La tesi parte dall'analisi del significato di genere e dalla distinzione tra sesso biologico e genere culturale. In base a questa distinzione viene quindi definito il significato di genere grammaticale, che è una classe del nome e comporta l'accordo di aggettivi, pronomi, articoli e alcune forme verbali. Una volta definito il significato e il funzionamento del genere grammaticale, è stata quindi analizzata la relazione tra lingua e realtà extra-linguistica, riprendendo la concezione di segno saussuriano come unione di significato e significante. La lingua è infatti un sistema di segni linguistici: unità formate da un prodotto verbale o scritto (il significante) e la realtà extralinguistica che è capace di richiamare per i parlanti di una data lingua (il significato). L'insieme degli elementi che hanno un determinato significato per un determinato gruppo sociale determina la cultura di quel gruppo: la lingua è fondamentale nella comunicazione di questi significati. Il modo in cui il genere viene concepito e percepito in una determinata società è quindi veicolato anche dal linguaggio, sotto forma di genere grammaticale. Queste premesse hanno permesso di illustrare la capacità che la lingua ha nell'influire sulla definizione di 'maschile' e 'femminile', e di incoraggiare o scoraggiare le disuguaglianze di genere della nostra cultura. Un uso sessista della lingua può infatti rafforzare discriminazioni già presenti nel contesto sociale. A partire dagli ultimi decenni del Novecento si sviluppano quindi numerose ipotesi per un uso non sessista della lingua, che incontrano resistenze più o meno forti da parte della comunità dei parlanti. In Italia, le prime proposte di questo tipo sono quelle di Alma Sabatini, le 'Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana', pubblicate nel 1986. Un altro importante insieme di proposte per quanto riguarda la lingua italiana, in particolare nel contesto amministrativo, è costituito dalle 'Linee guida per l'uso del genere nel linguaggio amministrativo' elaborate nel 2012 da Cecilia Robustelli. Nel terzo capitolo ho quindi analizzato i due testi sopracitati, evidenziando le caratteristiche più interessanti e riportando commenti e critiche di altri studiosi e studiose. Gli utilizzi e le conformazioni della lingua affrontati da Sabatini, con relative proposte di utilizzi e cambiamenti non sessisti, sono il maschile neutro, l'uso dissimmetrico di nomi, cognomi e titoli, e gli agentivi. I temi affrontati da Robustelli sono complessivamente gli stessi, ma in particolare applicati al linguaggio dell'amministrazione. Partendo dalle linee guida di Cecilia Robustelli, ho approfondito nell'ultimo capitolo tre testi nell'ambito del linguaggio di genere in campo amministrativo: le 'Linee Guida per un utilizzo non discriminatorio del linguaggio in base al genere nell'attività amministrativa' della Città di Torino (2017), 'Un approccio di genere al linguaggio amministrativo' dell'Università degli Studi di Torino (2015) e le 'Linee guida per l'uso del genere nel linguaggio amministrativo del MIUR' (2018). Ho quindi analizzato come i suggerimenti espressi da Alma Sabatini nel 1986 e da Cecilia Robustelli nel 2012 sono stati messi in pratica, confutati o tralasciati, nelle tre opere.

Per un uso non sessista della lingua. Confronto tra diverse linee guida

SCABIN, GIULIA
2017/2018

Abstract

La tesi parte dall'analisi del significato di genere e dalla distinzione tra sesso biologico e genere culturale. In base a questa distinzione viene quindi definito il significato di genere grammaticale, che è una classe del nome e comporta l'accordo di aggettivi, pronomi, articoli e alcune forme verbali. Una volta definito il significato e il funzionamento del genere grammaticale, è stata quindi analizzata la relazione tra lingua e realtà extra-linguistica, riprendendo la concezione di segno saussuriano come unione di significato e significante. La lingua è infatti un sistema di segni linguistici: unità formate da un prodotto verbale o scritto (il significante) e la realtà extralinguistica che è capace di richiamare per i parlanti di una data lingua (il significato). L'insieme degli elementi che hanno un determinato significato per un determinato gruppo sociale determina la cultura di quel gruppo: la lingua è fondamentale nella comunicazione di questi significati. Il modo in cui il genere viene concepito e percepito in una determinata società è quindi veicolato anche dal linguaggio, sotto forma di genere grammaticale. Queste premesse hanno permesso di illustrare la capacità che la lingua ha nell'influire sulla definizione di 'maschile' e 'femminile', e di incoraggiare o scoraggiare le disuguaglianze di genere della nostra cultura. Un uso sessista della lingua può infatti rafforzare discriminazioni già presenti nel contesto sociale. A partire dagli ultimi decenni del Novecento si sviluppano quindi numerose ipotesi per un uso non sessista della lingua, che incontrano resistenze più o meno forti da parte della comunità dei parlanti. In Italia, le prime proposte di questo tipo sono quelle di Alma Sabatini, le 'Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana', pubblicate nel 1986. Un altro importante insieme di proposte per quanto riguarda la lingua italiana, in particolare nel contesto amministrativo, è costituito dalle 'Linee guida per l'uso del genere nel linguaggio amministrativo' elaborate nel 2012 da Cecilia Robustelli. Nel terzo capitolo ho quindi analizzato i due testi sopracitati, evidenziando le caratteristiche più interessanti e riportando commenti e critiche di altri studiosi e studiose. Gli utilizzi e le conformazioni della lingua affrontati da Sabatini, con relative proposte di utilizzi e cambiamenti non sessisti, sono il maschile neutro, l'uso dissimmetrico di nomi, cognomi e titoli, e gli agentivi. I temi affrontati da Robustelli sono complessivamente gli stessi, ma in particolare applicati al linguaggio dell'amministrazione. Partendo dalle linee guida di Cecilia Robustelli, ho approfondito nell'ultimo capitolo tre testi nell'ambito del linguaggio di genere in campo amministrativo: le 'Linee Guida per un utilizzo non discriminatorio del linguaggio in base al genere nell'attività amministrativa' della Città di Torino (2017), 'Un approccio di genere al linguaggio amministrativo' dell'Università degli Studi di Torino (2015) e le 'Linee guida per l'uso del genere nel linguaggio amministrativo del MIUR' (2018). Ho quindi analizzato come i suggerimenti espressi da Alma Sabatini nel 1986 e da Cecilia Robustelli nel 2012 sono stati messi in pratica, confutati o tralasciati, nelle tre opere.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
798530_tesigiuliascabin.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 741.65 kB
Formato Adobe PDF
741.65 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/94348