolorifici a tutela dei pazienti, sarebbe utile trovare altre sostanze, possibilmente anch'esse di origine vegetale, che soddisfino gli stessi requisiti funzionali della morfina, ma che diminuiscano o annullino del tutto le controindicazioni. Sono stati valutati agonisti e antagonisti della morfina, naturali, semi-artificiali e completamente artificiali. Qualora si trattasse di agonisti oppiacei, gli effetti sull'organismo risulterebbero essere simili anche in senso negativo, non andando a migliorare l'aspetto delle controindicazioni. Gli analgesici non oppiacei classici, come i FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei), presentano comunque degli effetti indesiderati da tenere in considerazione e spesso sono insufficienti per gestire il dolore severo. Studi scientifici hanno invece dimostrato che due sostanze derivate dal pepe, piperina e guineensina, pur non essendo oppiacee, esercitano un'azione analgesica forte su modelli murini simile a quella degli oppioidi classici. In particolare, la più affine per funzionalità pare essere la piperina, della quale ad oggi non si conoscono effetti nocivi particolari, motivo per cui viene ritenuta una delle possibili valide e sicure alternative all'utilizzo della morfina.

Dall'oppio al pepe: evoluzione della terapia per il controllo del dolore

BOGINO, GIULIA
2018/2019

Abstract

Il dolore rappresenta un grande problema nella vita dell'uomo e non può essere ignorato a causa delle ripercussioni più o meno gravi che può avere sulla qualità della vita stessa. Inoltre, in alcune situazioni (incidenti, traumi, interventi chirurgici), questo si presenta come stimolo moderato-severo, tale per cui non sono sufficienti gli analgesici cosiddetti ¿da banco¿, facilmente reperibili e utilizzabili anche senza il controllo diretto di un medico. In questi casi si ricorre alla prescrizione di analgesici più forti, spesso oppiacei, dei quali il maggior esponente è senz'altro la morfina. Questo metabolita secondario, estratto dal papavero da oppio, risulta essere un ottimo farmaco dal punto di vista funzionale, ma suscita numerose perplessità per il tipo di effetti collaterali che può provocare sul lungo periodo, che spaziano dalle difficoltà respiratorie, alla dipendenza e alla morte per overdose. È stato registrato negli USA un preoccupante fenomeno per cui pazienti sottoposti a questo tipo di terapia a livello sanitario abbiano poi sviluppato in seguito una tossicodipendenza non presente prima del trattamento. Considerando che un evento del genere potrebbe verificarsi anche altrove ma che comunque non è possibile sospendere l'uso di antidolorifici a tutela dei pazienti, sarebbe utile trovare altre sostanze, possibilmente anch'esse di origine vegetale, che soddisfino gli stessi requisiti funzionali della morfina, ma che diminuiscano o annullino del tutto le controindicazioni. Sono stati valutati agonisti e antagonisti della morfina, naturali, semi-artificiali e completamente artificiali. Qualora si trattasse di agonisti oppiacei, gli effetti sull'organismo risulterebbero essere simili anche in senso negativo, non andando a migliorare l'aspetto delle controindicazioni. Gli analgesici non oppiacei classici, come i FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei), presentano comunque degli effetti indesiderati da tenere in considerazione e spesso sono insufficienti per gestire il dolore severo. Studi scientifici hanno invece dimostrato che due sostanze derivate dal pepe, piperina e guineensina, pur non essendo oppiacee, esercitano un'azione analgesica forte su modelli murini simile a quella degli oppioidi classici. In particolare, la più affine per funzionalità pare essere la piperina, della quale ad oggi non si conoscono effetti nocivi particolari, motivo per cui viene ritenuta una delle possibili valide e sicure alternative all'utilizzo della morfina.
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