The thesis work describes the interdisciplinary study, the planning and the intervention of conservation and restoration of a set of fragments of wall paintings and stucco elements, found during the excavation conducted by the Earthwatch Institute (Oxford) in July 1998, in the Sanctuary of Apollo in Pompeii. It was possible to recognize 33 different kind of decorations, of which only four have a sufficient number of fragments to allow the reassembly: polychrome stucco that include parts of winged griffins framed by a blue border, garlands and plant motifs, parts of columns and capitals. The plasters come from the area of the east porch of the peribolos. To date, the exact location of all the decorative motifs is not yet known. The historical and artistic study was aimed at providing new interpretations for some of the decorative elements of the arcade. The intervention involved the identification of the original position of the portion of the frieze with griffins, after stylistic framing of the decoration of III and IV style and the identification of the development of the decorative motif. The work, assisted by technical and scientific investigations, has allowed to launch experiments useful for studying in depth the materials used and the execution techniques. For the design of the intervention on the work, specimens of painted plaster have been prepared ad hoc to recreate the technique and the state of preservation of the original artefact, also simulating its present degradation. On these objects, some areas have been selected to conduct preliminary cleaning and consolidation tests, this procedure has allowed these operations to be monitored, identifying the alteration threshold of the different materials. A second phase involved the restoration of the artefacts through surface cleaning operations using the various laser instruments. This technology has proved to be decisive for the targeted removal of carbonate earthy concretions also in correspondence of the pictorial films characterized by a marked sensitivity to traditional cleaning systems. The restoration intervention also included the consolidating treatment of the various constituent layers with the aid of lime-based nanosystems. The study, aimed at the reconstruction of the fragments, envisaged: the execution of a digital graphic rendering of the decorative structures based on the elaboration of all the information gathered during the study phase; graphic mappings realized in 1: 1 scale for the visualization of the assembly of the definitely connected fragments; the actual reassembly of the pieces that can be reassembled. Finally, a housing solution of all the fragments was studied to ensure better future conservation. To this end, special containers have been designed to create a tailor-made space for each fragment. The use of an inert and shock-absorbing foam material was envisaged, useful both for cushioning any impact during the movement of the work, and for maintaining an ideal internal environment.
L'elaborato di tesi descrive lo studio interdisciplinare, la progettazione e l'intervento di conservazione e restauro di un lotto di frammenti di intonaci dipinti ed elementi in stucco, rinvenuti in occasione degli scavi condotti dall'Istituto di Earthwatch (Oxford) nel luglio 1998, nel Santuario di Apollo a Pompei. E' stato possibile riconoscere 33 tipologie decorative differenti, di cui solo quattro hanno un numero di frammenti sufficiente da consentirne il riassemblaggio: stucchi policromi includenti parti del corpo di grifoni alati incorniciati da un bordo blu, ghirlande e motivi vegetali, resti di colonne e capitelli. Gli intonaci provengono dall'area pertinente al portico Est del peribolo. Ad oggi non è ancora nota l'esatta collocazione di tutti i motivi decorativi rinvenuti a causa della scarsa documentazione pervenuta. Lo studio storico artistico è stato finalizzato a fornire nuove chiavi di lettura per alcuni degli apparati decorativi del porticato. L'intervento ha previsto l'identificazione della posizione originale della porzione del fregio con grifi, previo inquadramento stilistico della decorazione di III e IV stile e l'individuazione dello sviluppo del motivo decorativo. Il lavoro, coadiuvato da indagini tecnico-scientifiche, ha consentito di avviare sperimentazioni utili all'approfondimento relativo ai materiali impiegati e alle tecniche di esecuzione. Per la progettazione dell'intervento sull'opera, sono stati predisposti provini di intonaco dipinto realizzati ad hoc per ricreare la tecnica e lo stato di conservazione del manufatto originale, simulandone anche il degrado presente. Su questi ultimi sono state selezionate delle aree per condurre i test preliminari di pulitura e di consolidamento, tale procedura ha permesso di monitorare le suddette operazioni, individuando la soglia di alterazione dei diversi materiali. Una seconda fase ha previsto il restauro dei manufatti attraverso operazioni di pulitura della superficie sfruttando le diverse strumentazioni laser. Tale tecnologia si è rivelata risolutiva per la rimozione mirata delle concrezioni terrose carbonatiche anche in corrispondenza delle pellicole pittoriche caratterizzate da una spiccata sensibilità ai sistemi di pulitura tradizionali. L'intervento di restauro ha previsto anche il trattamento consolidante dei diversi strati costitutivi con l'ausilio di nanosistemi a base di calce. Lo studio volto alla ricomposizione dei frammenti ha previsto: l'esecuzione di una restituzione grafica digitale degli apparati decorativi basata sull'elaborazione di tutte le informazioni raccolte in fase di studio; ulteriori mappature grafiche realizzate in scala 1:1 per la visualizzazione dell'assemblaggio dei frammenti con attacco certo; il riassemblaggio vero e proprio dei pezzi ricomponibili. Infine, è stata studiata una soluzione per housing di tutti i reperti, volta a garantirne una migliore conservazione futura. A tale scopo, si è provveduto alla progettazione di appositi contenitori entro cui ricavare uno spazio creato su misura, per ciascun frammento. E' stato previsto il ricorso ad un materiale espanso inerte e ammortizzante, utile sia per ammortizzare eventuali urti durante la movimentazione dell'opera, sia per il mantenimento di un ambiente interno ideale.
