This work aims to explore the potential of "combinatorial literature" through a comparative analysis of Cent mille milliards de poèmes by Raymond Queneau and The Castle of Crossed Destinies by Italo Calvino. The term "littérature combinatoire" was coined by François Le Lionnais in 1961 to describe Cent mille milliards de poèmes, an experimental work that is at the origin of the OuLiPo group. It is a device of creation of sonnets through which the reader can produce a hundred thousand billion texts by combining the verses one with another. Calvino was deeply fascinated by the idea of combinatorics. He thought that the combinatory process as an effective methodology in order to understand the reality. The Italian author decided to compose several stories based on tarot cards that work as units of the narration since they can be arranged in different sequences to give birth to stories. This study seeks to highlight the elective affinities between Queneau and Calvino, beginning with their shared inclination toward the rationalisation of the compositional process. Moreover, both works can be interpreted as metatexts because of the fact that they reflect on how the two authors compose. Furthermore, both texts can be considered literary games, constructed on fundamental rules of composition that have been elevated to axioms. The reader-player has a privileged position in the narrative, as both authors ask him/her not only to accept the game but also to participate. On the one hand, the reader becomes a co-author in Cent mille milliards de poèmes, while in The Castle of Crossed Destinies, he/she can follow Calvino’s interpretations step by step, checking the tarot cards provided alongside the book. Moreover, both works engage a complex system of intertextual references that open the two texts to multiple interpretative possibilities. The multiplicity of possibilities sorted out from the combinatorial game is a powerful metaphor of the plurality of the reality. Queneau starts with ten basic sonnets to create an unlimited quantity, while Calvino make multiple hypotheses about the characters' past. This research will study the labyrinth dimension of the two works. Finally, the idea of the "writing machine," theorized by Calvino and put into practice by Queneau, will be considered in order to provide the reader an idea of the cybertechnique versions of Cent mille milliards de poèmes.

Questa tesi si propone di indagare le potenzialità della “letteratura combinatoria” attraverso un’analisi comparata di Cent mille milliards de poèmes di Raymond Queneau e di Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino. L’espressione “littérature combinatoire” fu coniata da François Le Lionnais nel 1961 per dare un alveolo a Cent mille milliards de poèmes, opera sperimentale che ha ispirato la nascita del gruppo OuLiPo. Essa è un dispositivo di creazione di sonetti attraverso il quale il lettore può produrre centomila miliardi di testi per mezzo della combinazione di versi tra di loro. Calvino riteneva che il processo combinatorio potesse essere un metodo efficace di interpretare la realtà. L’autore italiano decise di comporre più racconti a partire dalle carte dei tarocchi, unità narrative di base che possono essere disposte in sequenze differenti e creare storie. Si cercheranno di mettere in luce le affinità elettive tra Queneau e Calvino a partire dalla loro predisposizione verso la razionalizzazione del processo compositivo. Infatti, le due opere possono essere interpretate come metatesti, poiché riflettono sul modo di comporre dei due autori. Inoltre, i due testi sono da considerarsi come giochi letterari a partire da regole di composizione che sono state elette ad assiomi del testo. Il lettore-giocatore occupa un posto privilegiato nella narrazione, poiché i due autori gli/le chiedono di accettare il gioco e di esserne partecipe. Se da un lato il lettore diventa co-autore in Cent mille milliards de poèmes, d’altra parte in Il castello dei destini incrociati può seguire le interpretazioni di Calvino passo a passo, controllando i tarocchi forniti al lato del libro. Inoltre, le due opere mettono in gioco un intricato sistema di riferimenti intertestuali. La molteplicità delle possibilità che il gioco combinatorio fa emergere diventa metafora preferenziale della pluralità che compone la realtà. Queneau parte da dieci sonetti di base per crearne una quantità quasi illimitata, mentre Calvino conduce la sua narrazione attraverso molteplici ipotesi sul passato dei personaggi. Questa ricerca cercherà di esplorare la dimensione labirintica delle due opere. In ultima analisi verrà presa in considerazione l’idea di “macchina scrivente” teorizzata da Calvino e messa in pratica da Queneau per poi illustrare le maggiori differenze tra le versioni numeriche di Cent mille milliards de poèmes.

