La relazione tra amianto e gravi patologie del sistema respiratorio è oggigiorno universalmente accettata. Numerosi studi epidemiologici hanno però evidenziato una possibile correlazione tra asbesto ed altre patologie in distretti non polmonari. Per supportare i risultati è necessaria la ricerca dell'agente eziologico nei tessuti di interesse con un'analisi strumentale. Lo studio svolto si prefigge di standardizzare una metodica per sparaffinare campioni bioptici ed autoptici inclusi in paraffina al fine di poter ricercare nei tessuti la presenza di fibre di asbesto e corpuscoli ferruginosi mediante microscopia elettronica a scansione corredata di microanalisi. In particolare si è provveduto a sparaffinare campioni di fegato affetto da colangiocarcinoma in soggetti professionalmente esposti ad asbesto e di intestino affetto da morbo di Crohn in soggetti con esposizione ambientale. Poiché in letteratura non ci sono protocolli di preparazione specifici per fegato ed intestino in quanto gran parte degli studi si focalizza sul polmone, questo lavoro si è concentrato principalmente sulla messa a punto di una metodica efficacie di trattamento preanalitico dei campioni sopracitati. Sono state applicate diverse procedure volte a determinare la migliore tecnica di dewaxing (sparaffinatura), apportando opportune correzioni che hanno sfruttando punto di fusione e solubilità della paraffina in solventi apolari fino ad ottenere la metodica presentata nello studio. Sono state inoltre ottimizzate le condizioni di digestione alcalina con ipoclorito di sodio della matrice organica e di filtrazione del digerito. La metodica finale è stata testata su 36 campioni epatici e 6 di tessuto intestinale che sono stati analizzati poi in microscopia elettronica. I risultati ottenuti dimostrano come un preventivo trattamento in stufa a 90° C e successivi lavaggi in xilene portino ad un allontanamento quasi completo della paraffina con perdita mediamente dell'80% del peso nei campioni. La digestione in ipoclorito di sodio, a causa della composizione lipidica dei tessuti, risulta migliore se effettuata con piccoli volumi di ossidante per più volte piuttosto che un singolo trattamento con un volume maggiore. Il lavaggio con acqua calda favorisce inoltre l'allontanamento dei cristalli di cloruro di sodio che possono generarsi sul filtro dato l'utilizzo dell'ossidante. I risultati delle analisi non hanno evidenziato presenza di fibre di asbesto o corpuscoli nei tessuti esaminati e questo sicuramente ha influito sul fatto che la contemporanea analisi della paraffina rimossa e dei solventi utilizzati abbia dato risultati negativi per la presenza di fibre, non permettendo di valutare se durante l'esecuzione della metodica ci sia un allontanamento di fibre dai tessuti.

Malattie asbesto-correlate in distretti non-polmonari: messa a punto di un protocollo di preparazione di campioni di tessuto in paraffina per analisi in microscopia elettronica a scansione

GALLETTI, MATTIA
2017/2018

Abstract

La relazione tra amianto e gravi patologie del sistema respiratorio è oggigiorno universalmente accettata. Numerosi studi epidemiologici hanno però evidenziato una possibile correlazione tra asbesto ed altre patologie in distretti non polmonari. Per supportare i risultati è necessaria la ricerca dell'agente eziologico nei tessuti di interesse con un'analisi strumentale. Lo studio svolto si prefigge di standardizzare una metodica per sparaffinare campioni bioptici ed autoptici inclusi in paraffina al fine di poter ricercare nei tessuti la presenza di fibre di asbesto e corpuscoli ferruginosi mediante microscopia elettronica a scansione corredata di microanalisi. In particolare si è provveduto a sparaffinare campioni di fegato affetto da colangiocarcinoma in soggetti professionalmente esposti ad asbesto e di intestino affetto da morbo di Crohn in soggetti con esposizione ambientale. Poiché in letteratura non ci sono protocolli di preparazione specifici per fegato ed intestino in quanto gran parte degli studi si focalizza sul polmone, questo lavoro si è concentrato principalmente sulla messa a punto di una metodica efficacie di trattamento preanalitico dei campioni sopracitati. Sono state applicate diverse procedure volte a determinare la migliore tecnica di dewaxing (sparaffinatura), apportando opportune correzioni che hanno sfruttando punto di fusione e solubilità della paraffina in solventi apolari fino ad ottenere la metodica presentata nello studio. Sono state inoltre ottimizzate le condizioni di digestione alcalina con ipoclorito di sodio della matrice organica e di filtrazione del digerito. La metodica finale è stata testata su 36 campioni epatici e 6 di tessuto intestinale che sono stati analizzati poi in microscopia elettronica. I risultati ottenuti dimostrano come un preventivo trattamento in stufa a 90° C e successivi lavaggi in xilene portino ad un allontanamento quasi completo della paraffina con perdita mediamente dell'80% del peso nei campioni. La digestione in ipoclorito di sodio, a causa della composizione lipidica dei tessuti, risulta migliore se effettuata con piccoli volumi di ossidante per più volte piuttosto che un singolo trattamento con un volume maggiore. Il lavaggio con acqua calda favorisce inoltre l'allontanamento dei cristalli di cloruro di sodio che possono generarsi sul filtro dato l'utilizzo dell'ossidante. I risultati delle analisi non hanno evidenziato presenza di fibre di asbesto o corpuscoli nei tessuti esaminati e questo sicuramente ha influito sul fatto che la contemporanea analisi della paraffina rimossa e dei solventi utilizzati abbia dato risultati negativi per la presenza di fibre, non permettendo di valutare se durante l'esecuzione della metodica ci sia un allontanamento di fibre dai tessuti.
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