War Journalism has ancient origins that date back to Tucidide in the V century b.C. Its professional character only emerged with William Russel during the Crimea War in 1854. Among the years, the relationship between journalists, photojournalists and the army was very relevant. The evolution of war reporting and the increase of the photojournalists produced some significant changes in terms of the perception that people have of media: in this context, the war started to become a spectacular event. From the second half of the XX century to most recent years, when terrorism acts became more frequent, the perception of the dramatic event increased. In these cases, the attempts of censorship from the Western Governments gained some relevance. In this research I focused on the Middle East case during the consequent events that followed the terroristic acts on 9/11, considering the position of Al-Jazeera as one of the only cases of overcoming the censorship politics, giving voice to Arabs in the World and introducing a no-filter information in the Middle East context for the very first time, in contraposition of the other cases where the governments lead the media system. I wanted to give particular attention to Syria and the Al-Assad's regime as a consequence of the increase of persecutions towards journalists and photojournalists reporting during the civil war. I focused on one of the many victims provoked by the regime, the war correspondent of the Sunday Times Marie Colvin who died in Homs. Her experience has been told in the biography ¿Confesso che sono stata uccisa. A private war. La storia di Marie Colvin¿, written by her photojournalist collaborator Paul Conroy who was with her in Syria. Only in recent times, the death of Marie Colvin was judged as homicide by the Syrian Government.

Il giornalismo di guerra è una pratica che ha origini antiche, risalenti a Tucidide nel V secolo a.C. Il suo carattere professionale, però, emerge soltanto con William Russel nella Guerra di Crimea del 1854. Nel corso degli anni, fondamentale è stata l'istaurazione di un rapporto, ad oggi scritto e formalizzato, tra forze armate e giornalisti e fotoreporter. L'evoluzione della figura del reporter di guerra, così come la diffusione della professione del fotogiornalista, ha prodotto cambiamenti significativi nel rapporto tra media e pubblico: la guerra inizia a diventare spettacolo. Con i primi attacchi terroristici, a partire dalla seconda metà del XX secolo fino ad anni più recenti, tale percezione dell'evento drammatico ha subito un incremento. Di una certa rilevanza sono i tentativi di censura da parte dei governi Occidentali per quanto riguarda la diffusione di notizie riguardanti il terrorismo. In questa ricerca ho voluto approfondire il caso del Medio Oriente in corrispondenza agli eventi scaturiti dall'11 settembre 2001, prendendo in considerazione il caso dell'emittente del Qatar Al-Jazeera come uno dei pochi casi di superamento delle politiche censorie, dando voce al mondo arabo a livello internazionale e introducendo per la prima volta nel contesto mediorientale un tipo di informazione senza filtri, contrapposto a quei casi in cui i governi controllano l'ambiente mediatico. Ho voluto trattare con particolare attenzione il contesto della Siria di Al-Assad e il conseguente aumento delle persecuzioni nei confronti dei giornalisti e dei fotoreporter presenti nello scenario della guerra civile siriana. Una delle tante vittime di Al-Assad è stata l'inviata di guerra del Sunday Times, Marie Colvin, che morì mentre si trovava ad Homs. La sua esperienza è stata raccontata nella biografia ¿Confesso che sono stata uccisa. A private war. La vera storia di Marie Colvin¿ scritta dal collaboratore fotoreporter Paul Conroy, anch'egli di servizio in Siria. Solo recentemente la morte della Colvin è stata giudicata un vero e proprio omicidio da parte del governo siriano.

Giornalismo di guerra: origini, evoluzione e rischi della professione.

FLORIO, SARA
2018/2019

Abstract

Il giornalismo di guerra è una pratica che ha origini antiche, risalenti a Tucidide nel V secolo a.C. Il suo carattere professionale, però, emerge soltanto con William Russel nella Guerra di Crimea del 1854. Nel corso degli anni, fondamentale è stata l'istaurazione di un rapporto, ad oggi scritto e formalizzato, tra forze armate e giornalisti e fotoreporter. L'evoluzione della figura del reporter di guerra, così come la diffusione della professione del fotogiornalista, ha prodotto cambiamenti significativi nel rapporto tra media e pubblico: la guerra inizia a diventare spettacolo. Con i primi attacchi terroristici, a partire dalla seconda metà del XX secolo fino ad anni più recenti, tale percezione dell'evento drammatico ha subito un incremento. Di una certa rilevanza sono i tentativi di censura da parte dei governi Occidentali per quanto riguarda la diffusione di notizie riguardanti il terrorismo. In questa ricerca ho voluto approfondire il caso del Medio Oriente in corrispondenza agli eventi scaturiti dall'11 settembre 2001, prendendo in considerazione il caso dell'emittente del Qatar Al-Jazeera come uno dei pochi casi di superamento delle politiche censorie, dando voce al mondo arabo a livello internazionale e introducendo per la prima volta nel contesto mediorientale un tipo di informazione senza filtri, contrapposto a quei casi in cui i governi controllano l'ambiente mediatico. Ho voluto trattare con particolare attenzione il contesto della Siria di Al-Assad e il conseguente aumento delle persecuzioni nei confronti dei giornalisti e dei fotoreporter presenti nello scenario della guerra civile siriana. Una delle tante vittime di Al-Assad è stata l'inviata di guerra del Sunday Times, Marie Colvin, che morì mentre si trovava ad Homs. La sua esperienza è stata raccontata nella biografia ¿Confesso che sono stata uccisa. A private war. La vera storia di Marie Colvin¿ scritta dal collaboratore fotoreporter Paul Conroy, anch'egli di servizio in Siria. Solo recentemente la morte della Colvin è stata giudicata un vero e proprio omicidio da parte del governo siriano.
ITA
War Journalism has ancient origins that date back to Tucidide in the V century b.C. Its professional character only emerged with William Russel during the Crimea War in 1854. Among the years, the relationship between journalists, photojournalists and the army was very relevant. The evolution of war reporting and the increase of the photojournalists produced some significant changes in terms of the perception that people have of media: in this context, the war started to become a spectacular event. From the second half of the XX century to most recent years, when terrorism acts became more frequent, the perception of the dramatic event increased. In these cases, the attempts of censorship from the Western Governments gained some relevance. In this research I focused on the Middle East case during the consequent events that followed the terroristic acts on 9/11, considering the position of Al-Jazeera as one of the only cases of overcoming the censorship politics, giving voice to Arabs in the World and introducing a no-filter information in the Middle East context for the very first time, in contraposition of the other cases where the governments lead the media system. I wanted to give particular attention to Syria and the Al-Assad's regime as a consequence of the increase of persecutions towards journalists and photojournalists reporting during the civil war. I focused on one of the many victims provoked by the regime, the war correspondent of the Sunday Times Marie Colvin who died in Homs. Her experience has been told in the biography ¿Confesso che sono stata uccisa. A private war. La storia di Marie Colvin¿, written by her photojournalist collaborator Paul Conroy who was with her in Syria. Only in recent times, the death of Marie Colvin was judged as homicide by the Syrian Government.
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
836660_ilgiornalismodiguerra.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 533.8 kB
Formato Adobe PDF
533.8 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/97789