I suoli montani hanno da sempre avuto un' importanza fondamentale per la sopravvivenza delle popolazioni di questi luoghi, essendo in grado di fornire diversi servizi eco-sistemici quali il ciclo dei nutrienti e la fertilità, l'approvvigionamento di acqua, la produzione di biomasse (legname e cibo). Dato l'aumento dell'impatto antropico su questi suoli si è osservato un notevole impulso alla loro degradazione, ed in particolare dall'erosione accelerata, con perdite di fertilità fisica e chimica ed innesco di dissesti a carico del suolo. Questa tesi affronta la degradazione dei suoli montani attraverso l'analisi di 6 casi studio specifici, raggruppabili nelle seguenti tematiche: 1) Mappatura della vulnerabilità dei suoli montani ai principali fenomeni di degradazione fisica in alcune aree pilota della Valle d'Aosta, con confronto tra topsoil e subsoil; 2) Effetto di rimodellamenti artificiali sulle proprietà chimiche e fisiche dei suoli e sulla loro evoluzione nel tempo (focus su miglioramenti fondiari e costruzione di piste da sci); esempi di restauro pedologico e suoli ricostruiti; 3) Impatto di variazioni dell'uso del suolo (LUC, land use change) e possibili impatti delle utilizzazioni forestali; 4) Fenomeni valanghivi, erosione nivale e conseguente ridistribuzione dei suoli montani. A partire dal caso studio 1, in cui sono state individuate alcune proprietà dei suoli che permettono di valutarne la suscettibilità ai principali fenomeni di dissesto superficiale, proponendo un protocollo da applicare in aree montane, si possono trarre alcune considerazioni generali. Nella creazione di terrazzamenti e piste da sci la copertura naturale è stata completamente distrutta a seguito delle varie lavorazioni; anche la profondità e i profili dei suoli sono stati modificati compromettendone la stabilità. Le macchine impiegate nelle fasi di utilizzazione forestale con il loro peso vanno ad incidere sul suolo, alterandone la densità apparente e la porosità e creando il tipico solco di passaggio. La trasformazione di superfici forestali in zone adibite a pascolo incide sulle proprietà fisiche e chimiche; l'aggregazione delle particelle del suolo risulta scarsa a seguito di un minor contenuto di sostanza organica, i valori di pH risultano più elevati e il calpestio degli animali provoca un compattamento del topsoil con aumento della densità e della difficoltà di accrescimento radicale. I fenomeni valanghivi se da un lato arrecano danno al suolo a causa dell'attrito della massa nevosa sugli orizzonti superficiali, dall' altro creano habitat molto particolari e ricchi di biodiversità all' interno dei canali di transito. Si può infatti evincere come a seguito dell'utilizzo da parte dell'uomo di queste zone montane, il suolo possa subire importanti fenomeni di degradazione fisica e chimica, che vanno tenuti sotto controllo nel tempo. Si osserva inoltre che non sempre le misure esistenti per la conservazione del suolo risultano sufficienti a garantirne la salvaguardia, per cui sarebbe opportuno valutare caso per caso i possibili impatti sui suoli suggerendo buone pratiche per preservarli.

I principali disturbi antropici sui suoli montani

MAGNALDI, LUCA
2017/2018

Abstract

I suoli montani hanno da sempre avuto un' importanza fondamentale per la sopravvivenza delle popolazioni di questi luoghi, essendo in grado di fornire diversi servizi eco-sistemici quali il ciclo dei nutrienti e la fertilità, l'approvvigionamento di acqua, la produzione di biomasse (legname e cibo). Dato l'aumento dell'impatto antropico su questi suoli si è osservato un notevole impulso alla loro degradazione, ed in particolare dall'erosione accelerata, con perdite di fertilità fisica e chimica ed innesco di dissesti a carico del suolo. Questa tesi affronta la degradazione dei suoli montani attraverso l'analisi di 6 casi studio specifici, raggruppabili nelle seguenti tematiche: 1) Mappatura della vulnerabilità dei suoli montani ai principali fenomeni di degradazione fisica in alcune aree pilota della Valle d'Aosta, con confronto tra topsoil e subsoil; 2) Effetto di rimodellamenti artificiali sulle proprietà chimiche e fisiche dei suoli e sulla loro evoluzione nel tempo (focus su miglioramenti fondiari e costruzione di piste da sci); esempi di restauro pedologico e suoli ricostruiti; 3) Impatto di variazioni dell'uso del suolo (LUC, land use change) e possibili impatti delle utilizzazioni forestali; 4) Fenomeni valanghivi, erosione nivale e conseguente ridistribuzione dei suoli montani. A partire dal caso studio 1, in cui sono state individuate alcune proprietà dei suoli che permettono di valutarne la suscettibilità ai principali fenomeni di dissesto superficiale, proponendo un protocollo da applicare in aree montane, si possono trarre alcune considerazioni generali. Nella creazione di terrazzamenti e piste da sci la copertura naturale è stata completamente distrutta a seguito delle varie lavorazioni; anche la profondità e i profili dei suoli sono stati modificati compromettendone la stabilità. Le macchine impiegate nelle fasi di utilizzazione forestale con il loro peso vanno ad incidere sul suolo, alterandone la densità apparente e la porosità e creando il tipico solco di passaggio. La trasformazione di superfici forestali in zone adibite a pascolo incide sulle proprietà fisiche e chimiche; l'aggregazione delle particelle del suolo risulta scarsa a seguito di un minor contenuto di sostanza organica, i valori di pH risultano più elevati e il calpestio degli animali provoca un compattamento del topsoil con aumento della densità e della difficoltà di accrescimento radicale. I fenomeni valanghivi se da un lato arrecano danno al suolo a causa dell'attrito della massa nevosa sugli orizzonti superficiali, dall' altro creano habitat molto particolari e ricchi di biodiversità all' interno dei canali di transito. Si può infatti evincere come a seguito dell'utilizzo da parte dell'uomo di queste zone montane, il suolo possa subire importanti fenomeni di degradazione fisica e chimica, che vanno tenuti sotto controllo nel tempo. Si osserva inoltre che non sempre le misure esistenti per la conservazione del suolo risultano sufficienti a garantirne la salvaguardia, per cui sarebbe opportuno valutare caso per caso i possibili impatti sui suoli suggerendo buone pratiche per preservarli.
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