The series of the Saints Founders series in the Basilica Vaticana is the subject of the following work. It aims to illustrate the complexity of the sculptural work, dating back from the middle of the XVII century until the '60s of the XVIII century. The research has its origins in the texts of Robert Enggass, Jennifer Montagu and Anne-Lise Desmas. Their studies represent the roots of the history of the early Settecento sculpture. Starting point is the genesis of the project, the client's role was now covered by the different religious orders, they were the ones giving economic support in the making of the sculptures. As every remarquable project of the beginning of the XVIII century, an architect had to supervise the making of the series. He studied the relation between the sculpture itself and the architecture, as well as he projected the ornaments of the niche. Due to the variety of the committing, the artists and the sculptures were different from one another too. The complexity and the cost of these sculptures brought to a very articulated planning and execution, which are analysed together with the series of sculptures in Laterano and Mafra. Following an individual visit to the Basilica, the understanding of the different aspects of the sculptures became deeper: the theoretical study does not give the chance to really appreciate the expressions of the figures, the light on the marble and the draperies, the way that a visual contact does. In the second chapter six descriptions of the works had been composed once the studies were completely assimilated: the purpose of these is one of clarity. Still now there are not a lot of deepened texts explicating the different artistic ideas during the Settecento. In the last chapter a comparison between the Santi Fondatori in San Pietro, the Apostoli in Laterano and the Santi in Mafra marks the similarities and the differences of the artistic undertakings. A great relevance is embodied by the relationship of the sculpture and the niche, the patron's choices, the development of the project, the stylistic quality of the artists. The result of the query made clear the difference between the sculpture of the Settecento and the one of the previous century. In the stylistic field, it is a phase of mutation: the monumentality of the Baroque lives together with an gentle sensitivity, typical of the French culture and the Arcadian knowledge as well.

Il presente lavoro ha per oggetto il ciclo dei Santi Fondatori degli ordini religiosi nella basilica Vaticana. Si è cercato di illustrare un'impresa scultorea complessa, collocata in un arco cronologico che si estende dalla metà del XVII fino agli anni sessanta del XVIII secolo. L'indagine è partita dai testi di Robert Enggass, Jennifer Montagu e Anne-Lise Desmas, i cui studi hanno posto le fondamenta per ripercorrere la storia della scultura a Roma nella prima metà del Settecento. Punto di partenza è stata la genesi del progetto, in cui il ruolo di committente fu ricoperto dai diversi ordini religiosi che contribuirono economicamente a erigere le sculture dei loro santi fondatori. Come nella maggior parte dei grandi cantieri collettivi di scultura che si affermano dall'inizio del XVIII secolo, l'impostazione dell'impresa era affidata a un supervisore artistico - quasi sempre un architetto - che si preoccupò di studiare la relazione tra l'opera plastica e l'architettura, occupandosi anche di progettare, attraverso una serie di disegni, la forma e la decorazione delle nicchie che avrebbero dovuto ospitare le statue. La committenza dei singoli ordini religiosi ha comportato una grande eterogeneità nella scelta degli scultori e di conseguenza nelle loro statue. La complessità e anche il costo di queste sculture ha comportato un processo di ideazione e di esecuzione molto articolato - disegni di pittori e scultori, bozzetti, modelli in scala al vero, riflessioni iconografiche - che è stato esaminato anche in rapporto agli studi e alle informazioni disponibili sugli altri grandi cicli della Roma del Settecento, quello degli Apostoli del Laterano e dei Santi disposti ad adornare la basilica di Mafra in Portogallo. Questi diversi aspetti progettuali, le competenze, le pratiche, gli approvvigionamenti dei materiali, che entrano in gioco nella realizzazione di questi cicli impegnativi e complessi, sono stati presi in considerazione attraverso i documenti pubblicati e una letteratura artistica in realtà ancora piuttosto circoscritta sull'argomento. Il ciclo è stato oggetto di una visita in prima persona alla basilica di San Pietro, quando ho potuto fotografare le sculture per coglierne gli aspetti più significativi: le espressioni dei volti, l'effetto della luce sul marmo, i panneggi, l'andamento della composizione, caratteristiche uniche per ogni santo che uno studio limitatamente teorico non permette di apprezzare. Da tutto ciò scaturiscono sei schede d'opera - oggetto del secondo capitolo - in cui ci si confronta con le fonti dell'epoca, se ne affronta l'analisi descrittiva a confronto con altre statue, al fine di far chiarezza sulle caratteristiche di un periodo storico-artistico di cui ancora non si ha una visione perfettamente delineata. L'ultimo capitolo esamina a confronto per affinità e divergenze le tre imprese artistiche - i Santi Fondatori di San Pietro, gli Apostoli del Laterano e i Santi di Mafra -, dove il rapporto tra opera plastica e cornice architettonica, le scelte della committenza, lo sviluppo dell'idea di un progetto complessivo e la qualità interpretativa e stilistica degli artisti assumono importanza fondamentale. Il risultato di questa ricerca ha permesso di comprendere come nella scultura settecentesca venga gradualmente stemperata l'eloquente monumentalità barocca, per far germogliare un'eterea delicatezza, proveniente dalla cultura francese e dal sapere arcadico.

