The present dissertation concerns the definition of the restoration method for a large and severely damaged processional banner by Giulio Cesare Procaccini, presently held in the storage rooms of the Pinacoteca di Brera in Milano (Italy). The banner is a linen canvas painted on both sides with an oil medium between 1615-1620. It depicts the Virgin with Child, Saints and Angels and it underwent several pervasive conservation treatments both in the past and in recent times. In particular, between 1980 and 1990 the banner was stretched using an aluminium perimetral structure with a spring mechanism to ensure tension. In the same time, a transparent synthetic canvas impregnated with a PVAc adhesive was pasted to the front of the banner. The artwork presents several conservation issues affecting both the pictorial layers - with lacunae and abrasions - and the canvas with numerous tears and losses. Moreover, materials added in previous treatments stiffen the artwork which is now very brittle and fragmented. The complexity of the conservation treatment is evident because of the extensive deterioration and the presence of non-original elements, including the stretcher and the lining, that have contributed to worsen the conditions of the artwork. The necessity of the conservation treatment has been determined by the overstretching of the banner caused by the perimetral structure and by the partial failure of the lining adhesion due to the surface irregularities of the painting creating enclosures in which air is trapped. The study has been devoted to define the intervention protocol tailored specifically for the banner and directed at the removal of the lining canvas and PVAc based adhesive, as well as at the mending of the tears in the canvas support. The selection of a suitable methodology and of the best restoration materials to be used for the conservation treatment of the banner has been based on tests performed on mock-ups. These were prepared in order to mimic the peculiar characteristics and conservation issues of the artwork, which has been identified through non-invasive and micro-invasive analytical techniques. In particular the tests on the mock- ups included tensile tests for guiding the selection of the most suitable adhesive to mend the tears in the support, and the definition of the best structural and elastic properties of the filler for fixing the small losses on the canvas. The overall conservation treatment has been divided into five steps: the removal of the adhesives previously applied in the torn areas by combining mechanical and chemical methods; the removal of the lining using thickened ethyl acetate; the removal of substances added in previous treatments; tears mending; filling of canvas losses both with the use of a filler and of inserts. The issue of previous pictorial integrations has been also tackled. In fact, the conservation treatment carried out in the 80s included the in-painting of lacunae and abrasions with the technique of ¿rigatino romano¿. The same technique was also used to conceal the presence of non-original materials, which have not been removed during the treatment. As a specific aesthetic choice, the removal of the previous integrations and their replacement with a less evident retouching has been selected, therefore enhancing the overall readability of the original representation.
Il presente lavoro di Tesi si è posto come obbiettivo la definizione di un metodo di intervento per il restauro di uno stendardo processionale, fortemente danneggiato, realizzato da Giulio Cesare Procaccini e attualmente conservato presso i depositi della Pinacoteca di Brera in Milano. Lo stendardo presenta un supporto tessile in lino, dipinto su entrambe le facce con pittura ad olio, eseguito tra 1615 e 1620. Raffigura la Vergine con Bambino, Santi ed angeli; in esso sono riscontrabili diversi trattamenti conservativi, risalenti a differenti momenti, passati e più recenti. In particolare tra 1980 e 1990 lo stendardo è stato tensionato in un telaio perimetrale in alluminio caratterizzato da un sistema a molle per il controllo della tensione. Nel medesimo intervento, lo stendardo è stato sottoposto ad una foderatura trasparente applicata con un adesivo a base di PVAc sul fronte dell'opera. Lo stendardo presenta differenti problemi conservativi riguardanti sia la materia pittorica, con lacune e abrasioni, e la tela di supporto, con numerose lacerazioni e mancanze. Inoltre, i materiali di restauro aggiunti nei precedenti interventi conservativi hanno determinato l'irrigidimento della materia originale che si presenta oggi fragile e frammentata. La complessità dell'intervento conservativo è dettata dalla presenza dei numerosi degradi e dalla presenza di elementi non originali, compresi il telaio e la foderatura, che hanno contribuito a peggiorare le condizioni dello stendardo. La necessità dell'intervento conservativo è stata determinata dal sovratensionamento esercitato dal telaio perimetrale e dal parziale fallimento dell'adesione della tela di foderatura, dovuto alle irregolarità della superficie dipinta che ha determinato l'inglobamento di aria nell'adesivo. Lo studio condotto è stato rivolto alla definizione di un protocollo di intervento specifico per lo stendardo e diretto alla rimozione della tela di foderatura