Novità per il Castello di Masino (1780-1815). Carlo Francesco II Valperga, Filippo Castelli, Gaetano Vigna e i modelli decorativi.

This thesis consists of several types of investigations made necessary to deepen the knowledge of the decoration of the late Eighteenth-century halls of the Masino Castle which is configured as a rare example of a particular taste developed in Piedmont at the end of the eighteenth century. The most recent studies in this regard left open questions such as the effective date of the decorative performance, the artists, the deepening of the sources at the base of the decorative apparatus and the relationship between the client and the architect Filippo Castelli, issues that were set as a goal of this work. To shed light on the period between 1779 and 1794 it was decided to invest in archival research. From the various chronologically ordered documents, shown in the appendix to this study, the artist, Gaetano Vigna, was identified, and the date of the construction, the summer of 1792, was established with certainty. During this first phase a considerable amount of documents emerged relating to the residence in Turin which, unlike the Castle, has not preserved, if not in a minimal way, the original decoration. To try to reconstruct by documentary way this layout, previous to the Masinese one, proved to be useful above all because, being a construction site wanted by the same client and supervised by the same architect, it is the first natural comparison to focus on the decorative taste of the different characters involved in the choice and implementation of decoration, as well as allowing to broaden the research on what was happening in the capital of Savoy, recognizing in this example an early aesthetic update in line with the novelties imported from England. Attention was then turned to the Library of the Castle to identify the possible library inspiration. Not only the first volume of Adam's Works in Architecture is on the shelves, but the majority of the repertoires still available at Masino are English. The picture that emerges from the cross-reflection on archival documents and volumes conserved in the Library sees the center a cutting-edge client who undertakes an overall project of adaptation to international taste, but not in solitude, but always backed by the architect Castelli who in turn he employs the same team to carry out his projects. After trying to clarify the wide-ranging cultural references of Carlo Francesco II, it seemed necessary to delve into the other two figures involved in the project of decorative updating to evaluate their involvement: the architect Castelli, who is presented here as an interior designer, through the many projects and studies for interiors collected in the Castelli-Berroni collection conserved in the State Archives of Turin and, for its key role in the practical implementation of the decorative campaign, Gaetano Vigna, an unrecognized artist, only briefly mentioned by Mercedes Viale Ferrero (1980) as set designer of the Teatro Regio. In the successful attempt to reconstruct his career it was a pleasant effort to follow the tracks that led, starting from Masino and passing through Turin to the province of Cuneo, where in the early Nineteenth century he dedicated himself to three important commissions that, in addition to clarifying his dependence on the architect and to highlight the absolute precociousness of the Masinese decoration, enrich this search for new tangible and unexpected comparisons always under the sign of a slight revival of antiquity.

Questa tesi si compone di diverse indagini resesi necessarie per approfondire la conoscenza della decorazione delle sale tardo settecentesche del Castello di Masino, raro esempio di un particolare gusto sviluppatosi in Piemonte allo scadere del XVIII secolo. Gli studi più recenti a riguardo lasciavano aperti dei quesiti quali la data effettiva dello svolgimento del cantiere decorativo, l'artefice, l'approfondimento delle fonti alla base dell'apparato decorativo e il rapporto tra il committente e l'architetto Filippo Castelli, questioni che sono state poste a obiettivo di questo lavoro. Per fare luce sul periodo compreso tra il 1779 e il 1794 si è deciso di investire nella ricerca archivistica. Dai diversi documenti ordinati cronologicamente, riportati in appendice a questo studio, si è individuato l'artefice, Gaetano Vigna, e si è stabilita con certezza la data del cantiere, l'estate del 1792. Durante questa prima fase è emersa una mole non indifferente di documenti relativi alla residenza torinese che, al contrario del Castello, non ha conservato la decorazione originale. Provare a ricostruire per via documentaria questo allestimento, precedente a quello masinese, si è rivelato utile soprattutto in quanto, trattandosi di un cantiere voluto dallo stesso committente e supervisionato dallo stesso architetto, si configura come primo naturale confronto per mettere a fuoco il gusto decorativo dei diversi personaggi coinvolti nella realizzazione della decorazione, oltre a permettere di allargare la ricerca su ciò che accadeva nella Capitale Sabauda, riconoscendo in questo esempio un precoce aggiornamento estetico in linea con le novità importate dall'Inghilterra. Si è poi rivolta l'attenzione alla Biblioteca del Castello per individuare la possibile ispirazione libraria. Non solo è tutt'oggi presente sugli scaffali il primo volume dei Works in Architecture degli Adam, ma la maggioranza dei repertori ancora consultabili a Masino è di produzione inglese. Il quadro che emerge dalla riflessione incrociata sui documenti d'archivio e sui volumi conservati in Biblioteca vede al centro un committente all'avanguardia che intraprende un complessivo progetto di adeguamento al gusto internazionale, non in solitudine, bensì sempre spalleggiato dall'architetto Castelli che a sua volta impiega la stessa équipe per realizzare i suoi progetti. Dopo aver cercato di fare chiarezza sui riferimenti culturali di ampio respiro di Carlo Francesco II è parso dunque doveroso approfondire le altre due figure implicate nel progetto di aggiornamento decorativo per valutarne il coinvolgimento: l'architetto Castelli, che viene qui presentato in qualità di interior designer, attraverso i molti suoi progetti e studi per interni raccolti nel fondo Castelli-Berroni conservato all'Archivio di Stato di Torino e, per il suo ruolo chiave nella realizzazione della campagna decorativa Gaetano Vigna, artista misconosciuto, solo ricordato brevemente da Mercedes Viale Ferrero (1980) come scenografo del Teatro Regio. Nel tentativo riuscito di ricostruirne la carriera è stata una piacevole fatica seguirne le tracce che hanno portato, partendo da Masino e passando per Torino fino alla provincia di Cuneo, dove nei primi anni dell'Ottocento si dedicò a tre importanti commissioni che, oltre a chiarire la sua dipendenza dall'architetto e a evidenziare l'assoluta precocità della decorazione masinese, arricchiscono questa ricerca di nuovi confronti tangibili e inaspettati.