Nella presente tesi viene affrontata la tematica dell'interruzione volontaria della gravidanza e del diritto a non nascere. L'obiettivo è quello di fornire una panoramica sull'evoluzione del rapporto tra la gestante e il feto attraverso l'analisi della pratica abortiva dall'antichità, quando era considerata solo una ¿questione di donne¿, fino ai giorni nostri in cui, acquisendo il feto una rilevanza giuridica, si è dovuto provvedere ad una regolamentazione della materia sfociata in Italia nella Legge 22 maggio 1978, n. 194 che disciplina la pratica abortiva individuandone i presupposti di legittimità in presenza dei quali la donna può ricorrere all'interruzione volontaria della gravidanza. Vengono inoltre analizzati i profili di responsabilità nell'ipotesi in cui la donna veda leso il suo diritto di autodeterminarsi in relazione all'interruzione volontaria della gravidanza e le ripercussioni nei confronti del nascituro e dei membri della famiglia dovute a una condotta negligente del medico: in particolare si analizza la figura del concepito e il suo ¿diritto a non nascere¿. In ultimo si illustra la situazione presente in altri Paesi rilevando analogie con l'Italia ovvero restrizioni legislative che comportano significativi flussi migratori verso i paesi con una legislazione più liberale

L'interruzione volontaria della gravidanza e il diritto a "non nascere". La questione dei "limiti" nel diritto comparato

TILLI, ELENA
2018/2019

Abstract

Nella presente tesi viene affrontata la tematica dell'interruzione volontaria della gravidanza e del diritto a non nascere. L'obiettivo è quello di fornire una panoramica sull'evoluzione del rapporto tra la gestante e il feto attraverso l'analisi della pratica abortiva dall'antichità, quando era considerata solo una ¿questione di donne¿, fino ai giorni nostri in cui, acquisendo il feto una rilevanza giuridica, si è dovuto provvedere ad una regolamentazione della materia sfociata in Italia nella Legge 22 maggio 1978, n. 194 che disciplina la pratica abortiva individuandone i presupposti di legittimità in presenza dei quali la donna può ricorrere all'interruzione volontaria della gravidanza. Vengono inoltre analizzati i profili di responsabilità nell'ipotesi in cui la donna veda leso il suo diritto di autodeterminarsi in relazione all'interruzione volontaria della gravidanza e le ripercussioni nei confronti del nascituro e dei membri della famiglia dovute a una condotta negligente del medico: in particolare si analizza la figura del concepito e il suo ¿diritto a non nascere¿. In ultimo si illustra la situazione presente in altri Paesi rilevando analogie con l'Italia ovvero restrizioni legislative che comportano significativi flussi migratori verso i paesi con una legislazione più liberale
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