n.d.

La presente dissertazione si apre con un breve excursus storico-giuridico atto a ripercorrere l'evoluzione del potere di controllo del datore di lavoro dalle sue origini sino all'approvazione dello Statuto dei lavoratori (l. n. 300/1970). Successivamente ci si è concentrati su una peculiare forma di controllo che quest'ultimo può esercitare nei confronti dei suoi dipendenti, ovverosia il controllo a distanza. In primo luogo si sono analizzate le criticità emerse in riferimento alla previgente disciplina dell'art. 4 St. Lav., criticità che hanno indotto il legislatore ad intervenire in materia (art. 1, comma 7, let. f), l. n. 183/2014). Si è passati poi a delineare, attraverso un'esegesi dei singoli commi che lo costituiscono, le implicazioni interpretativo-applicative dell'attuale art. 4 St. Lav.: dapprima concentrando l'attenzione sui profili di ammissibilità dei controlli cd. diretti, preterintenzionali e difensivi, e, poi, sugli incerti e multiformi confini degli strumenti previsti dall'art. 4 St. Lav., comma 2. Nel corso di tutta la trattazione ¿ e con l'intento di individuare entro quali limiti oggi il datore di lavoro possa sorvegliare in modo impersonale i lavoratori ¿ si è cercato di accogliere un'interpretazione che fosse in grado sia di tenere in debita considerazione il complesso di fonti, anche sovranazionali, che concorrono nel disciplinare tale materia, sia di garantire il più ampio spazio ai diritti ed alle libertà di questi ultimi. Infine, ci si è chiesti se ¿ e per quali scopi ¿ possano essere utilizzate le informazioni raccolte dal datore di lavoro attraverso le strumentazioni tecnologiche impiegate nel contesto aziendale.

Il controllo a distanza nel rapporto di lavoro: eterogeneità e concorrenza di fonti

MARCECA, CAROLA
2017/2018

Abstract

La presente dissertazione si apre con un breve excursus storico-giuridico atto a ripercorrere l'evoluzione del potere di controllo del datore di lavoro dalle sue origini sino all'approvazione dello Statuto dei lavoratori (l. n. 300/1970). Successivamente ci si è concentrati su una peculiare forma di controllo che quest'ultimo può esercitare nei confronti dei suoi dipendenti, ovverosia il controllo a distanza. In primo luogo si sono analizzate le criticità emerse in riferimento alla previgente disciplina dell'art. 4 St. Lav., criticità che hanno indotto il legislatore ad intervenire in materia (art. 1, comma 7, let. f), l. n. 183/2014). Si è passati poi a delineare, attraverso un'esegesi dei singoli commi che lo costituiscono, le implicazioni interpretativo-applicative dell'attuale art. 4 St. Lav.: dapprima concentrando l'attenzione sui profili di ammissibilità dei controlli cd. diretti, preterintenzionali e difensivi, e, poi, sugli incerti e multiformi confini degli strumenti previsti dall'art. 4 St. Lav., comma 2. Nel corso di tutta la trattazione ¿ e con l'intento di individuare entro quali limiti oggi il datore di lavoro possa sorvegliare in modo impersonale i lavoratori ¿ si è cercato di accogliere un'interpretazione che fosse in grado sia di tenere in debita considerazione il complesso di fonti, anche sovranazionali, che concorrono nel disciplinare tale materia, sia di garantire il più ampio spazio ai diritti ed alle libertà di questi ultimi. Infine, ci si è chiesti se ¿ e per quali scopi ¿ possano essere utilizzate le informazioni raccolte dal datore di lavoro attraverso le strumentazioni tecnologiche impiegate nel contesto aziendale.
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n.d.
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