L'espressionismo di Amelia Rosselli in Diario Ottuso: un'operazione in levare

La prosa poetica di Amelia Rosselli intitolata "Diario Ottuso" raccoglie gli esperimenti linguistici scritti in lingua italiana composti tra il 1954 e il 1969. La tesi si propone di indagare, attraverso un breve excursus sugli aspetti che hanno reso la voce della Rosselli un fenomeno unico nel panorama novecentesco italiano, le strategie espressive adottate per proiettare sul suo testo più autobiografico solo le aberranti conseguenze del rapporto tra l'io poetico e la realtà, senza svelare i riferimenti che ne hanno indotto la scrittura. All'origine del personalissimo linguaggio rosselliano concorrono: la formazione plurilingue (acquisita per necessità e legata alle pericolose fughe della famiglia durante la guerra), la stretta relazione tra la composizione poetica e quella musicale e le riminiscenze letterarie, di cui può vantare una vasta conoscenza in grado di muoversi tra autori antichi e moderni, appartenenti a diverse culture. La trasfigurazione delle norme linguistiche operate da Rosselli interessa: le formazioni neologiche, la morfologia e la sintassi. Pertanto l'analisi del testo evidenzia come l'espressionismo rosselliano affidi allo sperimentalismo linguistico un aspetto dualistico: quello di nascondere e occultare le cause esterne e private, grazie ad una profonda manomissione delle architetture su cui si regge la comunicazione, e allo stesso tempo quello di renderle comprensibili servendosi dell'aspetto grammaticale per restituire il conflittuale dialogo tra la sua mente e la realtà esterna. Infine l'analisi condotta ha messo in luce l'utilizzo dell'anafora sintattica e grammaticale come elemento di coesione all'interno di un contesto di elaborazione cognitiva volta al superamento della tensione subita in relazione alla realtà e attribuendo alla creazione linguistica il valore espressivo contenuto nell'opera.