Questa tesi magistrale del corso di laurea in studi storici ha lo scopo di provare ad analizzare le vicende della breve campagna militare piemontese del 1849 attraverso le carte della commissione d'inchiesta istituita il 3 aprile dello stesso anno. Questi documenti sono stati studiati prestando particolare attenzione all'aspetto dell'opinione pubblica e del dibattito politico interno dello stato sardo. L'analisi dei documenti d'archivio e stampati ha evidenziato l'importanza delle insistenti voci di presunti tradimenti, avvenuti nel corso degli avvenimenti bellici, nel motivare una forte richiesta di chiarezza, espressa in particolare in parlamento e attraverso i giornali, che originò l'istituzione della commissione. Il tema del tradimento al re, inteso più genericamente come un tradimento allo stato e alle istituzioni costituzionali, diventa quindi di centrale importanza in questo lavoro, perché, in particolare, per l'area democratica divenne il paradigma con cui spiegare una sconfitta esiziale e inspiegabile, avvenuta in soli tre giorni. Lo studio dei documenti della commissione, prettamente di origine e argomento militare, ci ha portato ad analizzare nel dettaglio anche gli avvenimenti bellici, secondo il punto di vista dei membri della commissione, che ovviamente avevano ricevuto il compito di comprendere le ragioni della sconfitta. Questi ultimi, malgrado avessero svolto un lavoro enorme di raccolta d'informazioni e rapporti di ufficiali, si dimostrarono in diverse occasioni incapaci di emettere un giudizio imparziale sui comandi militari, spesso assolti dalle loro responsabilità. Le conclusioni della commissione sono poi di particolare importanza perché in esse emerge una frattura politica all'interno dei membri della commissione, divisi sull'interpretazione delle vicende e sulla necessità di approfondire alcuni ¿fatti parziali¿, di minore portata generale, ma rilevanti per il quadro fosco che lasciavano trasparire. I membri di appartenenza democratica, Lanza in particolare, ritennero che fosse impossibile esprimere delle conclusioni se prima non si riusciva a chiarire, anche attraverso procedimenti giudiziari, ogni singolo fatto parziale. Questo punto di vista era originato dalla tendenza interpretativa dei democratici, che per ammissione dello stesso Lanza, ritenevano che la guerra si fosse persa a causa degli intrighi dei conservatori, che avevano impedito con la loro influenza a molti reggimenti di battersi al pieno delle possibilità. La maggioranza dei membri invece, composta da moderati o conservatori, attribuiva le colpe dei disastri bellici ai democratici e alla loro stampa infuocata, che invocava la guerra ad ogni costo. Attraverso la chiave di lettura della minoranza democratica i cosiddetti ¿fatti parziali¿ assumono quindi una valenza completamente diversa rispetto la visione dei conservatori, che li considerava secondari; questi fatti diventavano prove dell'esistenza di trame oscure e per questa ragione ne sono stati analizzati alcuni esempi. In particolare è stata esaminata la questione di alcuni biglietti sparsi tra le file dei soldati prima della battaglia di Novara, che riportavano le seguenti parole: ¿Soldati! Perché vi battete? Il Re è tradito. La Repubblica fu proclamata a Torino.¿ Infine questa tesi ha raggiunto lo scopo di analizzare, i documenti, poco studiati, della commissione d'inchiesta e di presentare un quadro del contesto in cui le vicende della campagna del 1849 ebbero luogo.

Chi ha tradito il re? I lavori della commissione d'inchiesta sulla campagna del 1849.

ZECCHI, LUCA
2018/2019

Abstract

Questa tesi magistrale del corso di laurea in studi storici ha lo scopo di provare ad analizzare le vicende della breve campagna militare piemontese del 1849 attraverso le carte della commissione d'inchiesta istituita il 3 aprile dello stesso anno. Questi documenti sono stati studiati prestando particolare attenzione all'aspetto dell'opinione pubblica e del dibattito politico interno dello stato sardo. L'analisi dei documenti d'archivio e stampati ha evidenziato l'importanza delle insistenti voci di presunti tradimenti, avvenuti nel corso degli avvenimenti bellici, nel motivare una forte richiesta di chiarezza, espressa in particolare in parlamento e attraverso i giornali, che originò l'istituzione della commissione. Il tema del tradimento al re, inteso più genericamente come un tradimento allo stato e alle istituzioni costituzionali, diventa quindi di centrale importanza in questo lavoro, perché, in particolare, per l'area democratica divenne il paradigma con cui spiegare una sconfitta esiziale e inspiegabile, avvenuta in soli tre giorni. Lo studio dei documenti della commissione, prettamente di origine e argomento militare, ci ha portato ad analizzare nel dettaglio anche gli avvenimenti bellici, secondo il punto di vista dei membri della commissione, che ovviamente avevano ricevuto il compito di comprendere le ragioni della sconfitta. Questi ultimi, malgrado avessero svolto un lavoro enorme di raccolta d'informazioni e rapporti di ufficiali, si dimostrarono in diverse occasioni incapaci di emettere un giudizio imparziale sui comandi militari, spesso assolti dalle loro responsabilità. Le conclusioni della commissione sono poi di particolare importanza perché in esse emerge una frattura politica all'interno dei membri della commissione, divisi sull'interpretazione delle vicende e sulla necessità di approfondire alcuni ¿fatti parziali¿, di minore portata generale, ma rilevanti per il quadro fosco che lasciavano trasparire. I membri di appartenenza democratica, Lanza in particolare, ritennero che fosse impossibile esprimere delle conclusioni se prima non si riusciva a chiarire, anche attraverso procedimenti giudiziari, ogni singolo fatto parziale. Questo punto di vista era originato dalla tendenza interpretativa dei democratici, che per ammissione dello stesso Lanza, ritenevano che la guerra si fosse persa a causa degli intrighi dei conservatori, che avevano impedito con la loro influenza a molti reggimenti di battersi al pieno delle possibilità. La maggioranza dei membri invece, composta da moderati o conservatori, attribuiva le colpe dei disastri bellici ai democratici e alla loro stampa infuocata, che invocava la guerra ad ogni costo. Attraverso la chiave di lettura della minoranza democratica i cosiddetti ¿fatti parziali¿ assumono quindi una valenza completamente diversa rispetto la visione dei conservatori, che li considerava secondari; questi fatti diventavano prove dell'esistenza di trame oscure e per questa ragione ne sono stati analizzati alcuni esempi. In particolare è stata esaminata la questione di alcuni biglietti sparsi tra le file dei soldati prima della battaglia di Novara, che riportavano le seguenti parole: ¿Soldati! Perché vi battete? Il Re è tradito. La Repubblica fu proclamata a Torino.¿ Infine questa tesi ha raggiunto lo scopo di analizzare, i documenti, poco studiati, della commissione d'inchiesta e di presentare un quadro del contesto in cui le vicende della campagna del 1849 ebbero luogo.
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