Oggetto della mia tesi è il concetto di abitare e di spazio abitativo, affrontato partendo dal presupposto che lo spazio vissuto sia un prodotto pregno di significati, frutto di un progressivo percorso di radicamento soggettivo. Tra l'uomo e lo spazio fisico si instaura infatti una relazione di coappartenenza e una comunicazione che diviene fortemente significativa nella casa (nel senso inglese di home) luogo imprescindibile dell'esistenza umana. Nel primo capitolo mi sono proposta di esaminare il concetto di casa come spazio antropologico, luogo dell'uomo. Si passerà quindi in rassegna una serie di teorie relative all'abitare per delineare un quadro teorico secondo una prospettiva interdisciplinare, prendendo in considerazione diversi punti di vista:antropologico, filosofico, geografico. In seguito nel secondo capitolo si applicherà tale concetto al contesto della realtà torinese dell'Ex-Moi, insediamento informale occupato da rifugiati e da richiedenti asilo. L'¿Ex-Moi¿ è sito nell'area del Villaggio Olimpico in via Giordano Bruno ed ospita in quattro palazzine di sei piani circa 1200 persone. Tale abitato è stato definito da Medici Senza Frontiere, nel documento Fuori Campo pubblicato nel 2016, il più grande insediamento informale della città di Torino e di tutto il territorio nazionale. Nel terzo capitolo la dissertazione si concentra sul percorso di ricerca che ho svolto all'interno di alcune stanze e alcuni spazi comuni delle palazzine occupate. Utilizzando una metodologia basata sull'osservazione partecipante e su interviste semi strutturate ho tentato di rispondere a domande sul radicamento, sulla rappresentazione spaziale e su come si vive a ¿Casa Moi¿. Stante alla situazione attuale di sgombero imminente, una parte rilevante del lavoro si focalizza sul concetto di abbandono forzato della casa e sul clima di tensione indotto dal progetto, iniziato a marzo 2017, chiamato ¿L'iniziativa MOI ¿ Migranti un'Opportunità d'Inclusione¿.

Casa Moi, abitare nell'insediamento informale dell'Ex-Moi

SCHIAVONE, BENEDETTA
2016/2017

Abstract

Oggetto della mia tesi è il concetto di abitare e di spazio abitativo, affrontato partendo dal presupposto che lo spazio vissuto sia un prodotto pregno di significati, frutto di un progressivo percorso di radicamento soggettivo. Tra l'uomo e lo spazio fisico si instaura infatti una relazione di coappartenenza e una comunicazione che diviene fortemente significativa nella casa (nel senso inglese di home) luogo imprescindibile dell'esistenza umana. Nel primo capitolo mi sono proposta di esaminare il concetto di casa come spazio antropologico, luogo dell'uomo. Si passerà quindi in rassegna una serie di teorie relative all'abitare per delineare un quadro teorico secondo una prospettiva interdisciplinare, prendendo in considerazione diversi punti di vista:antropologico, filosofico, geografico. In seguito nel secondo capitolo si applicherà tale concetto al contesto della realtà torinese dell'Ex-Moi, insediamento informale occupato da rifugiati e da richiedenti asilo. L'¿Ex-Moi¿ è sito nell'area del Villaggio Olimpico in via Giordano Bruno ed ospita in quattro palazzine di sei piani circa 1200 persone. Tale abitato è stato definito da Medici Senza Frontiere, nel documento Fuori Campo pubblicato nel 2016, il più grande insediamento informale della città di Torino e di tutto il territorio nazionale. Nel terzo capitolo la dissertazione si concentra sul percorso di ricerca che ho svolto all'interno di alcune stanze e alcuni spazi comuni delle palazzine occupate. Utilizzando una metodologia basata sull'osservazione partecipante e su interviste semi strutturate ho tentato di rispondere a domande sul radicamento, sulla rappresentazione spaziale e su come si vive a ¿Casa Moi¿. Stante alla situazione attuale di sgombero imminente, una parte rilevante del lavoro si focalizza sul concetto di abbandono forzato della casa e sul clima di tensione indotto dal progetto, iniziato a marzo 2017, chiamato ¿L'iniziativa MOI ¿ Migranti un'Opportunità d'Inclusione¿.
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