La criminalità non è sicuramente un fatto recente, essa è un fenomeno sociale e culturale, radicato nel modo in cui storicamente sono costruite le identità e le asimmetrie di potere tra le persone, rimanda a un universo culturale e a un modello condiviso di costruzione delle relazioni e dei ruoli di genere. Essa può essere, difatti, letta come uno strumento di regolazione sociale. È necessario, pertanto, indagare le radici della criminalità perché esse non risiedono nei problemi psicologici individuali della persona deviante o nelle caratteristiche ¿naturali¿ e ¿innate¿ del soggetto, ma nei modelli sociali e nell'ordine di genere iscritti nelle istituzioni e riprodotti nella vita quotidiana. Si evince quanto la variabile genere sia importante nel concetto di criminalità, per questo motivo questa ricerca, condotta all'interno dell'UIEPE di Torino, si pone due obiettivi: il primo concerne la volontà di comprendere come e quanto siano presenti pregiudizi e stereotipi negli Assistenti Sociali rispetto al genere del reo, determinati dal processo di socializzazione al genere, il quale struttura il contesto culturale in cui questi professionisti vivono e lavorano e in cui avviene la commissione del reato. Il secondo, invece, concerne la volontà di conoscere le donne in carico al Servizio, ossia la loro nazionalità, il tipo di reato commesso, la pena a loro assegnata e l'eventuale misura alternativa richiesta. Si è ritenuto importante, pertanto, effettuare una duplice ricerca empirica, la quale presenta come matrice comune la socializzazione al genere. Per raggiungere tali obiettivi sono stati elaborati due campioni di ricerca: uno concernente l'opinione degli Assistenti Sociali dell'UIEPE di Torino. Il secondo campione, invece, ha interessato la popolazione femminile, sia detenuta con una condanna definitiva sia le donne che dallo stato di libertà hanno, poi, avuto accesso a una misura alternativa o hanno visto il rigetto della stessa. Inoltre, sono state scelte due differenti metodologie, per quanto concerne il primo obiettivo è stato utilizzato un approccio di tipo qualitativo attraverso l'elaborazione di un questionario anonimo sottoposto con la modalità online. Per quanto attiene, invece, il secondo obiettivo è stato utilizzato il programma AFIS, al fine di estrapolare singolarmente, attraverso una seconda lettura dei dati inseriti dal personale dell'Istituto Penitenziario, le informazioni inerenti alle donne detenute e/o imputate e la lettura delle cartelle sociali presenti all'UIEPE. Diviene fondamentale comprendere in che modo sia possibile prevenire la criminalità: un primo passo fondamentale per prevenire e contrastare la criminalità concerne un cambiamento culturale e sociale, che permetta di valorizzare l'educazione. Questa ricerca non vuole offrire un'interpretazione univoca delle ragioni della criminalità, ma soltanto evidenziare come questa abbia radici molto profonde e pertanto richieda una riflessione sulla socializzazione, poiché è attraverso questo processo che l'individuo apprende le norme e i valori della società in cui vive.

Criminalità femminile: una ricerca sulle rappresentazioni dei ruoli di genere degli Assistenti Sociali dell'UIEPE di Torino

DIMATTIA, DENISE
2017/2018

Abstract

La criminalità non è sicuramente un fatto recente, essa è un fenomeno sociale e culturale, radicato nel modo in cui storicamente sono costruite le identità e le asimmetrie di potere tra le persone, rimanda a un universo culturale e a un modello condiviso di costruzione delle relazioni e dei ruoli di genere. Essa può essere, difatti, letta come uno strumento di regolazione sociale. È necessario, pertanto, indagare le radici della criminalità perché esse non risiedono nei problemi psicologici individuali della persona deviante o nelle caratteristiche ¿naturali¿ e ¿innate¿ del soggetto, ma nei modelli sociali e nell'ordine di genere iscritti nelle istituzioni e riprodotti nella vita quotidiana. Si evince quanto la variabile genere sia importante nel concetto di criminalità, per questo motivo questa ricerca, condotta all'interno dell'UIEPE di Torino, si pone due obiettivi: il primo concerne la volontà di comprendere come e quanto siano presenti pregiudizi e stereotipi negli Assistenti Sociali rispetto al genere del reo, determinati dal processo di socializzazione al genere, il quale struttura il contesto culturale in cui questi professionisti vivono e lavorano e in cui avviene la commissione del reato. Il secondo, invece, concerne la volontà di conoscere le donne in carico al Servizio, ossia la loro nazionalità, il tipo di reato commesso, la pena a loro assegnata e l'eventuale misura alternativa richiesta. Si è ritenuto importante, pertanto, effettuare una duplice ricerca empirica, la quale presenta come matrice comune la socializzazione al genere. Per raggiungere tali obiettivi sono stati elaborati due campioni di ricerca: uno concernente l'opinione degli Assistenti Sociali dell'UIEPE di Torino. Il secondo campione, invece, ha interessato la popolazione femminile, sia detenuta con una condanna definitiva sia le donne che dallo stato di libertà hanno, poi, avuto accesso a una misura alternativa o hanno visto il rigetto della stessa. Inoltre, sono state scelte due differenti metodologie, per quanto concerne il primo obiettivo è stato utilizzato un approccio di tipo qualitativo attraverso l'elaborazione di un questionario anonimo sottoposto con la modalità online. Per quanto attiene, invece, il secondo obiettivo è stato utilizzato il programma AFIS, al fine di estrapolare singolarmente, attraverso una seconda lettura dei dati inseriti dal personale dell'Istituto Penitenziario, le informazioni inerenti alle donne detenute e/o imputate e la lettura delle cartelle sociali presenti all'UIEPE. Diviene fondamentale comprendere in che modo sia possibile prevenire la criminalità: un primo passo fondamentale per prevenire e contrastare la criminalità concerne un cambiamento culturale e sociale, che permetta di valorizzare l'educazione. Questa ricerca non vuole offrire un'interpretazione univoca delle ragioni della criminalità, ma soltanto evidenziare come questa abbia radici molto profonde e pertanto richieda una riflessione sulla socializzazione, poiché è attraverso questo processo che l'individuo apprende le norme e i valori della società in cui vive.
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