Brentuximab vedotin is a monoclonal antibody conjugated with a cytotoxin called monomethylauristatin E (MMAE) able to selectively interact with a specific transmembrane protein called CD30 and expressed on the cells of Hodgkin's lymphoma[1];[3]. The drug is made thanks to a modification of the IgG1 chimeric anti-cd30 which, through the bridge dipeptidic Valine-Citrulline, allows the connection with the antimitotic agent MMAE[1];[3]. The antibody represents the vector through which cytotoxin is addressed to Reed Stemberg cells, namely giant cells derived from B lymphocytes and characterized by the presence of two distinct nuclei. In Hodgkin's lymphoma these cancer cells are isolated and surrounded by an exuberant outline of reactive cells able to provide the neoplastic cell protection and nourishment indispensable for tumor cells survival [4]. Within the target cell, the antibody is able to release the MMAE thanks to the intervention of cathepsin B and S, two lysosomal proteolytic enzymes belonging to the class of endopeptidase[2]. Cytotoxin, independent of the dipeptide linker, will be free to go to action by inhibiting the polymerization of microtubules[1]. Phase I, II and III clinical trials suggest that brentuximab vedotin is indicated for the treatment of adult patients with Hodgkin's lymphoma CD30 + relapsing or refractory following autologous stem cell transplantation (ASCT) or at least two previous therapeutic regimens, when ASCT or polichemotherapy did not represent a treatment option. [1];[3] Ultimately brentuximab vedotin as well as being a viable alternative to traditional chemotherapy has proved a safe and selective antineoplastic against diseased cells, has an excellent response rate and a very favorable risk/benefit assessment[3].
Il Brentuximab vedotin è un anticorpo monoclonale coniugato con una citotossina denominata monometilauristatina E (MMAE) in grado di andare ad interagire selettivamente con una specifica proteina transmembrana, CD30, espressa sulle cellule del Linfoma di Hodgkin[1];[3]. Il medicinale è realizzato grazie ad una modificazione della IgG1 chimerica anti-cd30 che, attraverso il ponte dipeptidico valina-citrullina, permette il legame con l'agente antimitotico MMAE[1];[3]. L'anticorpo rappresenta il vettore attraverso il quale la citotossina viene indirizzata alle cellule di Reed Stemberg, ossia cellule giganti derivate da linfociti B e caratterizzate dalla presenza di due nuclei distinti. Nel linfoma di Hodgkin queste cellule tumorali sono isolate e circondate da un esuberante contorno di cellule reattive in grado di fornire alla cellula neoplastica protezione e nutrimento indispensabili per la sua sopravvivenza [4]. All'interno della cellula bersaglio l'anticorpo riesce a liberare la MMAE grazie all'intervento di Catepsina B ed S, due enzimi proteolitici lisosomiali appartenenti alla classe delle endopeptidasi [2]. La citotossina, indipendente dal linker dipeptidico, sarà così libera di andare ad agire inibendo la polimerizzazione dei microtubuli [1]. Trials clinici di fase I, II e III suggeriscono che il brentuximab vedotin è indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da linfoma di Hodgkin CD30+ recidivante o refrattario in seguito a trapianto autologo di cellule staminali (ASCT) oppure in seguito ad almeno due precedenti regimi terapeutici, quando l'ASCT o la polichemioterapia non hanno rappresentato un'opzione terapeutica[1];[3]. In definitiva questo farmaco, oltre che risultare una valida alternativa alla chemioterapia tradizionale è un antineoplastico sicuro e selettivo nei confronti delle cellule malate, presentando un eccellente percentuale di risposta ed un rapporto beneficio/danno molto favorevole [3].
Brentuximab Vedotin per il Trattamento dei Pazienti con Linfoma
SPADARO, STEFANO
2017/2018
Abstract
Il Brentuximab vedotin è un anticorpo monoclonale coniugato con una citotossina denominata monometilauristatina E (MMAE) in grado di andare ad interagire selettivamente con una specifica proteina transmembrana, CD30, espressa sulle cellule del Linfoma di Hodgkin[1];[3]. Il medicinale è realizzato grazie ad una modificazione della IgG1 chimerica anti-cd30 che, attraverso il ponte dipeptidico valina-citrullina, permette il legame con l'agente antimitotico MMAE[1];[3]. L'anticorpo rappresenta il vettore attraverso il quale la citotossina viene indirizzata alle cellule di Reed Stemberg, ossia cellule giganti derivate da linfociti B e caratterizzate dalla presenza di due nuclei distinti. Nel linfoma di Hodgkin queste cellule tumorali sono isolate e circondate da un esuberante contorno di cellule reattive in grado di fornire alla cellula neoplastica protezione e nutrimento indispensabili per la sua sopravvivenza [4]. All'interno della cellula bersaglio l'anticorpo riesce a liberare la MMAE grazie all'intervento di Catepsina B ed S, due enzimi proteolitici lisosomiali appartenenti alla classe delle endopeptidasi [2]. La citotossina, indipendente dal linker dipeptidico, sarà così libera di andare ad agire inibendo la polimerizzazione dei microtubuli [1]. Trials clinici di fase I, II e III suggeriscono che il brentuximab vedotin è indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da linfoma di Hodgkin CD30+ recidivante o refrattario in seguito a trapianto autologo di cellule staminali (ASCT) oppure in seguito ad almeno due precedenti regimi terapeutici, quando l'ASCT o la polichemioterapia non hanno rappresentato un'opzione terapeutica[1];[3]. In definitiva questo farmaco, oltre che risultare una valida alternativa alla chemioterapia tradizionale è un antineoplastico sicuro e selettivo nei confronti delle cellule malate, presentando un eccellente percentuale di risposta ed un rapporto beneficio/danno molto favorevole [3].File | Dimensione | Formato | |
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