IL SANTUARIO DI APOLLO A POMPEI: STUDIO, CONSERVAZIONE E RESTAURO DI FRAMMENTI DI DIPINTI MURALI PROVENIENTI DALLO SCAVO ARCHEOLOGICO
EMIRI, CHIARA
2017/2018
Abstract
L'elaborato di tesi descrive lo studio interdisciplinare, la progettazione e l'intervento di conservazione e restauro di un lotto di frammenti di intonaci dipinti ed elementi in stucco, rinvenuti in occasione degli scavi condotti dall'Istituto di Earthwatch (Oxford) nel luglio 1998, nel Santuario di Apollo a Pompei. E' stato possibile riconoscere 33 tipologie decorative differenti, di cui solo quattro hanno un numero di frammenti sufficiente da consentirne il riassemblaggio: stucchi policromi includenti parti del corpo di grifoni alati incorniciati da un bordo blu, ghirlande e motivi vegetali, resti di colonne e capitelli. Gli intonaci provengono dall'area pertinente al portico Est del peribolo. Ad oggi non è ancora nota l'esatta collocazione di tutti i motivi decorativi rinvenuti a causa della scarsa documentazione pervenuta. Lo studio storico artistico è stato finalizzato a fornire nuove chiavi di lettura per alcuni degli apparati decorativi del porticato. L'intervento ha previsto l'identificazione della posizione originale della porzione del fregio con grifi, previo inquadramento stilistico della decorazione di III e IV stile e l'individuazione dello sviluppo del motivo decorativo. Il lavoro, coadiuvato da indagini tecnico-scientifiche, ha consentito di avviare sperimentazioni utili all'approfondimento relativo ai materiali impiegati e alle tecniche di esecuzione. Per la progettazione dell'intervento sull'opera, sono stati predisposti provini di intonaco dipinto realizzati ad hoc per ricreare la tecnica e lo stato di conservazione del manufatto originale, simulandone anche il degrado presente. Su questi ultimi sono state selezionate delle aree per condurre i test preliminari di pulitura e di consolidamento, tale procedura ha permesso di monitorare le suddette operazioni, individuando la soglia di alterazione dei diversi materiali. Una seconda fase ha previsto il restauro dei manufatti attraverso operazioni di pulitura della superficie sfruttando le diverse strumentazioni laser. Tale tecnologia si è rivelata risolutiva per la rimozione mirata delle concrezioni terrose carbonatiche anche in corrispondenza delle pellicole pittoriche caratterizzate da una spiccata sensibilità ai sistemi di pulitura tradizionali. L'intervento di restauro ha previsto anche il trattamento consolidante dei diversi strati costitutivi con l'ausilio di nanosistemi a base di calce. Lo studio volto alla ricomposizione dei frammenti ha previsto: l'esecuzione di una restituzione grafica digitale degli apparati decorativi basata sull'elaborazione di tutte le informazioni raccolte in fase di studio; ulteriori mappature grafiche realizzate in scala 1:1 per la visualizzazione dell'assemblaggio dei frammenti con attacco certo; il riassemblaggio vero e proprio dei pezzi ricomponibili. Infine, è stata studiata una soluzione per housing di tutti i reperti, volta a garantirne una migliore conservazione futura. A tale scopo, si è provveduto alla progettazione di appositi contenitori entro cui ricavare uno spazio creato su misura, per ciascun frammento. E' stato previsto il ricorso ad un materiale espanso inerte e ammortizzante, utile sia per ammortizzare eventuali urti durante la movimentazione dell'opera, sia per il mantenimento di un ambiente interno ideale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/97111