During the second half of the XIX century, the economic situation in the United Kingdom started to rapidly deteriorate.
 There was a relentless decline of the manufacturing sector, that proved to be unable to compete with the other western countries. Exports drastically decreased, leading, especially during the second postwar period, to recurring crises in the balance of payments. These crises were further deepened by the governments' actions, which, even though inspired by the Keynesian theories, always worked on short term solutions, nursing the symptoms without curing the disease.
 In this environment of general scepticism, a new theory became popular: the Monetarism, according to which all British problems were due to the high inflation rate. 
 The 1979 general election was therefore won by the Conservative party, that fully embraced this new vision. Led by Margaret Thatcher, the conservatives retained power until 1990. During this years there was a radical change in the British economic policy, a change that affected the economy and society for many following decades. The crisis was faced with actions oriented to conservatism and lassaiz-faire. The most characterising measures of the Thatcher government were: - Attempt to stop, or at least not to boost, increases in the money supply, considered responsible for the high inflation rate. - Minimise the State intervention in the markets, with a wide privatisation program and deep cuts of the public expenditure. - Reform of the fiscal system, with a pronounced shift from indirect taxation to direct taxation. The judgement over the conduct of this government, though, is very difficult and ambiguous.
 In spite of the economic recovery and the success of the economic theories on which they were founded, the actions of the Thatcher government are not completely laudable.
 There were many negative consequences, siding with the positive ones, first of all the incredibly high unemployment rate of those years.
Nella seconda metà dell'Ottocento, la situazione economica del Regno Unito cominciò a deteriorarsi rapidamente. Si assistette ad un inesorabile declino del settore manifatturiero, che si dimostrò incapace di affrontare la competizione degli altri Paesi occidentali. Le esportazioni diminuirono drasticamente e questo portò a frequenti crisi nella bilancia dei pagamenti, soprattutto nel secondo dopoguerra. Queste crisi furono ulteriormente aggravate dalle risposte dei governi, che, pur ispirandosi alla teoria Keynesiana, agirono sempre con soluzioni di breve termine, che curavano i sintomi senza però guarire la malattia. 
In questo clima di generale sfiducia nelle strategie in atto, prese piede il monetarismo, secondo cui la causa principale di tutti i problemi britannici, era l'elevata inflazione. Le elezioni del 1979 vennero così vinte dal partito conservatore, promulgatore di questo nuovo approccio. Guidati da Margaret Thatcher, i Tories restarono al governo fino al 1990. In questi anni si ebbe una svolta radicale nella politica economica inglese, svolta che incise profondamente anche nell'economia, e nella società, dei decenni successivi. La crisi venne affrontata con una serie di azioni di indirizzo conservatore e liberista. Tra i vari propositi del governo Thatcher, particolarmente caratterizzanti furono: - arrestare, o per lo meno non incoraggiare, l'aumento dell'offerta di moneta, ritenuto responsabile dell'elevato tasso di inflazione. - minimizzare l'intervento dello Stato nella gestione dei mercati, con un vasto programma di privatizzazioni, liberalizzazioni e profondi tagli alla spesa pubblica. - riformare il sistema fiscale, rendendolo sempre meno dipendente dalla tassazione indiretta e sempre più dalla diretta. Il giudizio riguardo all'operato di questo governo risulta, però, difficile e ambiguo.
 Nonostante la ripresa dell'economia britannica e il successo della teoria economica su cui si fondavano, le azioni del governo Thatcher non sono encomiabili in modo assoluto.
 Alle conseguenze positive, infatti, se ne affiancano molte negative, primo tra tutte l'elevatissimo tasso di disoccupazione di quegli anni.
LE CONSEGUENZE ECONOMICHE DELLA SIGNORA THATCHER. Analisi delle dinamiche di produzione e di occupazione in Gran Bretagna dal 1979 alla fine degli anni '80 del Novecento.
BABANDO, CHIARA
2017/2018
Abstract
Nella seconda metà dell'Ottocento, la situazione economica del Regno Unito cominciò a deteriorarsi rapidamente. Si assistette ad un inesorabile declino del settore manifatturiero, che si dimostrò incapace di affrontare la competizione degli altri Paesi occidentali. Le esportazioni diminuirono drasticamente e questo portò a frequenti crisi nella bilancia dei pagamenti, soprattutto nel secondo dopoguerra. Queste crisi furono ulteriormente aggravate dalle risposte dei governi, che, pur ispirandosi alla teoria Keynesiana, agirono sempre con soluzioni di breve termine, che curavano i sintomi senza però guarire la malattia. In questo clima di generale sfiducia nelle strategie in atto, prese piede il monetarismo, secondo cui la causa principale di tutti i problemi britannici, era l'elevata inflazione. Le elezioni del 1979 vennero così vinte dal partito conservatore, promulgatore di questo nuovo approccio. Guidati da Margaret Thatcher, i Tories restarono al governo fino al 1990. In questi anni si ebbe una svolta radicale nella politica economica inglese, svolta che incise profondamente anche nell'economia, e nella società, dei decenni successivi. La crisi venne affrontata con una serie di azioni di indirizzo conservatore e liberista. Tra i vari propositi del governo Thatcher, particolarmente caratterizzanti furono: - arrestare, o per lo meno non incoraggiare, l'aumento dell'offerta di moneta, ritenuto responsabile dell'elevato tasso di inflazione. - minimizzare l'intervento dello Stato nella gestione dei mercati, con un vasto programma di privatizzazioni, liberalizzazioni e profondi tagli alla spesa pubblica. - riformare il sistema fiscale, rendendolo sempre meno dipendente dalla tassazione indiretta e sempre più dalla diretta. Il giudizio riguardo all'operato di questo governo risulta, però, difficile e ambiguo. Nonostante la ripresa dell'economia britannica e il successo della teoria economica su cui si fondavano, le azioni del governo Thatcher non sono encomiabili in modo assoluto. Alle conseguenze positive, infatti, se ne affiancano molte negative, primo tra tutte l'elevatissimo tasso di disoccupazione di quegli anni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/95376