Fin dall'antichità l'uomo ha sempre utilizzato e raccolto le piante selvatiche per le loro diverse proprietà sia nocive che benefiche e tramite la sperimentazione su di sé o sugli animali, ha notato come queste avessero determinati effetti sull'organismo. Questa pratica è diffusa ancora oggi, ma a causa delle scarse conoscenze botaniche spesso vengono raccolte piante velenose o addirittura con effetti mortali, poiché confuse con piante commestibili. L'identificazione delle specie alimentari infatti non è sempre facile e non può basarsi esclusivamente sulle iconografie dei libri di botanica o sulle immagini di internet. Nelle specie vegetali è presente una notevole varietà di sostanze tossiche; annoverabili principalmente tre i glucosidi, gli alcaloidi, gli oli essenziali, le fitotossine, gli ossalati e i tannini. L'uomo può essere esposto a esse con modalità differenti: per semplice contatto diretto con l'epidermide o le mucose, per inalazione, per ingestione o per assorbimento cutaneo. L'esito di queste esposizioni può variare da lievi irritazioni o intossicazioni fino ad arrivare a veri e propri avvelenamenti, spesso anche mortali. Secondo il rapporto del Centro Antiveleni di Milano, si è constatato che le principali vittime sono bambini molto piccoli che possono toccare o mangiare parti di piante poiché attratti dai colori e dalle forme di fiori e frutti. Tuttavia i soggetti delle intossicazioni più gravi sono gli adulti che, con la volontà di cibarsene, spesso consumano maggiori quantità di piante velenose. I mass-media, che potrebbero essere una importante risorsa per sensibilizzare le persone e ridurre i rischi di avvelenamento, paradossalmente possono avere un effetto negativo poiché tra le informazioni divulgate (es. i Forum) occhieggiano anche qui le fake news.

Le piante velenose: tossine, sintomi e possibile confusione con piante commestibili

ROMAGNOLO, SARA
2016/2017

Abstract

Fin dall'antichità l'uomo ha sempre utilizzato e raccolto le piante selvatiche per le loro diverse proprietà sia nocive che benefiche e tramite la sperimentazione su di sé o sugli animali, ha notato come queste avessero determinati effetti sull'organismo. Questa pratica è diffusa ancora oggi, ma a causa delle scarse conoscenze botaniche spesso vengono raccolte piante velenose o addirittura con effetti mortali, poiché confuse con piante commestibili. L'identificazione delle specie alimentari infatti non è sempre facile e non può basarsi esclusivamente sulle iconografie dei libri di botanica o sulle immagini di internet. Nelle specie vegetali è presente una notevole varietà di sostanze tossiche; annoverabili principalmente tre i glucosidi, gli alcaloidi, gli oli essenziali, le fitotossine, gli ossalati e i tannini. L'uomo può essere esposto a esse con modalità differenti: per semplice contatto diretto con l'epidermide o le mucose, per inalazione, per ingestione o per assorbimento cutaneo. L'esito di queste esposizioni può variare da lievi irritazioni o intossicazioni fino ad arrivare a veri e propri avvelenamenti, spesso anche mortali. Secondo il rapporto del Centro Antiveleni di Milano, si è constatato che le principali vittime sono bambini molto piccoli che possono toccare o mangiare parti di piante poiché attratti dai colori e dalle forme di fiori e frutti. Tuttavia i soggetti delle intossicazioni più gravi sono gli adulti che, con la volontà di cibarsene, spesso consumano maggiori quantità di piante velenose. I mass-media, che potrebbero essere una importante risorsa per sensibilizzare le persone e ridurre i rischi di avvelenamento, paradossalmente possono avere un effetto negativo poiché tra le informazioni divulgate (es. i Forum) occhieggiano anche qui le fake news.
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