La Valle d'Aosta è una regione ad elevato rischio geologico perché la pericolosità è spesso associata ad una forte presenza umana, con strutture e infrastrutture sia pubbliche che private, concentrate in aree ristrette. Nella tesi sono stati analizzati quattro casi esemplificativi in questo senso (Courmayeur, Gressoney La Trinité, Antey Saint André e Cogne), in cui sono presenti frane di crollo storiche con possibili eventi più antichi. Lo scopo delle analisi è stato quello di individuare e campionare elementi utili a precisare le relazioni fra frequenza e magnitudo dei fenomeni di instabilità, come eventuale contributo alla mitigazione del rischio. In particolare, si è cercato di agevolare l'ufficio Attività Geologiche della Regione Valle d'Aosta nel tentativo di migliorare le procedure di progettazione e l'ubicazione di opere quali barriere paramassi e rilevati in terra armata. Per l'analisi delle pareti rocciose instabili e delle relative aree di accumulo è stato innanzitutto prodotto un quadro conoscitivo di base per ciascun sito, ovvero: 1) un catalogo dei dissesti, 2) una sintesi delle conoscenze geologico-tecniche pregresse, 3) una carta geomorfologica originale 4) un'elaborazione cartografica schematica. La ricerca si è poi concentrata sui ¿testimoni muti¿ ovvero quegli elementi geologici e geomorfologici (blocchi rocciosi, sedimenti) che possano eventualmente testimoniare l'occorrenza di eventi preistorici di instabilità gravitativa. Sono state svolte indagini in situ (rilevamenti di dettaglio, misure e campionamenti) e in laboratorio (analisi al microscopio) per interpretare i processi/eventi che hanno prodotto i vari accumuli di grandi blocchi rocciosi e per poterli inquadrare nella scala temporale. La preparazione dei campioni è stata appositamente sviluppata per l'applicazione del metodo di datazione dei nuclidi cosmogenici. Dopo la selezione di blocchi e superfici adatti, sono stati prelevati campioni di cui sono state fatte alcune sezioni sottili. Dalle sezioni sottili sono state ricavate le paragenesi minerali di ciascun campione, in modo da poter scegliere il corretto isotopo da considerare. Le datazioni saranno svolte dal Prof. John Gosse della Dalhousie University (Halifax, Canada) che, dopo aver calibrato i risultati sulla base dei dati raccolti in situ (altitudine, latitudine, orientazione della superficie campionata, profilo dell'orizzonte circostante, alterazione delle superfici e copertura vegetale), otterrà le durate di esposizione ai raggi cosmici (comprese in un range di età), ovvero le età presumibili del crollo dei blocchi. La tesi inoltre, ha permesso di sviluppare una procedura sperimentale da utilizzare in altri casi analoghi. L'applicazione di questa metodologia ha migliorato le conoscenze geomorfologico-ambientali delle frane di crollo analizzate e ha permesso di collocare ciascun blocco campionato ad un evento spaziale specifico. Lo studio di testimoni muti quindi risulta molto utile non solo per precisare l'evoluzione geomorfologica del versante, ma anche nella progettazione di opere ai fini della mitigazione del rischio. In quest'ottica le datazioni andranno ad affinare il metodo di stima del tempo di ritorno dei fenomeni di crollo sulla base del volume dei blocchi, facilitando il progettista nella scelta del corretto blocco di progetto.

Contributi alla mitigazione del rischio di frana da crollo in Valle d'Aosta: analisi geomorfologiche di dettaglio e preparazioni di campioni per datazioni cosmogeniche.

DI SOPRA, PIETRO
2017/2018

Abstract

La Valle d'Aosta è una regione ad elevato rischio geologico perché la pericolosità è spesso associata ad una forte presenza umana, con strutture e infrastrutture sia pubbliche che private, concentrate in aree ristrette. Nella tesi sono stati analizzati quattro casi esemplificativi in questo senso (Courmayeur, Gressoney La Trinité, Antey Saint André e Cogne), in cui sono presenti frane di crollo storiche con possibili eventi più antichi. Lo scopo delle analisi è stato quello di individuare e campionare elementi utili a precisare le relazioni fra frequenza e magnitudo dei fenomeni di instabilità, come eventuale contributo alla mitigazione del rischio. In particolare, si è cercato di agevolare l'ufficio Attività Geologiche della Regione Valle d'Aosta nel tentativo di migliorare le procedure di progettazione e l'ubicazione di opere quali barriere paramassi e rilevati in terra armata. Per l'analisi delle pareti rocciose instabili e delle relative aree di accumulo è stato innanzitutto prodotto un quadro conoscitivo di base per ciascun sito, ovvero: 1) un catalogo dei dissesti, 2) una sintesi delle conoscenze geologico-tecniche pregresse, 3) una carta geomorfologica originale 4) un'elaborazione cartografica schematica. La ricerca si è poi concentrata sui ¿testimoni muti¿ ovvero quegli elementi geologici e geomorfologici (blocchi rocciosi, sedimenti) che possano eventualmente testimoniare l'occorrenza di eventi preistorici di instabilità gravitativa. Sono state svolte indagini in situ (rilevamenti di dettaglio, misure e campionamenti) e in laboratorio (analisi al microscopio) per interpretare i processi/eventi che hanno prodotto i vari accumuli di grandi blocchi rocciosi e per poterli inquadrare nella scala temporale. La preparazione dei campioni è stata appositamente sviluppata per l'applicazione del metodo di datazione dei nuclidi cosmogenici. Dopo la selezione di blocchi e superfici adatti, sono stati prelevati campioni di cui sono state fatte alcune sezioni sottili. Dalle sezioni sottili sono state ricavate le paragenesi minerali di ciascun campione, in modo da poter scegliere il corretto isotopo da considerare. Le datazioni saranno svolte dal Prof. John Gosse della Dalhousie University (Halifax, Canada) che, dopo aver calibrato i risultati sulla base dei dati raccolti in situ (altitudine, latitudine, orientazione della superficie campionata, profilo dell'orizzonte circostante, alterazione delle superfici e copertura vegetale), otterrà le durate di esposizione ai raggi cosmici (comprese in un range di età), ovvero le età presumibili del crollo dei blocchi. La tesi inoltre, ha permesso di sviluppare una procedura sperimentale da utilizzare in altri casi analoghi. L'applicazione di questa metodologia ha migliorato le conoscenze geomorfologico-ambientali delle frane di crollo analizzate e ha permesso di collocare ciascun blocco campionato ad un evento spaziale specifico. Lo studio di testimoni muti quindi risulta molto utile non solo per precisare l'evoluzione geomorfologica del versante, ma anche nella progettazione di opere ai fini della mitigazione del rischio. In quest'ottica le datazioni andranno ad affinare il metodo di stima del tempo di ritorno dei fenomeni di crollo sulla base del volume dei blocchi, facilitando il progettista nella scelta del corretto blocco di progetto.
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