The theme of the female condition in Greek society is a topic on which scholars have thoroughly investigated over time. Recent studies allow us to reconstruct a generic picture of the role of women: undoubtedly the picture is very varied, because it involves women who played different roles, depending on their age, social status, characteristics and customs and habits followed by the local realities in which they lived. Reaching a certain social emancipation and gaining civil status among their fellow citizens, was a prerogative destined only to a limited number of women, almost always belonging to the nobility, and very rarely coming from the common life, sharing both of them with a prerequisite: to be free legitimate citizens. Religion was an expedient that certainly allowed women to earn their own personal space in which they were protagonists. The religious rites, in Greece, were pole-like, not reserved only for men, and this allowed women to take part in social moments, rather than dealing exclusively with the oikos. In particular, the religious sphere offered women a more unique and rare opportunity to acquire social prestige in the eyes of all, including men and women: to become priestesses. The priestly office was considered a full-fledged office and this carried responsibilities, duties and tasks for the woman who covered her, but also many privileges, rights and authorities that were closed to an ordinary woman.
Il tema della condizione femminile nella società greca è un tema su cui gli studiosi hanno abbondantemente indagato nel corso del tempo. Gli studi recenti permettono di ricostruire un quadro generico su quale fosse il ruolo delle donne: senza dubbio il quadro è molto variegato, perché si tratta di donne che ricoprivano ruoli diversi, a seconda della loro età, del loro status sociale, delle caratteristiche e degli usi e costumi seguiti dalle realtà locali in cui vivevano. Raggiungere una certa emancipazione sociale e conquistare uno status civile presso i propri concittadini, era una prerogativa destinata solo a un numero ristretto di donne, quasi sempre appartenenti alla nobiltà, e molto raramente provenienti dalla vita comune, accomunate entrambe da un requisito indispensabile: essere libere cittadine legittime. La religione era un espediente che permetteva sicuramente alle donne di guadagnarsi un proprio spazio personale in cui fossero protagoniste. I riti religiosi, in Grecia, erano a carattere poleico, non riservati soltanto agli uomini, e questo permetteva alle donne di prendere parte a dei momenti sociali, piuttosto che occuparsi esclusivamente dell'oikos. In particolare, la sfera religiosa offriva alla donna un'occasione più unica che rara di acquistare prestigio sociale agli occhi di tutti, donne e uomini compresi: diventare sacerdotesse. La carica sacerdotale era considerata una carica a tutti gli effetti e questa portava responsabilità, doveri e compiti per la donna che la rivestiva, ma anche tanti privilegi, diritti e autorità che a una donna comune erano preclusi.
Sacerdotesse: emancipazione femminile attraverso il culto in Grecia
NICOLOSI, MIRIAM
2018/2019
Abstract
Il tema della condizione femminile nella società greca è un tema su cui gli studiosi hanno abbondantemente indagato nel corso del tempo. Gli studi recenti permettono di ricostruire un quadro generico su quale fosse il ruolo delle donne: senza dubbio il quadro è molto variegato, perché si tratta di donne che ricoprivano ruoli diversi, a seconda della loro età, del loro status sociale, delle caratteristiche e degli usi e costumi seguiti dalle realtà locali in cui vivevano. Raggiungere una certa emancipazione sociale e conquistare uno status civile presso i propri concittadini, era una prerogativa destinata solo a un numero ristretto di donne, quasi sempre appartenenti alla nobiltà, e molto raramente provenienti dalla vita comune, accomunate entrambe da un requisito indispensabile: essere libere cittadine legittime. La religione era un espediente che permetteva sicuramente alle donne di guadagnarsi un proprio spazio personale in cui fossero protagoniste. I riti religiosi, in Grecia, erano a carattere poleico, non riservati soltanto agli uomini, e questo permetteva alle donne di prendere parte a dei momenti sociali, piuttosto che occuparsi esclusivamente dell'oikos. In particolare, la sfera religiosa offriva alla donna un'occasione più unica che rara di acquistare prestigio sociale agli occhi di tutti, donne e uomini compresi: diventare sacerdotesse. La carica sacerdotale era considerata una carica a tutti gli effetti e questa portava responsabilità, doveri e compiti per la donna che la rivestiva, ma anche tanti privilegi, diritti e autorità che a una donna comune erano preclusi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/98330