Lo scopo della presente tesi è stato lo studio geologico-petrografico di un settore di basamento Varisico nelle Alpi Meridionali potenzialmente coinvolto nelle fasi iniziali del rifting tetideo, al fine di ricostruirne l'evoluzione tettono-metamorfica. Recenti lavori di letteratura suggeriscono, infatti, che la Linea del Pogallo assunto il ruolo di zona di necking nel basamento Sudalpino, con associati cicli di riscaldamento e raffreddamento crostale di età tardo-Triassica. Al fine di testare queste teorie, si è scelta un'area di studio in prossimità della Linea del Pogallo, nell'unità Strona-Ceneri ¿Border Zone¿ affiorante lungo la sponda occidentale del Lago d'Orta, nei pressi del comune di Nonio (Verbano-Cusio-Ossola). La Strona-Ceneri ¿Border Zone¿ costituisce un orizzonte più o meno continuo nella Serie dei Laghi, costituito da un'associazione di anfiboliti a bande con lenti di ultramafiti, metagabbri e anfiboliti a granato, caratterizzata da un metamorfismo Varisico in facies anfibolitica. Nell'area studiata le ultramafiti e le associate pietre ollari, rocce metasomatiche indicatrici di una intensa e localizzata circolazione di fluidi, sono particolarmente abbondanti e coltivate in passato per usi architettonici, ornamentali e idraulici. Il lavoro di tesi ha consentito la distinzione e caratterizzazione petrografica dei litotipi nel settore di studio, unitamente alla realizzazione di una carta geologico-petrografica a scala 1:5.000. Le rocce sono state raggruppate in: Complesso delle serpentiniti; Complesso delle anfiboliti a grana grossa; Complesso delle anfiboliti listate a grana fine (con una fascia di anfiboliti milonitiche nei pressi della Linea del Pogallo); Complesso degli gneiss. Lo studio al microscopio ha rilevato per tutti i litotipi una complessa storia evolutiva posteriore alla foliazione ¿regionale¿ di età Varisica definita da paragenesi cristalline tipiche della facies anfibolitica. Tale evoluzione è caratterizzata da: (i) un evento di fusione parziale a Amp, Pl, Qz, Ilm ± Cpx ± Bt; (ii) un successivo evento di deformazione milonitica. Sulla base di una pseudosezione P-T per rocce di tipo MORB ottenuta dalla letteratura, è stato possibile stimare le condizioni P-T per l'evento di anatessi registrato nelle anfiboliti a grana grossa (T= 730-780 °C; P=3.8-5.1 kbar). Dal confronto con la letteratura, si desume che mentre per l'evento milonitico è fortemente probabile che sia stato prodotto dall'azione della Linea del Pogallo, l'evento di anatessi può essere interpretato come: (i) la prosecuzione verso est di un termico Permiano (già segnalato in letteratura) connesso alla Linea Cossato-Mergozzo-Brissago e ai filoni appinitici associati; (ii) legato all'attività termo-tettonica di età tardo-Triassica della Linea del Pogallo, connessa alle prime fasi del rifting tetideo. I dati termo-barometrici ricavati, la distanza dalla CMB e l'assenza di intrusioni appinitiche fa propendere per la seconda interpretazione, ma quest'ipotesi dovrebbe comunque essere supportata da dati geocronologici.

Studio geologico-petrografico della Strona-Ceneri "Border-Zone" nel settore compreso tra Omegna e Pella (VCO) (Serie dei Laghi, Alpi Meridionali)

DE BERNARDI, STEFANO
2016/2017

Abstract

Lo scopo della presente tesi è stato lo studio geologico-petrografico di un settore di basamento Varisico nelle Alpi Meridionali potenzialmente coinvolto nelle fasi iniziali del rifting tetideo, al fine di ricostruirne l'evoluzione tettono-metamorfica. Recenti lavori di letteratura suggeriscono, infatti, che la Linea del Pogallo assunto il ruolo di zona di necking nel basamento Sudalpino, con associati cicli di riscaldamento e raffreddamento crostale di età tardo-Triassica. Al fine di testare queste teorie, si è scelta un'area di studio in prossimità della Linea del Pogallo, nell'unità Strona-Ceneri ¿Border Zone¿ affiorante lungo la sponda occidentale del Lago d'Orta, nei pressi del comune di Nonio (Verbano-Cusio-Ossola). La Strona-Ceneri ¿Border Zone¿ costituisce un orizzonte più o meno continuo nella Serie dei Laghi, costituito da un'associazione di anfiboliti a bande con lenti di ultramafiti, metagabbri e anfiboliti a granato, caratterizzata da un metamorfismo Varisico in facies anfibolitica. Nell'area studiata le ultramafiti e le associate pietre ollari, rocce metasomatiche indicatrici di una intensa e localizzata circolazione di fluidi, sono particolarmente abbondanti e coltivate in passato per usi architettonici, ornamentali e idraulici. Il lavoro di tesi ha consentito la distinzione e caratterizzazione petrografica dei litotipi nel settore di studio, unitamente alla realizzazione di una carta geologico-petrografica a scala 1:5.000. Le rocce sono state raggruppate in: Complesso delle serpentiniti; Complesso delle anfiboliti a grana grossa; Complesso delle anfiboliti listate a grana fine (con una fascia di anfiboliti milonitiche nei pressi della Linea del Pogallo); Complesso degli gneiss. Lo studio al microscopio ha rilevato per tutti i litotipi una complessa storia evolutiva posteriore alla foliazione ¿regionale¿ di età Varisica definita da paragenesi cristalline tipiche della facies anfibolitica. Tale evoluzione è caratterizzata da: (i) un evento di fusione parziale a Amp, Pl, Qz, Ilm ± Cpx ± Bt; (ii) un successivo evento di deformazione milonitica. Sulla base di una pseudosezione P-T per rocce di tipo MORB ottenuta dalla letteratura, è stato possibile stimare le condizioni P-T per l'evento di anatessi registrato nelle anfiboliti a grana grossa (T= 730-780 °C; P=3.8-5.1 kbar). Dal confronto con la letteratura, si desume che mentre per l'evento milonitico è fortemente probabile che sia stato prodotto dall'azione della Linea del Pogallo, l'evento di anatessi può essere interpretato come: (i) la prosecuzione verso est di un termico Permiano (già segnalato in letteratura) connesso alla Linea Cossato-Mergozzo-Brissago e ai filoni appinitici associati; (ii) legato all'attività termo-tettonica di età tardo-Triassica della Linea del Pogallo, connessa alle prime fasi del rifting tetideo. I dati termo-barometrici ricavati, la distanza dalla CMB e l'assenza di intrusioni appinitiche fa propendere per la seconda interpretazione, ma quest'ipotesi dovrebbe comunque essere supportata da dati geocronologici.
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