Il cambiamento climatico è un fenomeno che sta provocando i maggiori effetti nelle zone artiche e alpine. Il presente studio ha avuto come obiettivo il monitoraggio fenologico e lo studio delle dinamiche di comportamento di alcune specie vegetali delle vallette nivali per valutare il loro possibile utilizzo come indicatrici dei cambiamenti. Le osservazioni sono state condotte durante il 2018, in un'area di studio situata ai piedi del Monte Rosa. Nel 2015, sono stati posizionati 8 plot, ciascuno costituito da un quadrato permanente al cui interno sono stati individuati quattro sub-plot. All'interno di ogni sub-plot sono stati eseguiti i rilievi per valutare la composizione della vegetazione e la fenologia di 10 specie: Salix herbacea L.; Gnaphalium supinum L.; Euphrasia minima Jacq. ex DC; Veronica alpina L.; Ranunculus glacialis Clarke; Leucanthemopsis alpina (L.) Heyw.; Alchemilla pentaphyllaea L.; Poa alpina L.; Agrostis rupestris All.; Luzula alpino-pilosa (Chaix) Breistr. Le analisi statistiche effettuate sui dati del 2016-2017-2018, hanno evidenziato che le 10 specie vegetali in esame hanno un comportamento correlato con la somma termica (GDD), rispetto al fotoperiodo (DOY) il cui legame risulta più debole. Inoltre sono stati evidenziati i comportamenti che le specie attuano nel raggiungimento di alcune fasi, che, nel presente studio, sono state ritenute utili per la descrizione della fenologia delle specie: la fenofase 20, che corrisponde alla comparsa degli abbozzi fiorali, la fenofase 30, corrispondente all'inizio della fioritura con l'apertura dei primi fiori, la fenofase 35, corrispondente alla massima fioritura, la fenofase 40, corrispondente al momento di produzione dei primi frutti (semi o cariossidi visibili) e la fenofase 50, che corrisponde al momento della dispersione dei semi/frutti. Le differenze osservate sono riconducibili a tre modelli di comportamento: le specie precoci, quelle che raggiungono le fasi fenologiche in anticipo rispetto alle altre; le specie tardive che impiegano più tempo per raggiungere le stesse fasi, mentre quelle intermedie assumono un comportamento a metà tra le precoci e le tardive. È difficile prevedere con certezza come i cambiamenti climatici influenzeranno sul lungo termine l'habitat di valletta nivale e la fenologia delle specie presenti. Si ipotizza che si avranno condizioni ambientali meno limitative che comporteranno alterazioni nella struttura delle comunità vegetali e modificazioni funzionali all'interno degli ecosistemi di altitudine. Le specie vegetali saranno costrette a conformarsi a queste nuove condizioni climatiche attuando adattamenti legati al loro sviluppo. Si prevede un aumento del numero delle specie tardive, che sono meno sensibili alle variazioni interannuali del momento di fusione della copertura nevosa e delle temperature ai cambiamenti climatici. Al contrario le specie precoci endemiche tipiche delle vallette nivali saranno svantaggiate per le loro caratteristiche specifiche di crescita. Questo comporterà probabilmente una notevole riduzione dei loro areali di distribuzione e, localmente, della loro densità.
Analisi fenologica di specie di altitudine per il monitoraggio dei cambiamenti climatici
POLI, GIORGIA
2017/2018
Abstract
Il cambiamento climatico è un fenomeno che sta provocando i maggiori effetti nelle zone artiche e alpine. Il presente studio ha avuto come obiettivo il monitoraggio fenologico e lo studio delle dinamiche di comportamento di alcune specie vegetali delle vallette nivali per valutare il loro possibile utilizzo come indicatrici dei cambiamenti. Le osservazioni sono state condotte durante il 2018, in un'area di studio situata ai piedi del Monte Rosa. Nel 2015, sono stati posizionati 8 plot, ciascuno costituito da un quadrato permanente al cui interno sono stati individuati quattro sub-plot. All'interno di ogni sub-plot sono stati eseguiti i rilievi per valutare la composizione della vegetazione e la fenologia di 10 specie: Salix herbacea L.; Gnaphalium supinum L.; Euphrasia minima Jacq. ex DC; Veronica alpina L.; Ranunculus glacialis Clarke; Leucanthemopsis alpina (L.) Heyw.; Alchemilla pentaphyllaea L.; Poa alpina L.; Agrostis rupestris All.; Luzula alpino-pilosa (Chaix) Breistr. Le analisi statistiche effettuate sui dati del 2016-2017-2018, hanno evidenziato che le 10 specie vegetali in esame hanno un comportamento correlato con la somma termica (GDD), rispetto al fotoperiodo (DOY) il cui legame risulta più debole. Inoltre sono stati evidenziati i comportamenti che le specie attuano nel raggiungimento di alcune fasi, che, nel presente studio, sono state ritenute utili per la descrizione della fenologia delle specie: la fenofase 20, che corrisponde alla comparsa degli abbozzi fiorali, la fenofase 30, corrispondente all'inizio della fioritura con l'apertura dei primi fiori, la fenofase 35, corrispondente alla massima fioritura, la fenofase 40, corrispondente al momento di produzione dei primi frutti (semi o cariossidi visibili) e la fenofase 50, che corrisponde al momento della dispersione dei semi/frutti. Le differenze osservate sono riconducibili a tre modelli di comportamento: le specie precoci, quelle che raggiungono le fasi fenologiche in anticipo rispetto alle altre; le specie tardive che impiegano più tempo per raggiungere le stesse fasi, mentre quelle intermedie assumono un comportamento a metà tra le precoci e le tardive. È difficile prevedere con certezza come i cambiamenti climatici influenzeranno sul lungo termine l'habitat di valletta nivale e la fenologia delle specie presenti. Si ipotizza che si avranno condizioni ambientali meno limitative che comporteranno alterazioni nella struttura delle comunità vegetali e modificazioni funzionali all'interno degli ecosistemi di altitudine. Le specie vegetali saranno costrette a conformarsi a queste nuove condizioni climatiche attuando adattamenti legati al loro sviluppo. Si prevede un aumento del numero delle specie tardive, che sono meno sensibili alle variazioni interannuali del momento di fusione della copertura nevosa e delle temperature ai cambiamenti climatici. Al contrario le specie precoci endemiche tipiche delle vallette nivali saranno svantaggiate per le loro caratteristiche specifiche di crescita. Questo comporterà probabilmente una notevole riduzione dei loro areali di distribuzione e, localmente, della loro densità.File | Dimensione | Formato | |
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