Il fumo di tabacco rappresenta una problematica sanitaria dal grande impatto socioeconomico. L'uso continuato di tabacco può essere causa di molte condizioni patologiche per l'organismo umano, fra cui tumori, affezioni cardiovascolari ed altre. Inoltre, i costi per le cure e la perdita di produttività dei soggetti che incorrono in danni da fumo rappresentano un costo economico non indifferente per la società. Negli ultimi anni nel nostro Paese il numero di fumatori è andato aumentando e ad oggi la percentuale dei fumatori in Italia è molto alta e si aggira intorno al 26%. Per le motivazioni sopra indicate promuovere campagne antifumo rappresenta un intervento sociale quanto mai necessario. Vari sono gli attori che possono essere coinvolti in questo ambito, ma i farmacisti e le farmacie, per il loro rapporto confidenziale con il cliente e per la distribuzione capillare sul territorio, rappresentano un avamposto sanitario d'eccellenza per condurre campagne di prevenzione e di promozione della salute. Diverse sono le iniziative per la lotta al fumo ad oggi già sperimentate in alcune farmacie; in alcuni casi i farmacisti si sono limitati a fornire utili informazioni circa i danni provocati dal fumo in modo da sensibilizzare la popolazione su questa problematica. In altri casi invece alcune farmacie hanno assunto un ruolo più attivo, affiancando il fumatore nel suo percorso di disassuefazione. Nel presente lavoro di tesi sono stati analizzati i questionari oggetto di un'indagine condotta tra ottobre e dicembre 2018 fra farmacisti piemontesi sul fumo. Dall'analisi dei dati è emerso che, dei 108 farmacisti intervistati, solamente una piccola percentuale è a conoscenza del numero di soggetti fumatori e delle patologie fumo-correlate (38.8% e 15,7% rispettivamente). Allo stesso tempo però i farmacisti si sono dimostrati interessati ad intervenire in questo campo, infatti il 78% degli intervistati ha affermato di ritenere utile una formazione specifica sulla problematica del fumo e il 91,6% ha dichiarato che sarebbe disponibile a partecipare a progetti sul fumo che coinvolgano i clienti delle farmacie di comunità. Una campagna antifumo che coinvolga, insieme ad altri attori, anche il farmacista di comunità potrebbe quindi rivelarsi un intervento sociale di successo, migliorando lo stato di salute della popolazione e consentendo un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale.

IL RUOLO DEL FARMACISTA DI COMUNITÀ NELLA LOTTA AL FUMO, UN'INDAGINE TRA I FARMACISTI

GIGLIOTTI, ANDREA
2017/2018

Abstract

Il fumo di tabacco rappresenta una problematica sanitaria dal grande impatto socioeconomico. L'uso continuato di tabacco può essere causa di molte condizioni patologiche per l'organismo umano, fra cui tumori, affezioni cardiovascolari ed altre. Inoltre, i costi per le cure e la perdita di produttività dei soggetti che incorrono in danni da fumo rappresentano un costo economico non indifferente per la società. Negli ultimi anni nel nostro Paese il numero di fumatori è andato aumentando e ad oggi la percentuale dei fumatori in Italia è molto alta e si aggira intorno al 26%. Per le motivazioni sopra indicate promuovere campagne antifumo rappresenta un intervento sociale quanto mai necessario. Vari sono gli attori che possono essere coinvolti in questo ambito, ma i farmacisti e le farmacie, per il loro rapporto confidenziale con il cliente e per la distribuzione capillare sul territorio, rappresentano un avamposto sanitario d'eccellenza per condurre campagne di prevenzione e di promozione della salute. Diverse sono le iniziative per la lotta al fumo ad oggi già sperimentate in alcune farmacie; in alcuni casi i farmacisti si sono limitati a fornire utili informazioni circa i danni provocati dal fumo in modo da sensibilizzare la popolazione su questa problematica. In altri casi invece alcune farmacie hanno assunto un ruolo più attivo, affiancando il fumatore nel suo percorso di disassuefazione. Nel presente lavoro di tesi sono stati analizzati i questionari oggetto di un'indagine condotta tra ottobre e dicembre 2018 fra farmacisti piemontesi sul fumo. Dall'analisi dei dati è emerso che, dei 108 farmacisti intervistati, solamente una piccola percentuale è a conoscenza del numero di soggetti fumatori e delle patologie fumo-correlate (38.8% e 15,7% rispettivamente). Allo stesso tempo però i farmacisti si sono dimostrati interessati ad intervenire in questo campo, infatti il 78% degli intervistati ha affermato di ritenere utile una formazione specifica sulla problematica del fumo e il 91,6% ha dichiarato che sarebbe disponibile a partecipare a progetti sul fumo che coinvolgano i clienti delle farmacie di comunità. Una campagna antifumo che coinvolga, insieme ad altri attori, anche il farmacista di comunità potrebbe quindi rivelarsi un intervento sociale di successo, migliorando lo stato di salute della popolazione e consentendo un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale.
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