The 1980s remain a divisive decade in public opinion even today. These years were marked by significant changes, socio-economic transformations and crucial events that distinguished not only Italy’s national destiny but also European and global trajectories. For this reason, it is difficult to give a unified judgement on such a complex phase, were the twilight of one era and the dawn of a new one are intertwined. Certainly, first event that comes to mind when talking about this decade is undoubtedly the fall of the Berlin Wall in 1989 - an event that seemed unimaginable only a few years earlier, given the return of tension between the superpowers, compounded by new regional conflicts, notably the war in Afghanistan. That said, when focusing specifically on Italy, the country faced social challenges including attacks and kidnappings, no longer only from so-called armed groups but also increasingly attributable to organized crime: the mafia. The year 1980, in particular, is remembered for the Bologna massacre, one of the last blows of the strategy of tension, which is generally considered to have begun in 1969 with the Piazza Fontana bombing. Similarly, the economic situation was not in the best shape. The dangerous new conjuncture of inflation and stagnation in the Italian economy, worsened by international events such as the crisis in Iran, heralded a crisis affecting a country that had already undergone significant transformation since the end of World War II. In thirty years, Italy had transformed from an agricultural country, under the Republic since 1946, into a highly industrialized nation, experiencing a period of prosperity, secularization and the emergence of new social categories and classes, with a growing middle class. The “new society”, a phrase favored by De Mita in his 1983 political campaign, thus had new needs and trends. And what about politics?

Gli anni ottanta nell’opinione pubblica rimangono ancora oggi un decennio divisivo: sono anni segnati da grandi cambiamenti, trasformazioni socio-economiche, eventi cruciali, che hanno distinto il destino non solo nazionale italiano, ma europeo e globale. Proprio per questo risulta difficile dare un giudizio univoco su una fase così complessa, nella quale si uniscono il tramonto e l’alba di una nuova epoca. Certo, il primo avvenimento al quale ci si rifà parlando di questa decade è senza dubbio la caduta del muro di Berlino nel 1989, fatto difficilmente immaginabile solo pochi anni prima, visto il ritorno di una tensione tra le due superpotenze, coadiuvata da nuovi conflitti regionali, su tutti la guerra in Afghanistan. Detto questo però andando nello specifico, analizzando l’Italia, essa si ritrova ad affrontare dal punto di vista sociale, attentati e rapimenti, non più ormai solo per mano dei cosiddetti partiti armati, ma ora anche riconducibili alla criminalità organizzata: la mafia. Il 1980 a proposito si ricorda soprattutto per la strage di Bologna, uno degli ultimi colpi di quella strategia della tensione, fatta iniziare generalmente nel 1969 con la strage di piazza Fontana. Allo stesso modo la situazione economica non è delle migliori. La nuova e pericolosa congiuntura di inflazione e stagnazione dell’economia italiana, non aiutata dalle vicende internazionali, vedi Iran, dà il la ad una crisi, che tocca un paese ormai pienamente trasformato rispetto alla fine della seconda guerra mondiale. Nel giro di trent’anni difatti il paese agricolo, che la Repubblica prende in mano nel ’46, diviene un paese fortemente industrializzato, che conosce la società del benessere, che si secolarizza e che vede al suo interno la nascita di nuove categorie e classi sociali, con un aumento sempre maggiore del cosiddetto ceto medio. La “società nuova”, espressione cara a De Mita nella campagna politica del 1983, ha quindi nuove esigenze, nuove tendenze. E la politica?

"L'ultima stagione dei partiti costituenti. DC-PCI-PSI-PRI dalle elezioni di giugno '83 alla svolta della Bolognina"

PIPINO, ENRICO
2023/2024

Abstract

Gli anni ottanta nell’opinione pubblica rimangono ancora oggi un decennio divisivo: sono anni segnati da grandi cambiamenti, trasformazioni socio-economiche, eventi cruciali, che hanno distinto il destino non solo nazionale italiano, ma europeo e globale. Proprio per questo risulta difficile dare un giudizio univoco su una fase così complessa, nella quale si uniscono il tramonto e l’alba di una nuova epoca. Certo, il primo avvenimento al quale ci si rifà parlando di questa decade è senza dubbio la caduta del muro di Berlino nel 1989, fatto difficilmente immaginabile solo pochi anni prima, visto il ritorno di una tensione tra le due superpotenze, coadiuvata da nuovi conflitti regionali, su tutti la guerra in Afghanistan. Detto questo però andando nello specifico, analizzando l’Italia, essa si ritrova ad affrontare dal punto di vista sociale, attentati e rapimenti, non più ormai solo per mano dei cosiddetti partiti armati, ma ora anche riconducibili alla criminalità organizzata: la mafia. Il 1980 a proposito si ricorda soprattutto per la strage di Bologna, uno degli ultimi colpi di quella strategia della tensione, fatta iniziare generalmente nel 1969 con la strage di piazza Fontana. Allo stesso modo la situazione economica non è delle migliori. La nuova e pericolosa congiuntura di inflazione e stagnazione dell’economia italiana, non aiutata dalle vicende internazionali, vedi Iran, dà il la ad una crisi, che tocca un paese ormai pienamente trasformato rispetto alla fine della seconda guerra mondiale. Nel giro di trent’anni difatti il paese agricolo, che la Repubblica prende in mano nel ’46, diviene un paese fortemente industrializzato, che conosce la società del benessere, che si secolarizza e che vede al suo interno la nascita di nuove categorie e classi sociali, con un aumento sempre maggiore del cosiddetto ceto medio. La “società nuova”, espressione cara a De Mita nella campagna politica del 1983, ha quindi nuove esigenze, nuove tendenze. E la politica?
"The last season of the Constitutional parties. DC-PCI-PSI-PRI from the political elections of June '83 to svolta della Bolognina"
The 1980s remain a divisive decade in public opinion even today. These years were marked by significant changes, socio-economic transformations and crucial events that distinguished not only Italy’s national destiny but also European and global trajectories. For this reason, it is difficult to give a unified judgement on such a complex phase, were the twilight of one era and the dawn of a new one are intertwined. Certainly, first event that comes to mind when talking about this decade is undoubtedly the fall of the Berlin Wall in 1989 - an event that seemed unimaginable only a few years earlier, given the return of tension between the superpowers, compounded by new regional conflicts, notably the war in Afghanistan. That said, when focusing specifically on Italy, the country faced social challenges including attacks and kidnappings, no longer only from so-called armed groups but also increasingly attributable to organized crime: the mafia. The year 1980, in particular, is remembered for the Bologna massacre, one of the last blows of the strategy of tension, which is generally considered to have begun in 1969 with the Piazza Fontana bombing. Similarly, the economic situation was not in the best shape. The dangerous new conjuncture of inflation and stagnation in the Italian economy, worsened by international events such as the crisis in Iran, heralded a crisis affecting a country that had already undergone significant transformation since the end of World War II. In thirty years, Italy had transformed from an agricultural country, under the Republic since 1946, into a highly industrialized nation, experiencing a period of prosperity, secularization and the emergence of new social categories and classes, with a growing middle class. The “new society”, a phrase favored by De Mita in his 1983 political campaign, thus had new needs and trends. And what about politics?
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/9697