Una delle sfide più ardue che i Paesi africani e le differenti organizzazioni regionali hanno dovuto affrontare, riguarda principalmente la ricerca della giusta ricetta per lo sviluppo del continente. A lungo marginalizzata dall'economia globale, l'Africa è stata oggetto di dibattito fra le potenze occidentali su quale dovesse essere la via da intraprendere in seguito a decenni di colonialismo e dipendenza dall'imperialismo occidentale. Dalla fine del XX secolo si è assistito alla crescita di nuove potenze economiche emergenti. Tra queste vi è la Cina, la quale in uno scenario internazionale sempre più complesso, grazie alla sua incessante crescita economica, ha acquisito un ruolo fondamentale non solo sulla scena asiatica, ma anche nel resto del mondo. L'impegno della Cina in Africa ha avuto un grande impatto, essa costituisce uno dei Paesi con cui le potenze occidentali devono, al giorno d'oggi, confrontarsi. Ad esempio, l'Unione Europea (UE) ha da sempre costituito un attore preminente nel continente africano. È interessante, quindi, osservare come l'UE si sia adattata all'emergere di un nuovo mondo multipolare, e come negli ultimi anni essa abbia reagito in vista di una sempre più vigorosa presenza cinese in Africa. L'UE, il più grande fornitore mondiale di aiuti allo sviluppo, ha avvertito la reale competizione con Pechino in Africa. Il presente lavoro intende analizzare il ruolo della Cina e dell'UE in Africa subsahariana, in particolare come le relazioni dei due attori con il continente africano si siano evolute seguendo due approcci differenti. La prima parte di questo elaborato ha lo scopo di ricostruire storicamente lo sviluppo delle relazioni tra l'UE e l'Africa, in particolare con il raggruppamento dei Paesi di Africa, Caraibi e Pacifico (ACP), e come queste negli anni abbiano attraversato dei mutamenti che hanno portato alla definizione di accordi che vanno dalle Convenzioni di Yaoundé alle quattro successive Convezioni di Lomé, fino ad arrivare agli Accordi di Cotonou del 2000. Un secondo obiettivo, sarà quello di osservare la ragione per la quale la Cina sia percepita come una possibile minaccia per i risultati che, fino ad oggi, l'UE è riuscita ad ottenere nel continente africano. Per far ciò, risulta indispensabile approfondire, nella seconda parte, i processi storici che hanno portato Pechino ad essere sempre più vicina al continente africano, e come i rapporti siano migliorati in seguito agli eventi di Piazza Tienanmen. Obiettivo della terza parte sarà quello di evidenziare i diversi approcci utilizzati dalla Cina e dall'UE in Africa. A tal fine saranno proposti due casi studio. Il primo caso è quello dello Zimbabwe: le potenze occidentali, in particolare l'UE, condannarono il governo di Harare per le frequenti violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Il secondo caso riguarda il Sudafrica, di cui si è studiato non solo il complicato processo di ristrutturazione interna, in seguito all'apartheid, ma anche come questo abbia agito seguendo i valori normativi proposti dall'UE. Dopo aver analizzato i due differenti casi studio, la quarta ed ultima parte ha come scopo quello di esaminare l'iniziativa europea del 2008, che prende in considerazione la possibilità di istituire una cooperazione trilaterale con Cina e Africa. Di tale proposta saranno presi in considerazione punti di forza e di debolezza: come le parti coinvolte abbiano agito e quali siano le prospettive future.

Il ruolo dell'UE e della Cina in Africa subsahariana: verso una cooperazione trilaterale?

FALCI, CLAUDIA
2017/2018

Abstract

Una delle sfide più ardue che i Paesi africani e le differenti organizzazioni regionali hanno dovuto affrontare, riguarda principalmente la ricerca della giusta ricetta per lo sviluppo del continente. A lungo marginalizzata dall'economia globale, l'Africa è stata oggetto di dibattito fra le potenze occidentali su quale dovesse essere la via da intraprendere in seguito a decenni di colonialismo e dipendenza dall'imperialismo occidentale. Dalla fine del XX secolo si è assistito alla crescita di nuove potenze economiche emergenti. Tra queste vi è la Cina, la quale in uno scenario internazionale sempre più complesso, grazie alla sua incessante crescita economica, ha acquisito un ruolo fondamentale non solo sulla scena asiatica, ma anche nel resto del mondo. L'impegno della Cina in Africa ha avuto un grande impatto, essa costituisce uno dei Paesi con cui le potenze occidentali devono, al giorno d'oggi, confrontarsi. Ad esempio, l'Unione Europea (UE) ha da sempre costituito un attore preminente nel continente africano. È interessante, quindi, osservare come l'UE si sia adattata all'emergere di un nuovo mondo multipolare, e come negli ultimi anni essa abbia reagito in vista di una sempre più vigorosa presenza cinese in Africa. L'UE, il più grande fornitore mondiale di aiuti allo sviluppo, ha avvertito la reale competizione con Pechino in Africa. Il presente lavoro intende analizzare il ruolo della Cina e dell'UE in Africa subsahariana, in particolare come le relazioni dei due attori con il continente africano si siano evolute seguendo due approcci differenti. La prima parte di questo elaborato ha lo scopo di ricostruire storicamente lo sviluppo delle relazioni tra l'UE e l'Africa, in particolare con il raggruppamento dei Paesi di Africa, Caraibi e Pacifico (ACP), e come queste negli anni abbiano attraversato dei mutamenti che hanno portato alla definizione di accordi che vanno dalle Convenzioni di Yaoundé alle quattro successive Convezioni di Lomé, fino ad arrivare agli Accordi di Cotonou del 2000. Un secondo obiettivo, sarà quello di osservare la ragione per la quale la Cina sia percepita come una possibile minaccia per i risultati che, fino ad oggi, l'UE è riuscita ad ottenere nel continente africano. Per far ciò, risulta indispensabile approfondire, nella seconda parte, i processi storici che hanno portato Pechino ad essere sempre più vicina al continente africano, e come i rapporti siano migliorati in seguito agli eventi di Piazza Tienanmen. Obiettivo della terza parte sarà quello di evidenziare i diversi approcci utilizzati dalla Cina e dall'UE in Africa. A tal fine saranno proposti due casi studio. Il primo caso è quello dello Zimbabwe: le potenze occidentali, in particolare l'UE, condannarono il governo di Harare per le frequenti violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Il secondo caso riguarda il Sudafrica, di cui si è studiato non solo il complicato processo di ristrutturazione interna, in seguito all'apartheid, ma anche come questo abbia agito seguendo i valori normativi proposti dall'UE. Dopo aver analizzato i due differenti casi studio, la quarta ed ultima parte ha come scopo quello di esaminare l'iniziativa europea del 2008, che prende in considerazione la possibilità di istituire una cooperazione trilaterale con Cina e Africa. Di tale proposta saranno presi in considerazione punti di forza e di debolezza: come le parti coinvolte abbiano agito e quali siano le prospettive future.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/94578