Nowadays, the eco-sustainability of food products has become extremely important for the consumer, increasingly attentive to the use of 'green' products and with less impact on the environment. In viticulture this can be achieved by using hybrids resistant to the main fungal diseases (Oidium and Peronospora), thanks to which it is possible to limit the number of treatments necessary, to keep the quality of the final product high. This bibliographic research proposes to investigate the theme of Peronospora resistant varieties, trying to understand both the evolution of analytical methods that allowed the identification of resistance genes, and the practical methods to obtain the hybrids themselves. The serious pathologies that in the nineteenth century seriously affected the European viticultural world were also a stimulus for research in the genus Vitis, and in particular towards the mechanisms that regulate resistance against pathogens. The first researches, however, turned out to be slow and complex both because of the scarce analytical means available, and because of the genetic complexity of grape itself (an example is high heterozygosis). To date, thanks to the progress of scientific research, there has been a rapid increase in genetic knowledge concerning the mechanisms that regulate the response generated by the plant following interactions with pathogens. In addition, new technologies have allowed the identification of the resistance genes from the knowledge about the genome. In this regard, it is fundamental to use molecular markers, useful for identifying, for example, genomic regions involved in genetic determinism of resistance characters, which in the case of Peronospora (Plasmopara viticola) are called Rpv, acronym of Resistance to Plasmopara viticola. The origin of the resistance to downy mildew is due to the co-evolution of plant and pathogen; this phenomenon occurred over millennia between the original grapes of Asia and America and the pathogen. Through genetic analysis of individuals obtained from the cross between susceptible (European grapevine, Vitis vinifera) and resistant species, it was possible to characterize the various Rpv genes. Subsequently, through numerous back-crosses, it was possible to obtain individuals with both the Rpv genes from the resistant parent and a high percentage of Vitis vinifera DNA, in order to have a better quality of the final product. In conclusion, the cultivation of resistant varieties may represent significant economic savings and it is one of the most environmentally sustainable choices in the wine sector although it is not legalized in all European countries (including Italy).
Oggigiorno l'ecosostenibilità dei prodotti alimentari è diventata un concetto di estrema importanza per il consumatore, sempre più attento all'impiego di prodotti 'green' e con minore impatto sull'ambiente. In viticoltura questo può tradursi con la scelta innovativa di utilizzare ibridi resistenti alle principali malattie fungine (Oidio e Peronospora), grazie ai quali si riesce a limitare il numero di trattamenti necessari mantenendo alta la qualità del prodotto finale. Questa ricerca bibliografica si ripropone di approfondire il tema dei vitigni resistenti alla peronospora, cercando di comprendere sia l'evoluzione dei metodi analitici che hanno permesso l'identificazione dei geni di resistenza, sia le metodologie pratiche per ottenere gli ibridi stessi. Le gravi patologie che nel diciannovesimo secolo colpirono gravemente il mondo viti-vinicolo europeo furono anche da stimolo per la ricerca nel genere Vitis e in particolare verso i meccanismi che regolano la resistenza contro i patogeni; le prime ricerche tuttavia, si rilevarono lente e complesse sia a causa degli scarsi mezzi analitici a disposizione, sia a causa della complessità genetica della vite stessa (un esempio è l'alta eterozigosi). Ad oggi, grazie ai progressi della ricerca scientifica, si è assistito ad un rapido incremento delle conoscenze genetiche relative ai meccanismi che regolano la risposta generata dalla pianta a seguito di interazioni con patogeni. Inoltre, le nuove tecnologie hanno permesso di individuare i geni di resistenza a partire dalla conoscenza sul genoma. Fondamentale a questo proposito è l'utilizzo di marcatori molecolari, utili per identificare ad esempio regioni genomiche coinvolte nel determinismo genetico di caratteri di resistenza, che nel caso di Peronospora (Plasmopara viticola) vengono chiamati Rpv, acronimo di Resistance to Plasmopara viticola. L'origine della resistenza a Peronospora è da ricondurre alla co-evoluzione di pianta e patogeno; questo fenomeno si è verificato nel corso di millenni tra le viti originarie di Asia e America e il patogeno. Mediante analisi genetiche su individui ottenuti dall'incrocio tra specie sensibili (vite europea, Vitis vinifera) e resistenti, è stato possibile caratterizzare i vari geni Rpv. Successivamente, mediante numerosi back cross è stato possibile ottenere individui aventi sia i geni Rpv proveniente dal genitore resistente che un'alta percentuale di DNA delle varietà tradizionali, in modo da avere una migliore qualità del prodotto finale. In conclusione, la coltivazione di varietà resistenti si traduce in un notevole risparmio economico e rappresenta una tra le scelte più ecosostenibili nel settore vitivinicolo sebbene non sia legalizzata in tutti i Paesi europei (Italia inclusa).
