Le apparizioni sono sempre state presenti nella storia della Chiesa, e si sono connotate prevalentemente come mariofanie a partire dal Medioevo, svolgendo Maria un ruolo speciale nell'esperienza religiosa cristiana. La posizione della Chiesa sulle apparizioni non è tuttavia sempre stata lineare, alternando momenti di maggiore apertura ad altri di chiusura, e nei vari contesti storici le apparizioni sono state un mezzo per veicolare messaggi differenti. Apparizioni, sogni, visioni ma anche semplici ritrovamenti di immagini sacre della Madonna associate a guarigioni o altri fatti miracolosi sono spesso all'origine della fondazione dei santuari, luoghi di spiritualità ed aggregazione in cui si esprime in modo particolare la devozione popolare. Così avviene anche per la fondazione dei santuari della provincia di Cuneo dal Medioevo all'inizio del Novecento. In questo elaborato porremo particolare attenzione alla vicenda molto controversa di una presunta apparizione, svoltasi negli anni venti del XX secolo nel comune di Dogliani, in provincia di Cuneo, paese di 6.000 abitanti della zona chiamata ¿Alta Langa¿ del Piemonte sud occidentale. Qui, il 27 giugno 1925, si staccarono improvvisamente dalla roccia a picco sulla strada provinciale alcuni grossi blocchi di tufo. In alto, al centro di una nicchia naturale formatasi dopo la frana, apparve una figura bianca molto simile ad una statua della Madonna. Era quasi sicuramente una incrostazione geologica salnitrosa, ma per gli abitanti del luogo non vi erano dubbi: si trattava di una ¿apparizione miracolosa¿. Le prime a scorgere questo presunto segno miracoloso furono due pastorelle della frazione di Pianezzo, e ben presto il fatto fece accorrere in questo luogo, nel giro di poche settimane, decine di migliaia di visitatori. Dopo poco iniziarono a registrarsi le prime guarigioni, poi sempre più numerose furono le grazie ricevute. Fin da subito venne eretto un pilone, punto di riferimento delle migliaia di visitatori, e si costituì un apposito comitato cittadino, con il compito di amministrare le donazioni e progettare la costruzione di un santuario. Ma il progetto incontrò la ferma opposizione della curia vescovile di Mondovì e, nonostante l'impegno dei suoi promotori, era destinato a fallire contro le decisioni di una commissione ecclesiastica diocesana appositamente costituita. La vicenda si protrasse per oltre un decennio e a sua testimonianza rimane un abbozzo di santuario mai portato a conclusione. Ancora oggi la gente del luogo vi si reca a pregare, i turisti di passaggio sono attratti da quei ruderi addossati alla parete rocciosa, e dentro una piccola nicchia in mattoni è possibile scorgere un affresco sbiadito dagli agenti atmosferici raffigurante una Madonna incoronata con in braccio il Bambino Gesù.

Un'apparizione controversa negli anni Venti del Novecento: la Madonna della Rocca di Dogliani

DANIELE, NICOLO'
2017/2018

Abstract

Le apparizioni sono sempre state presenti nella storia della Chiesa, e si sono connotate prevalentemente come mariofanie a partire dal Medioevo, svolgendo Maria un ruolo speciale nell'esperienza religiosa cristiana. La posizione della Chiesa sulle apparizioni non è tuttavia sempre stata lineare, alternando momenti di maggiore apertura ad altri di chiusura, e nei vari contesti storici le apparizioni sono state un mezzo per veicolare messaggi differenti. Apparizioni, sogni, visioni ma anche semplici ritrovamenti di immagini sacre della Madonna associate a guarigioni o altri fatti miracolosi sono spesso all'origine della fondazione dei santuari, luoghi di spiritualità ed aggregazione in cui si esprime in modo particolare la devozione popolare. Così avviene anche per la fondazione dei santuari della provincia di Cuneo dal Medioevo all'inizio del Novecento. In questo elaborato porremo particolare attenzione alla vicenda molto controversa di una presunta apparizione, svoltasi negli anni venti del XX secolo nel comune di Dogliani, in provincia di Cuneo, paese di 6.000 abitanti della zona chiamata ¿Alta Langa¿ del Piemonte sud occidentale. Qui, il 27 giugno 1925, si staccarono improvvisamente dalla roccia a picco sulla strada provinciale alcuni grossi blocchi di tufo. In alto, al centro di una nicchia naturale formatasi dopo la frana, apparve una figura bianca molto simile ad una statua della Madonna. Era quasi sicuramente una incrostazione geologica salnitrosa, ma per gli abitanti del luogo non vi erano dubbi: si trattava di una ¿apparizione miracolosa¿. Le prime a scorgere questo presunto segno miracoloso furono due pastorelle della frazione di Pianezzo, e ben presto il fatto fece accorrere in questo luogo, nel giro di poche settimane, decine di migliaia di visitatori. Dopo poco iniziarono a registrarsi le prime guarigioni, poi sempre più numerose furono le grazie ricevute. Fin da subito venne eretto un pilone, punto di riferimento delle migliaia di visitatori, e si costituì un apposito comitato cittadino, con il compito di amministrare le donazioni e progettare la costruzione di un santuario. Ma il progetto incontrò la ferma opposizione della curia vescovile di Mondovì e, nonostante l'impegno dei suoi promotori, era destinato a fallire contro le decisioni di una commissione ecclesiastica diocesana appositamente costituita. La vicenda si protrasse per oltre un decennio e a sua testimonianza rimane un abbozzo di santuario mai portato a conclusione. Ancora oggi la gente del luogo vi si reca a pregare, i turisti di passaggio sono attratti da quei ruderi addossati alla parete rocciosa, e dentro una piccola nicchia in mattoni è possibile scorgere un affresco sbiadito dagli agenti atmosferici raffigurante una Madonna incoronata con in braccio il Bambino Gesù.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/94283