Nella prima parte della tesi ho presentato alcuni riferimenti teorici relativi al Medioevo, agli stereotipi e alle misconcezioni relativi a tale periodo, all'analisi di alcuni sussidiari e libri didattici che approfondiscono il periodo medievale. In seguito a questo lavoro teorico sono giunta alla conclusione che i manuali scolastici, ponendosi come vettori degli stereotipi sul Medioevo, li legittimano e quindi ne favoriscono la persistenza. Il problema alla base è quindi il profondo e notevole distacco che esiste tra il mondo della scuola e quello della ricerca. La persistenza di tali luoghi comuni è legata anche al fatto che il Medioevo sia un periodo lungo e complesso e proprio per questo ci si appella a modelli semplici da trasmettere, anche se l'informazione che diffondono non è corretta. Si pensi ad esempio al concetto di piramide feudale o il sistema economico chiuso. Proprio partendo dalle conclusioni tratte da un primo momento di analisi, ho impostato la progettazione e la sperimentazione delle attività, il cui punto di partenza sarebbero proprio stati gli stereotipi medievali. Una prima attività, basata sull'individuazione delle preconoscenze dei bambini circa il periodo del Medioevo, ha confermato ciò che nei primi capitoli è stato approfondito: tali preconoscenze sono immagini semplificate, astratte dal contesto, tipizzate che associano il Medioevo all'età della violenza, del coraggio, della superstizione, della forte religiosità, dell'ignoranza e dell'oscurità. Nell'immaginario collettivo il Medioevo viene ancora tutt'oggi utilizzato come un gran contenitore di luoghi comuni e stereotipi. Utilizzando un approccio attivistico, anti nozionistico, esplicativo e comparativo, ho dunque impostato un confronto tra i concetti principali del Medioevo analizzati dal punto di vista storiografico e dal punto di vista stereotipato, in cui sono stati i bambini stessi ad individuare le principali differenze in base alle informazioni ricavate dalle attività precedenti. Tali attività sono state propedeutiche per il vero e proprio focus della sperimentazione in cui gli alunni sono stati chiamati a leggere ed analizzare alcuni libri didattici e ad individuare tutti gli stereotipi presenti. Questo lavoro è stato utile a dimostrare non solo che il periodo medievale, affrontato nelle lezioni precedenti, fosse stato compreso ed interiorizzato, ma anche come sia possibile insegnare ai bambini a saper valutare le fonti, a pesarne l'autorevolezza, a scomporle e a verificarne autenticità e veridicità. Dunque, insegnare come lavora uno storico deve essere uno degli assi portanti dell'intera impostazione formativa, soprattutto in un'epoca caratterizzata da una sovrabbondanza di fonti. Tale lavoro di approfondimento e di scomposizione del periodo medievale è stato inoltre utile a dimostrare come l'insegnante non debba lasciarsi imprigionare dal manuale, bensì dominarlo e, se necessario, smontarlo e ricomporlo.​
GLI STEREOTIPI DEL MEDIOEVO E I LORO RIFLESSI NELLA MANUALISTICA SCOLASTICA
BECCARIA, MARTINA
2018/2019
Abstract
Nella prima parte della tesi ho presentato alcuni riferimenti teorici relativi al Medioevo, agli stereotipi e alle misconcezioni relativi a tale periodo, all'analisi di alcuni sussidiari e libri didattici che approfondiscono il periodo medievale. In seguito a questo lavoro teorico sono giunta alla conclusione che i manuali scolastici, ponendosi come vettori degli stereotipi sul Medioevo, li legittimano e quindi ne favoriscono la persistenza. Il problema alla base è quindi il profondo e notevole distacco che esiste tra il mondo della scuola e quello della ricerca. La persistenza di tali luoghi comuni è legata anche al fatto che il Medioevo sia un periodo lungo e complesso e proprio per questo ci si appella a modelli semplici da trasmettere, anche se l'informazione che diffondono non è corretta. Si pensi ad esempio al concetto di piramide feudale o il sistema economico chiuso. Proprio partendo dalle conclusioni tratte da un primo momento di analisi, ho impostato la progettazione e la sperimentazione delle attività, il cui punto di partenza sarebbero proprio stati gli stereotipi medievali. Una prima attività, basata sull'individuazione delle preconoscenze dei bambini circa il periodo del Medioevo, ha confermato ciò che nei primi capitoli è stato approfondito: tali preconoscenze sono immagini semplificate, astratte dal contesto, tipizzate che associano il Medioevo all'età della violenza, del coraggio, della superstizione, della forte religiosità, dell'ignoranza e dell'oscurità. Nell'immaginario collettivo il Medioevo viene ancora tutt'oggi utilizzato come un gran contenitore di luoghi comuni e stereotipi. Utilizzando un approccio attivistico, anti nozionistico, esplicativo e comparativo, ho dunque impostato un confronto tra i concetti principali del Medioevo analizzati dal punto di vista storiografico e dal punto di vista stereotipato, in cui sono stati i bambini stessi ad individuare le principali differenze in base alle informazioni ricavate dalle attività precedenti. Tali attività sono state propedeutiche per il vero e proprio focus della sperimentazione in cui gli alunni sono stati chiamati a leggere ed analizzare alcuni libri didattici e ad individuare tutti gli stereotipi presenti. Questo lavoro è stato utile a dimostrare non solo che il periodo medievale, affrontato nelle lezioni precedenti, fosse stato compreso ed interiorizzato, ma anche come sia possibile insegnare ai bambini a saper valutare le fonti, a pesarne l'autorevolezza, a scomporle e a verificarne autenticità e veridicità. Dunque, insegnare come lavora uno storico deve essere uno degli assi portanti dell'intera impostazione formativa, soprattutto in un'epoca caratterizzata da una sovrabbondanza di fonti. Tale lavoro di approfondimento e di scomposizione del periodo medievale è stato inoltre utile a dimostrare come l'insegnante non debba lasciarsi imprigionare dal manuale, bensì dominarlo e, se necessario, smontarlo e ricomporlo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/96401