The paper explores the consequences of the military dictatorships of Argentina and Uruguay in the construction of a collective memory. The first chapter analyses the historical context of the Argentine ‘dirty war’ years (1976-1983) and the Uruguayan Banda Oriental regime (1973-1985). Both countries experienced years of repression, characterised by imprisonment, torture and enforced disappearances. The second chapter focuses on the memory and commemoration policies developed during the democratic transition process of the two countries. Argentina undertook a process of memory building through the Nunca Más report, which documented the human rights violations perpetrated during the dictatorship, along with the tireless activity of the different human rights movements, such as the Madres and Abuelas de Plaza de Mayo, whose proliferation played a crucial role in raising public awareness and maintaining memory. In contrast, Uruguay has experienced a tortuous path in constructing a collective narrative about the dictatorship, due to political resistance and a strong social division. While it still struggles to rehabilitate many of the torture sites, the country has recently begun work on creating the first memory sites, for now concentrated in the capital, with the aim of keeping the memory of the events alive. In the third and final chapter, the trials of the military juntas are analysed. In Argentina, the Juicio a las Juntas of 1985 marked a historic moment, condemning for the first time the leaders of a dictatorship for crimes against humanity. However, impunity soon gripped the country with the Ley de Punto Final and the Ley de Obediencia Debida, which obstructed further trials against the military for years. It was only in 2003, with their repeal, that justice resumed its course. In Uruguay, on the other hand, the course of justice was slower and more difficult, marked by the Ley de Caducidad which, for more than twenty years, prevented trials against those responsible for the crimes of the dictatorship. With the arrival of the new millennium and a renewed collective consciousness, following the annulment of the impunity law in 2009, trials against the Junta began. In conclusion, the thesis offers a comparison between the experiences of the two South American countries in dealing with their dictatorial past, examining how both have faced the challenges of memory and justice, with different but both significant results in the fight against impunity and in the recognition of victims.
L'elaborato esplora le conseguenze delle dittature militari di Argentina e Uruguay nella costruzione di una memoria collettiva. Nel primo capitolo viene analizzato il contesto storico degli anni della "guerra sporca" argentina (1976-1983) e del regime della Banda Oriental uruguaiana (1973-1985). Entrambi i paesi hanno vissuti anni di repressione, caratterizzati da prigionia, tortura e sparizioni forzate. Il secondo capitolo si concentra sulle politiche di memoria e commemorazione sviluppate durante il processo di transizione democratica dei due paesi. L'Argentina ha intrapreso un processo di costruzione della memoria attraverso il rapporto Nunca Más, che documentò le violazioni dei diritti umani perpetrate durante la dittatura, insieme alla instancabile attività dei diversi movimenti per i diritti umani, come le Madres e Abuelas de Plaza de Mayo, la cui proliferazione ha avuto un ruolo cruciale nella sensibilizzazione dell'opinione pubblica e nel mantenimento della memoria. Al contrario, l'Uruguay ha vissuto un tortuoso percorso di costruzione di una narrazione collettiva sulla dittatura, a causa delle resistenze politiche e di una forte divisione sociale. Mentre fatica ancora a riabilitare molti dei luoghi di tortura, il paese ha di recente cominciato un lavoro di creazione dei primi luoghi della memoria, per ora concentrati nella capitale, con lo scopo di mantenere vivo il ricordo degli eventi. Nel terzo e ultimo capitolo si analizzano i processi alle Giunte militari. In Argentina, il Juicio a las Juntas del 1985 ha segnato un momento storico, condannando per la prima volta i leader di una dittatura per crimini contro l'umanità. Tuttavia, l'impunità ha presto colpito il paese con la Ley de Punto Final e la Ley de Obediencia Debida, che hanno per anni ostacolato ulteriori processi contro i militari. Solo nel 2003, con la loro abrogazione, la giustizia ha ripreso il suo corso. In Uruguay, il percorso di giustizia è stato invece più lento e difficile, segnato dalla Ley de Caducidad che ha, per più di vent'anni, impedito i processi contro i responsabili dei crimini della dittatura. Con l'arrivo del nuovo millennio e di una rinnovata coscienza collettiva, a seguito dell'annullamento della legge di impunità nel 2009, sono cominciati i processi contro la Giunta. In conclusione, la tesi offre una comparazione tra le esperienze dei due paesi Sudamericani nella gestione del proprio passato dittatoriale, esaminando come entrambi abbiano affrontato le sfide della memoria e della giustizia, con risultati diversi ma entrambi significativi nella lotta contro l’impunità e nel riconoscimento delle vittime.
Ricostruire il passato: strategie di memoria e giustizia nelle dittature Sudamericane di Argentina e Uruguay
GENTILE, ALESSANDRA
2023/2024
Abstract
L'elaborato esplora le conseguenze delle dittature militari di Argentina e Uruguay nella costruzione di una memoria collettiva. Nel primo capitolo viene analizzato il contesto storico degli anni della "guerra sporca" argentina (1976-1983) e del regime della Banda Oriental uruguaiana (1973-1985). Entrambi i paesi hanno vissuti anni di repressione, caratterizzati da prigionia, tortura e sparizioni forzate. Il secondo capitolo si concentra sulle politiche di memoria e commemorazione sviluppate durante il processo di transizione democratica dei due paesi. L'Argentina ha intrapreso un processo di costruzione della memoria attraverso il rapporto Nunca Más, che documentò le violazioni dei diritti umani perpetrate durante la dittatura, insieme alla instancabile attività dei diversi movimenti per i diritti umani, come le Madres e Abuelas de Plaza de Mayo, la cui proliferazione ha avuto un ruolo cruciale nella sensibilizzazione dell'opinione pubblica e nel mantenimento della memoria. Al contrario, l'Uruguay ha vissuto un tortuoso percorso di costruzione di una narrazione collettiva sulla dittatura, a causa delle resistenze politiche e di una forte divisione sociale. Mentre fatica ancora a riabilitare molti dei luoghi di tortura, il paese ha di recente cominciato un lavoro di creazione dei primi luoghi della memoria, per ora concentrati nella capitale, con lo scopo di mantenere vivo il ricordo degli eventi. Nel terzo e ultimo capitolo si analizzano i processi alle Giunte militari. In Argentina, il Juicio a las Juntas del 1985 ha segnato un momento storico, condannando per la prima volta i leader di una dittatura per crimini contro l'umanità. Tuttavia, l'impunità ha presto colpito il paese con la Ley de Punto Final e la Ley de Obediencia Debida, che hanno per anni ostacolato ulteriori processi contro i militari. Solo nel 2003, con la loro abrogazione, la giustizia ha ripreso il suo corso. In Uruguay, il percorso di giustizia è stato invece più lento e difficile, segnato dalla Ley de Caducidad che ha, per più di vent'anni, impedito i processi contro i responsabili dei crimini della dittatura. Con l'arrivo del nuovo millennio e di una rinnovata coscienza collettiva, a seguito dell'annullamento della legge di impunità nel 2009, sono cominciati i processi contro la Giunta. In conclusione, la tesi offre una comparazione tra le esperienze dei due paesi Sudamericani nella gestione del proprio passato dittatoriale, esaminando come entrambi abbiano affrontato le sfide della memoria e della giustizia, con risultati diversi ma entrambi significativi nella lotta contro l’impunità e nel riconoscimento delle vittime.File | Dimensione | Formato | |
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