VITIGNI RESISTENTI A PERONOSPORA: ASPETTI GENETICI E APPLICAZIONI PRATICHE
DI GIUSTO, FRANCESCA
2016/2017
Abstract
Oggigiorno l'ecosostenibilità dei prodotti alimentari è diventata un concetto di estrema importanza per il consumatore, sempre più attento all'impiego di prodotti 'green' e con minore impatto sull'ambiente. In viticoltura questo può tradursi con la scelta innovativa di utilizzare ibridi resistenti alle principali malattie fungine (Oidio e Peronospora), grazie ai quali si riesce a limitare il numero di trattamenti necessari mantenendo alta la qualità del prodotto finale. Questa ricerca bibliografica si ripropone di approfondire il tema dei vitigni resistenti alla peronospora, cercando di comprendere sia l'evoluzione dei metodi analitici che hanno permesso l'identificazione dei geni di resistenza, sia le metodologie pratiche per ottenere gli ibridi stessi. Le gravi patologie che nel diciannovesimo secolo colpirono gravemente il mondo viti-vinicolo europeo furono anche da stimolo per la ricerca nel genere Vitis e in particolare verso i meccanismi che regolano la resistenza contro i patogeni; le prime ricerche tuttavia, si rilevarono lente e complesse sia a causa degli scarsi mezzi analitici a disposizione, sia a causa della complessità genetica della vite stessa (un esempio è l'alta eterozigosi). Ad oggi, grazie ai progressi della ricerca scientifica, si è assistito ad un rapido incremento delle conoscenze genetiche relative ai meccanismi che regolano la risposta generata dalla pianta a seguito di interazioni con patogeni. Inoltre, le nuove tecnologie hanno permesso di individuare i geni di resistenza a partire dalla conoscenza sul genoma. Fondamentale a questo proposito è l'utilizzo di marcatori molecolari, utili per identificare ad esempio regioni genomiche coinvolte nel determinismo genetico di caratteri di resistenza, che nel caso di Peronospora (Plasmopara viticola) vengono chiamati Rpv, acronimo di Resistance to Plasmopara viticola. L'origine della resistenza a Peronospora è da ricondurre alla co-evoluzione di pianta e patogeno; questo fenomeno si è verificato nel corso di millenni tra le viti originarie di Asia e America e il patogeno. Mediante analisi genetiche su individui ottenuti dall'incrocio tra specie sensibili (vite europea, Vitis vinifera) e resistenti, è stato possibile caratterizzare i vari geni Rpv. Successivamente, mediante numerosi back cross è stato possibile ottenere individui aventi sia i geni Rpv proveniente dal genitore resistente che un'alta percentuale di DNA delle varietà tradizionali, in modo da avere una migliore qualità del prodotto finale. In conclusione, la coltivazione di varietà resistenti si traduce in un notevole risparmio economico e rappresenta una tra le scelte più ecosostenibili nel settore vitivinicolo sebbene non sia legalizzata in tutti i Paesi europei (Italia inclusa).File | Dimensione | Formato | |
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