Le foreste alpine svolgono numerose funzioni sia dal punto di vista produttivo che ecologico e protettivo. In particolare i boschi sono in grado di resistere ed in alcuni casi di mitigare l'effetto di diversi pericoli naturali, ovvero di processi naturali potenziali o in evoluzione che possono produrre effetti negativi per l'uomo o per l'ambiente (AA.VV. 2006). Tra i disturbi naturali verso cui la foresta svolge la sua funzione protettiva troviamo la caduta massi, che viene definita come il distacco da pareti o affioramenti rocciosi di blocchi lapidei con volume minore 5 m3, che possono rotolare verso valle, a causa della pendenza (Berger et al. 2002). Questo fenomeno è molto diffuso in ambiente montano dove l'azione congiunta dei fattori climatici (piovosità e temperatura) e topografici (esposizione quota e pendenza) favoriscono il fratturarsi della roccia determinando sia la morfologia dei massi sia la frequenza con cui questi si distaccano. La maggior parte dei crolli sulle Alpi europee avvengono, infatti, in primavera a causa dell'alternanza di gelo-disgelo e delle piogge intense. In queste zone la caduta massi è considerata un disturbo con bassa magnitudo e alta frequenza (Dorren et al. 2005). Il bosco agisce sulla caduta massi mitigandone gli effetti, in particolare gli alberi e il legno morto presenti lungo il pendio possono agire da barriera e rallentare o fermare i massi soprattutto nella zona di transito e di deposito. In più la presenza di arbusti e cespugli oltre alla rugosità del suolo contribuiscono a migliorare l'efficacia del bosco (AA.VV. 2006). Il lavoro è stato sviluppato considerando due scale differenti: la prima molto ampia a livello regionale, la seconda di dettaglio riferita al singolo evento di caduta massi. L'analisi a scala regionale ha previsto l'individuazione degli eventi di caduta massi attraverso l'utilizzo del database IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia) i cui dati attualmente disponibili sono aggiornati al 2015 per Piemonte e Valle d'Aosta, e al 2014 per la Liguria. Dopo un preventivo filtro sul dataset, lo studio si è focalizzato sui soli eventi di caduta massi che fossero univocamente spazializzabili prendendo in considerazione la copertura del suolo in cui tali eventi ricadevano. A questo scopo si è optato per la Carta dei Tipi forestali italiani, per le zone boscate, e la Corine Land Cover 2012 IV livello, per le aree a copertura non forestale. I dati dendrometrici strutturali uniti ai dati descrittivi del campione di massi rilevato sono stati utilizzati per configurare e validare una simulazione tridimensionale di ognuno dei due eventi analizzati. La simulazione è stata effettuata grazie al software RockyFor3D (ecorisQ), ovvero un modello di simulazione che calcola sorgente, traiettoria di caduta e massima distanza percorsa dai singoli blocchi rocciosi basandosi sul numero, sulla forma e sulla dimensione dei singoli massi e considera anche le caratteristiche dell'eventuale soprassuolo forestale. La simulazione di due scenari (con e senza copertura forestale) ha permesso di evidenziare il ruolo di protezione diretta delle foreste studiate.
Foreste di protezione dalla caduta massi nelle Alpi Occidentali: individuazione, analisi strutturale e modellizzazione
BONO, ALESSIA
2017/2018
Abstract
Le foreste alpine svolgono numerose funzioni sia dal punto di vista produttivo che ecologico e protettivo. In particolare i boschi sono in grado di resistere ed in alcuni casi di mitigare l'effetto di diversi pericoli naturali, ovvero di processi naturali potenziali o in evoluzione che possono produrre effetti negativi per l'uomo o per l'ambiente (AA.VV. 2006). Tra i disturbi naturali verso cui la foresta svolge la sua funzione protettiva troviamo la caduta massi, che viene definita come il distacco da pareti o affioramenti rocciosi di blocchi lapidei con volume minore 5 m3, che possono rotolare verso valle, a causa della pendenza (Berger et al. 2002). Questo fenomeno è molto diffuso in ambiente montano dove l'azione congiunta dei fattori climatici (piovosità e temperatura) e topografici (esposizione quota e pendenza) favoriscono il fratturarsi della roccia determinando sia la morfologia dei massi sia la frequenza con cui questi si distaccano. La maggior parte dei crolli sulle Alpi europee avvengono, infatti, in primavera a causa dell'alternanza di gelo-disgelo e delle piogge intense. In queste zone la caduta massi è considerata un disturbo con bassa magnitudo e alta frequenza (Dorren et al. 2005). Il bosco agisce sulla caduta massi mitigandone gli effetti, in particolare gli alberi e il legno morto presenti lungo il pendio possono agire da barriera e rallentare o fermare i massi soprattutto nella zona di transito e di deposito. In più la presenza di arbusti e cespugli oltre alla rugosità del suolo contribuiscono a migliorare l'efficacia del bosco (AA.VV. 2006). Il lavoro è stato sviluppato considerando due scale differenti: la prima molto ampia a livello regionale, la seconda di dettaglio riferita al singolo evento di caduta massi. L'analisi a scala regionale ha previsto l'individuazione degli eventi di caduta massi attraverso l'utilizzo del database IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia) i cui dati attualmente disponibili sono aggiornati al 2015 per Piemonte e Valle d'Aosta, e al 2014 per la Liguria. Dopo un preventivo filtro sul dataset, lo studio si è focalizzato sui soli eventi di caduta massi che fossero univocamente spazializzabili prendendo in considerazione la copertura del suolo in cui tali eventi ricadevano. A questo scopo si è optato per la Carta dei Tipi forestali italiani, per le zone boscate, e la Corine Land Cover 2012 IV livello, per le aree a copertura non forestale. I dati dendrometrici strutturali uniti ai dati descrittivi del campione di massi rilevato sono stati utilizzati per configurare e validare una simulazione tridimensionale di ognuno dei due eventi analizzati. La simulazione è stata effettuata grazie al software RockyFor3D (ecorisQ), ovvero un modello di simulazione che calcola sorgente, traiettoria di caduta e massima distanza percorsa dai singoli blocchi rocciosi basandosi sul numero, sulla forma e sulla dimensione dei singoli massi e considera anche le caratteristiche dell'eventuale soprassuolo forestale. La simulazione di due scenari (con e senza copertura forestale) ha permesso di evidenziare il ruolo di protezione diretta delle foreste studiate.File | Dimensione | Formato | |
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