Nel primo volume de "La società aperta e i suoi nemici" ("Platone totalitario", 1944), Popper intraprende una violenta requisitoria volta a smascherare gli intenti totalitari e illiberali di Platone e delle sue utopie: egli, deluso dalla democrazia, scrive Popper, avrebbe in realtà voluto riportare indietro l'orologio della storia per tornare alla staticità della società chiusa, autoritaria e aristocratica (che Popper contrappone appunto alla società aperta, democratica e liberale). L'utopia di Platone, nata dal sogno di una società retta dall'autentica saggezza ma paternalistica, filo-spartana e ultraconservatrice, si pone quindi come la prima forma teorica di stato totalitario, in cui la giustizia è ridotta a mera igiene politica, e in cui l'interesse dello stato coincide con la propria conservazione e perpetuazione: senza ammettere alcuna forma di cambiamento politico e culturale, esso si sarebbe così configurato, scrive Popper, come uno "stato pietrificato". Partendo da una propedeutica ricostruzione filologica del pensiero politico di Platone, il lavoro di tesi si concentra sulla lettura svolta da Popper dei principali dialoghi politici del filosofo ateniese, con particolare attenzione posta su Repubblica, Politico e Leggi. Nel capitolo conclusivo si cerca di confrontare l'analisi popperiana di Platone con quella di importanti esponenti del neoaristotelismo come Voegelin, Strauss, Arendt.
Popper interprete della filosofia politica di Platone
RUSSO, EMANUELE
2017/2018
Abstract
Nel primo volume de "La società aperta e i suoi nemici" ("Platone totalitario", 1944), Popper intraprende una violenta requisitoria volta a smascherare gli intenti totalitari e illiberali di Platone e delle sue utopie: egli, deluso dalla democrazia, scrive Popper, avrebbe in realtà voluto riportare indietro l'orologio della storia per tornare alla staticità della società chiusa, autoritaria e aristocratica (che Popper contrappone appunto alla società aperta, democratica e liberale). L'utopia di Platone, nata dal sogno di una società retta dall'autentica saggezza ma paternalistica, filo-spartana e ultraconservatrice, si pone quindi come la prima forma teorica di stato totalitario, in cui la giustizia è ridotta a mera igiene politica, e in cui l'interesse dello stato coincide con la propria conservazione e perpetuazione: senza ammettere alcuna forma di cambiamento politico e culturale, esso si sarebbe così configurato, scrive Popper, come uno "stato pietrificato". Partendo da una propedeutica ricostruzione filologica del pensiero politico di Platone, il lavoro di tesi si concentra sulla lettura svolta da Popper dei principali dialoghi politici del filosofo ateniese, con particolare attenzione posta su Repubblica, Politico e Leggi. Nel capitolo conclusivo si cerca di confrontare l'analisi popperiana di Platone con quella di importanti esponenti del neoaristotelismo come Voegelin, Strauss, Arendt.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/94794