ABSTRACT Effetti del metodo Pilates sui disturbi intervertebrali minori. OBIETTIVO L'obiettivo di questo studio è quello di valutare una possibile correlazione tra il metodo Pilates e il dolore in sede lombare. PARTECIPANTI Hanno partecipato allo studio 25 soggetti selezionati secondo i seguenti criteri di inclusione: sesso femminile, età compresa tra i 18 e i 65 anni, dolore localizzato in zona lombare. I criteri di esclusione sono: sesso maschile, età inferiore ai 18 anni e superiore ai 65 anni, dolore primario situato in zona cervicale o dorsale, presenza di interventi chirurgici al rachide, assunzione di psicofarmaci, gravidanza, patologia tumorale. MATERIALI E METODI Lo studio, di tipo esperienziale, prevede la somministrazione del questionario SF-12 sullo Stato di Salute e la successiva misurazione della flessibilità muscolo-tendinea dorso-lombare dei partecipanti attraverso il test Sit and Reach. Lo studio di tesi esperienziale è stato condotto in due diverse strutture: Rari Nantes Gerbido Grugliasco e ISEF Torino. Lo studio ha avuto una durata di 16 settimane. Le donne hanno svolto un protocollo di attività di Pilates, una o due volte a settimana svolgendo esercizi a corpo libero o con l'utilizzo di piccoli attrezzi. Gli esercizi, sotto la supervisione di un istruttore qualificato, sono stati eseguiti su un tappetino. RISULTATI Il confronto dell'indice fisico all'inizio dello studio e dopo 12 settimane non ha mostrato alcuna differenza statisticamente significativa (PCS-12 T0 = 52,06 ¿ PCS- 12 T1 = 52,30); l'indice mentale, invece, risulta essere differente in maniera statisticamente significativa nel confronto a T0 e a T1 se si considera α = 0.01 (MCS-12 T0 = 44,13 ¿ MCS-12 T1 = 49,08). Il confronto delle variabili relative al test Sit and Reach ha mostrato una differenza statisticamente significativa prendendo in considerazione la misurazione migliore (Mm T0 = -5 - Mm T1 = -7). Si sono inoltre confrontate le differenze tra: M1 T0 ¿ M1 T1, M2 T0 ¿ M2 T1, M3 T0 ¿ M3 T1, osservando, anche in questo caso, differenze statisticamente significative ( M1 T0 = -4 - M1 T1 = -5; M2 T0 = -5 - M2 T1 = -6; M3 T0 = -5 - M3 T1 = -7). CONCLUSIONI Lo studio ha evidenziato come il protocollo utilizzato abbia effetti positivi in termini di miglioramento della flessibilità. Inoltre si è evidenziato un significativo miglioramento riguardante l'aspetto mentale del soggetto, monitorato grazie all'indice MCS-12 del questionario SF-12. L'indice fisico invece, confrontato a T0 e T1, non ha mostrato cambiamenti significativi. Si può quindi affermare che il protocollo di Pilates a corpo libero o con l'utilizzo di piccoli attrezzi, può rappresentare un buon metodo per il miglioramento della flessibilità muscolo-tendinea del rachide e della zona posteriore degli arti inferiori, nonché della salute mentale del soggetto.
Effetti del metodo Pilates sui disturbi intervertebrali minori
TRIBOCCO, MATTEO
2016/2017
Abstract
ABSTRACT Effetti del metodo Pilates sui disturbi intervertebrali minori. OBIETTIVO L'obiettivo di questo studio è quello di valutare una possibile correlazione tra il metodo Pilates e il dolore in sede lombare. PARTECIPANTI Hanno partecipato allo studio 25 soggetti selezionati secondo i seguenti criteri di inclusione: sesso femminile, età compresa tra i 18 e i 65 anni, dolore localizzato in zona lombare. I criteri di esclusione sono: sesso maschile, età inferiore ai 18 anni e superiore ai 65 anni, dolore primario situato in zona cervicale o dorsale, presenza di interventi chirurgici al rachide, assunzione di psicofarmaci, gravidanza, patologia tumorale. MATERIALI E METODI Lo studio, di tipo esperienziale, prevede la somministrazione del questionario SF-12 sullo Stato di Salute e la successiva misurazione della flessibilità muscolo-tendinea dorso-lombare dei partecipanti attraverso il test Sit and Reach. Lo studio di tesi esperienziale è stato condotto in due diverse strutture: Rari Nantes Gerbido Grugliasco e ISEF Torino. Lo studio ha avuto una durata di 16 settimane. Le donne hanno svolto un protocollo di attività di Pilates, una o due volte a settimana svolgendo esercizi a corpo libero o con l'utilizzo di piccoli attrezzi. Gli esercizi, sotto la supervisione di un istruttore qualificato, sono stati eseguiti su un tappetino. RISULTATI Il confronto dell'indice fisico all'inizio dello studio e dopo 12 settimane non ha mostrato alcuna differenza statisticamente significativa (PCS-12 T0 = 52,06 ¿ PCS- 12 T1 = 52,30); l'indice mentale, invece, risulta essere differente in maniera statisticamente significativa nel confronto a T0 e a T1 se si considera α = 0.01 (MCS-12 T0 = 44,13 ¿ MCS-12 T1 = 49,08). Il confronto delle variabili relative al test Sit and Reach ha mostrato una differenza statisticamente significativa prendendo in considerazione la misurazione migliore (Mm T0 = -5 - Mm T1 = -7). Si sono inoltre confrontate le differenze tra: M1 T0 ¿ M1 T1, M2 T0 ¿ M2 T1, M3 T0 ¿ M3 T1, osservando, anche in questo caso, differenze statisticamente significative ( M1 T0 = -4 - M1 T1 = -5; M2 T0 = -5 - M2 T1 = -6; M3 T0 = -5 - M3 T1 = -7). CONCLUSIONI Lo studio ha evidenziato come il protocollo utilizzato abbia effetti positivi in termini di miglioramento della flessibilità. Inoltre si è evidenziato un significativo miglioramento riguardante l'aspetto mentale del soggetto, monitorato grazie all'indice MCS-12 del questionario SF-12. L'indice fisico invece, confrontato a T0 e T1, non ha mostrato cambiamenti significativi. Si può quindi affermare che il protocollo di Pilates a corpo libero o con l'utilizzo di piccoli attrezzi, può rappresentare un buon metodo per il miglioramento della flessibilità muscolo-tendinea del rachide e della zona posteriore degli arti inferiori, nonché della salute mentale del soggetto.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/94491