e dell'adesivo a base di PVAc così come al risanamento delle lesioni del supporto tessile. La scelta della metodologia e dei materiali idonei per il restauro dello stendardo è stata basata su test condotti su provini. Questi sono stati realizzati con lo scopo di riprodurre la tecnica e le problematiche conservative dell'opera, identificate mediante analisi non invasive e micro invasive. In particolare, i tests sui provini sono stati mirati alla definizione dell'adesivo migliore per il risanamento delle lesioni strutturali e per la valutazione delle caratteristiche di flessibilità e adesione dello stucco utilizzato per il risanamento di piccole mancanze di supporto. L'intervento conservativo si è sviluppato in cinque fasi principali: la rimozione degli adesivi utilizzati precedentemente per il risanamento delle lesioni mediante metodi chimici e meccanici; la rimozione della tela di foderatura mediante uso di etilacetato addensato; la rimozione di sostanze sovrammesse nei precedenti restauri; risarcimento delle lesioni strutturali; risanamento delle mancanze di supporto con stucchi o inserti tessili. Ulteriore problematica affrontata ha riguardato le integrazioni pittoriche. L'intervento degli anni '80 ha infatti compreso l'integrazione di lacune e abrasioni della pellicola pittorica con la tecnica del rigatino romano, tecnica utilizzata anche per celare materiali estranei sovrammessi all'originale e non rimossi durante il precedente restauro. La rimozione delle precedenti integrazioni sarà sostitutita con un intervento di inte
Lo stendardo dipinto di Giulio Cesare Procaccini: metodologie di intervento e scelte operative per il risarcimento strutturale del supporto tessile
FONTANA, CATERINA
2016/2017
Abstract
Il presente lavoro di Tesi si è posto come obbiettivo la definizione di un metodo di intervento per il restauro di uno stendardo processionale, fortemente danneggiato, realizzato da Giulio Cesare Procaccini e attualmente conservato presso i depositi della Pinacoteca di Brera in Milano. Lo stendardo presenta un supporto tessile in lino, dipinto su entrambe le facce con pittura ad olio, eseguito tra 1615 e 1620. Raffigura la Vergine con Bambino, Santi ed angeli; in esso sono riscontrabili diversi trattamenti conservativi, risalenti a differenti momenti, passati e più recenti. In particolare tra 1980 e 1990 lo stendardo è stato tensionato in un telaio perimetrale in alluminio caratterizzato da un sistema a molle per il controllo della tensione. Nel medesimo intervento, lo stendardo è stato sottoposto ad una foderatura trasparente applicata con un adesivo a base di PVAc sul fronte dell'opera. Lo stendardo presenta differenti problemi conservativi riguardanti sia la materia pittorica, con lacune e abrasioni, e la tela di supporto, con numerose lacerazioni e mancanze. Inoltre, i materiali di restauro aggiunti nei precedenti interventi conservativi hanno determinato l'irrigidimento della materia originale che si presenta oggi fragile e frammentata. La complessità dell'intervento conservativo è dettata dalla presenza dei numerosi degradi e dalla presenza di elementi non originali, compresi il telaio e la foderatura, che hanno contribuito a peggiorare le condizioni dello stendardo. La necessità dell'intervento conservativo è stata determinata dal sovratensionamento esercitato dal telaio perimetrale e dal parziale fallimento dell'adesione della tela di foderatura, dovuto alle irregolarità della superficie dipinta che ha determinato l'inglobamento di aria nell'adesivo. Lo studio condotto è stato rivolto alla definizione di un protocollo di intervento specifico per lo stendardo e diretto alla rimozione della tela di foderatura e dell'adesivo a base di PVAc così come al risanamento delle lesioni del supporto tessile. La scelta della metodologia e dei materiali idonei per il restauro dello stendardo è stata basata su test condotti su provini. Questi sono stati realizzati con lo scopo di riprodurre la tecnica e le problematiche conservative dell'opera, identificate mediante analisi non invasive e micro invasive. In particolare, i tests sui provini sono stati mirati alla definizione dell'adesivo migliore per il risanamento delle lesioni strutturali e per la valutazione delle caratteristiche di flessibilità e adesione dello stucco utilizzato per il risanamento di piccole mancanze di supporto. L'intervento conservativo si è sviluppato in cinque fasi principali: la rimozione degli adesivi utilizzati precedentemente per il risanamento delle lesioni mediante metodi chimici e meccanici; la rimozione della tela di foderatura mediante uso di etilacetato addensato; la rimozione di sostanze sovrammesse nei precedenti restauri; risarcimento delle lesioni strutturali; risanamento delle mancanze di supporto con stucchi o inserti tessili. Ulteriore problematica affrontata ha riguardato le integrazioni pittoriche. L'intervento degli anni '80 ha infatti compreso l'integrazione di lacune e abrasioni della pellicola pittorica con la tecnica del rigatino romano, tecnica utilizzata anche per celare materiali estranei sovrammessi all'originale e non rimossi durante il precedente restauro. La rimozione delle precedenti integrazioni sarà sostitutita con un intervento di inte| File | Dimensione | Formato | |
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