La potentialité de l’écriture sous contrainte : Une analyse de deux jeux combinatories Il castello dei destini incrociati d’Italo Calvino et Cent mille milliards de poèmes de Raymond Queneau

VALLAURI, CLARA
2023/2024

Abstract

Questa tesi si propone di indagare le potenzialità della “letteratura combinatoria” attraverso un’analisi comparata di Cent mille milliards de poèmes di Raymond Queneau e di Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino. L’espressione “littérature combinatoire” fu coniata da François Le Lionnais nel 1961 per dare un alveolo a Cent mille milliards de poèmes, opera sperimentale che ha ispirato la nascita del gruppo OuLiPo. Essa è un dispositivo di creazione di sonetti attraverso il quale il lettore può produrre centomila miliardi di testi per mezzo della combinazione di versi tra di loro. Calvino riteneva che il processo combinatorio potesse essere un metodo efficace di interpretare la realtà. L’autore italiano decise di comporre più racconti a partire dalle carte dei tarocchi, unità narrative di base che possono essere disposte in sequenze differenti e creare storie. Si cercheranno di mettere in luce le affinità elettive tra Queneau e Calvino a partire dalla loro predisposizione verso la razionalizzazione del processo compositivo. Infatti, le due opere possono essere interpretate come metatesti, poiché riflettono sul modo di comporre dei due autori. Inoltre, i due testi sono da considerarsi come giochi letterari a partire da regole di composizione che sono state elette ad assiomi del testo. Il lettore-giocatore occupa un posto privilegiato nella narrazione, poiché i due autori gli/le chiedono di accettare il gioco e di esserne partecipe. Se da un lato il lettore diventa co-autore in Cent mille milliards de poèmes, d’altra parte in Il castello dei destini incrociati può seguire le interpretazioni di Calvino passo a passo, controllando i tarocchi forniti al lato del libro. Inoltre, le due opere mettono in gioco un intricato sistema di riferimenti intertestuali. La molteplicità delle possibilità che il gioco combinatorio fa emergere diventa metafora preferenziale della pluralità che compone la realtà. Queneau parte da dieci sonetti di base per crearne una quantità quasi illimitata, mentre Calvino conduce la sua narrazione attraverso molteplici ipotesi sul passato dei personaggi. Questa ricerca cercherà di esplorare la dimensione labirintica delle due opere. In ultima analisi verrà presa in considerazione l’idea di “macchina scrivente” teorizzata da Calvino e messa in pratica da Queneau per poi illustrare le maggiori differenze tra le versioni numeriche di Cent mille milliards de poèmes.
The potentiality of writing under constraint: An analysis of two combinatorial games Il castello dei destini incrociati by Italo Calvino and Cent mille milliards de poèmes by Raymond Queneau
This work aims to explore the potential of "combinatorial literature" through a comparative analysis of Cent mille milliards de poèmes by Raymond Queneau and The Castle of Crossed Destinies by Italo Calvino. The term "littérature combinatoire" was coined by François Le Lionnais in 1961 to describe Cent mille milliards de poèmes, an experimental work that is at the origin of the OuLiPo group. It is a device of creation of sonnets through which the reader can produce a hundred thousand billion texts by combining the verses one with another. Calvino was deeply fascinated by the idea of combinatorics. He thought that the combinatory process as an effective methodology in order to understand the reality. The Italian author decided to compose several stories based on tarot cards that work as units of the narration since they can be arranged in different sequences to give birth to stories. This study seeks to highlight the elective affinities between Queneau and Calvino, beginning with their shared inclination toward the rationalisation of the compositional process. Moreover, both works can be interpreted as metatexts because of the fact that they reflect on how the two authors compose. Furthermore, both texts can be considered literary games, constructed on fundamental rules of composition that have been elevated to axioms. The reader-player has a privileged position in the narrative, as both authors ask him/her not only to accept the game but also to participate. On the one hand, the reader becomes a co-author in Cent mille milliards de poèmes, while in The Castle of Crossed Destinies, he/she can follow Calvino’s interpretations step by step, checking the tarot cards provided alongside the book. Moreover, both works engage a complex system of intertextual references that open the two texts to multiple interpretative possibilities. The multiplicity of possibilities sorted out from the combinatorial game is a powerful metaphor of the plurality of the reality. Queneau starts with ten basic sonnets to create an unlimited quantity, while Calvino make multiple hypotheses about the characters' past. This research will study the labyrinth dimension of the two works. Finally, the idea of the "writing machine," theorized by Calvino and put into practice by Queneau, will be considered in order to provide the reader an idea of the cybertechnique versions of Cent mille milliards de poèmes.
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