Il ciclo dei Santi Fondatori in San Pietro. Un'esperienza di gusto e di stile nella scultura romana del Settecento

GARGANO, MATTIA
2017/2018

Abstract

Il presente lavoro ha per oggetto il ciclo dei Santi Fondatori degli ordini religiosi nella basilica Vaticana. Si è cercato di illustrare un'impresa scultorea complessa, collocata in un arco cronologico che si estende dalla metà del XVII fino agli anni sessanta del XVIII secolo. L'indagine è partita dai testi di Robert Enggass, Jennifer Montagu e Anne-Lise Desmas, i cui studi hanno posto le fondamenta per ripercorrere la storia della scultura a Roma nella prima metà del Settecento. Punto di partenza è stata la genesi del progetto, in cui il ruolo di committente fu ricoperto dai diversi ordini religiosi che contribuirono economicamente a erigere le sculture dei loro santi fondatori. Come nella maggior parte dei grandi cantieri collettivi di scultura che si affermano dall'inizio del XVIII secolo, l'impostazione dell'impresa era affidata a un supervisore artistico - quasi sempre un architetto - che si preoccupò di studiare la relazione tra l'opera plastica e l'architettura, occupandosi anche di progettare, attraverso una serie di disegni, la forma e la decorazione delle nicchie che avrebbero dovuto ospitare le statue. La committenza dei singoli ordini religiosi ha comportato una grande eterogeneità nella scelta degli scultori e di conseguenza nelle loro statue. La complessità e anche il costo di queste sculture ha comportato un processo di ideazione e di esecuzione molto articolato - disegni di pittori e scultori, bozzetti, modelli in scala al vero, riflessioni iconografiche - che è stato esaminato anche in rapporto agli studi e alle informazioni disponibili sugli altri grandi cicli della Roma del Settecento, quello degli Apostoli del Laterano e dei Santi disposti ad adornare la basilica di Mafra in Portogallo. Questi diversi aspetti progettuali, le competenze, le pratiche, gli approvvigionamenti dei materiali, che entrano in gioco nella realizzazione di questi cicli impegnativi e complessi, sono stati presi in considerazione attraverso i documenti pubblicati e una letteratura artistica in realtà ancora piuttosto circoscritta sull'argomento. Il ciclo è stato oggetto di una visita in prima persona alla basilica di San Pietro, quando ho potuto fotografare le sculture per coglierne gli aspetti più significativi: le espressioni dei volti, l'effetto della luce sul marmo, i panneggi, l'andamento della composizione, caratteristiche uniche per ogni santo che uno studio limitatamente teorico non permette di apprezzare. Da tutto ciò scaturiscono sei schede d'opera - oggetto del secondo capitolo - in cui ci si confronta con le fonti dell'epoca, se ne affronta l'analisi descrittiva a confronto con altre statue, al fine di far chiarezza sulle caratteristiche di un periodo storico-artistico di cui ancora non si ha una visione perfettamente delineata. L'ultimo capitolo esamina a confronto per affinità e divergenze le tre imprese artistiche - i Santi Fondatori di San Pietro, gli Apostoli del Laterano e i Santi di Mafra -, dove il rapporto tra opera plastica e cornice architettonica, le scelte della committenza, lo sviluppo dell'idea di un progetto complessivo e la qualità interpretativa e stilistica degli artisti assumono importanza fondamentale. Il risultato di questa ricerca ha permesso di comprendere come nella scultura settecentesca venga gradualmente stemperata l'eloquente monumentalità barocca, per far germogliare un'eterea delicatezza, proveniente dalla cultura francese e dal sapere arcadico.
ITA
The series of the Saints Founders series in the Basilica Vaticana is the subject of the following work. It aims to illustrate the complexity of the sculptural work, dating back from the middle of the XVII century until the '60s of the XVIII century. The research has its origins in the texts of Robert Enggass, Jennifer Montagu and Anne-Lise Desmas. Their studies represent the roots of the history of the early Settecento sculpture. Starting point is the genesis of the project, the client's role was now covered by the different religious orders, they were the ones giving economic support in the making of the sculptures. As every remarquable project of the beginning of the XVIII century, an architect had to supervise the making of the series. He studied the relation between the sculpture itself and the architecture, as well as he projected the ornaments of the niche. Due to the variety of the committing, the artists and the sculptures were different from one another too. The complexity and the cost of these sculptures brought to a very articulated planning and execution, which are analysed together with the series of sculptures in Laterano and Mafra. Following an individual visit to the Basilica, the understanding of the different aspects of the sculptures became deeper: the theoretical study does not give the chance to really appreciate the expressions of the figures, the light on the marble and the draperies, the way that a visual contact does. In the second chapter six descriptions of the works had been composed once the studies were completely assimilated: the purpose of these is one of clarity. Still now there are not a lot of deepened texts explicating the different artistic ideas during the Settecento. In the last chapter a comparison between the Santi Fondatori in San Pietro, the Apostoli in Laterano and the Santi in Mafra marks the similarities and the differences of the artistic undertakings. A great relevance is embodied by the relationship of the sculpture and the niche, the patron's choices, the development of the project, the stylistic quality of the artists. The result of the query made clear the difference between the sculpture of the Settecento and the one of the previous century. In the stylistic field, it is a phase of mutation: the monumentality of the Baroque lives together with an gentle sensitivity, typical of the French culture and the Arcadian knowledge as well.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/94931