Tra Quattrocento e Seicento furono molti i poeti e gli umanisti che si cimentarono con continuazioni dell'Eneide, a seguito della convinzione, diffusasi già dal IV sec. d.c., che il poema di Virgilio fosse rimasto incompleto a causa della morte del poeta. Tra i vari tentativi umanistici (tra cui si può ricordare un abbozzo di Pier Candido Decembrio, di poco precedente), il Supplementum all'Eneide del lodigiano Maffeo Vegio fu l'unico a godere di una fortuna straordinaria: a partire dal 1471 esso iniziò a circolare nelle edizioni a stampa insieme ai dodici libri del poema di Virgilio ed ebbe una grande diffusione fino alla metà del Seicento. Nel XVI secolo l'incremento del mercato librario rese accessibili le opere dell'antichità ad un pubblico sempre più vasto. Si resero ben presto necessarie traduzioni dei classici nelle lingue vernacolari, poiché il nuovo pubblico borghese non possedeva l'istruzione necessaria per comprendere i testi antichi nelle lingue originali. Anche l'opera di Virgilio fu oggetto di volgarizzamenti, e con essa il Supplementum vegiano, che circolava appunto come XIII libro dell'Eneide. Il grande successo del poemetto di Vegio è dimostrato dal fatto che esso, nel torno di pochi decenni, venne tradotto in scozzese dal Gavin Douglas (1513), in inglese da Thomas Twyne (1584) e in francese da Pierre de Mouchault (1577). Queste versioni si rivelano interessanti per la reinterpretazione che ognuna di esse dà al testo latino, presentandosi quasi come riscritture dell'originale a seconda del gusto del traduttore e del contesto storico-geografico in cui furono realizzate. In questo lavoro ho realizzato due brevi saggi di analisi delle opere di Douglas e Twyne, per poi passare a uno studio approfondito della versione francese di Pierre de Mouchault, che si colloca nel contesto delle traduzioni di Virgilio in Francia durante il XVI secolo e si lega ad un momento importante dell'evoluzione della lingua francese e dell'arte della traduzione.

Traduzioni umanistiche del Supplementum all'Eneide di Maffeo Vegio. Con un'analisi della versione francese di Pierre de Mouchault.

DEMICHELIS, ANGELICA
2018/2019

Abstract

Tra Quattrocento e Seicento furono molti i poeti e gli umanisti che si cimentarono con continuazioni dell'Eneide, a seguito della convinzione, diffusasi già dal IV sec. d.c., che il poema di Virgilio fosse rimasto incompleto a causa della morte del poeta. Tra i vari tentativi umanistici (tra cui si può ricordare un abbozzo di Pier Candido Decembrio, di poco precedente), il Supplementum all'Eneide del lodigiano Maffeo Vegio fu l'unico a godere di una fortuna straordinaria: a partire dal 1471 esso iniziò a circolare nelle edizioni a stampa insieme ai dodici libri del poema di Virgilio ed ebbe una grande diffusione fino alla metà del Seicento. Nel XVI secolo l'incremento del mercato librario rese accessibili le opere dell'antichità ad un pubblico sempre più vasto. Si resero ben presto necessarie traduzioni dei classici nelle lingue vernacolari, poiché il nuovo pubblico borghese non possedeva l'istruzione necessaria per comprendere i testi antichi nelle lingue originali. Anche l'opera di Virgilio fu oggetto di volgarizzamenti, e con essa il Supplementum vegiano, che circolava appunto come XIII libro dell'Eneide. Il grande successo del poemetto di Vegio è dimostrato dal fatto che esso, nel torno di pochi decenni, venne tradotto in scozzese dal Gavin Douglas (1513), in inglese da Thomas Twyne (1584) e in francese da Pierre de Mouchault (1577). Queste versioni si rivelano interessanti per la reinterpretazione che ognuna di esse dà al testo latino, presentandosi quasi come riscritture dell'originale a seconda del gusto del traduttore e del contesto storico-geografico in cui furono realizzate. In questo lavoro ho realizzato due brevi saggi di analisi delle opere di Douglas e Twyne, per poi passare a uno studio approfondito della versione francese di Pierre de Mouchault, che si colloca nel contesto delle traduzioni di Virgilio in Francia durante il XVI secolo e si lega ad un momento importante dell'evoluzione della lingua francese e dell'arte della traduzione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/97265