L'adolescenza inizia, convenzionalmente, con la pubertà, la quale ha una manifestazione diversificata per ogni individuo, infatti oscilla tra i nove-dieci anni ed i tredici-quattordici anni (Roggero, Rabaglietti e Ciariano, 2008). Il periodo adolescenziale è fortemente caratterizzato dal cambiamento su numerosi aspetti, quali quello biologico, cognitivo, sociale e affettivo (Roggero, Rabaglietti e Ciariano, 2008). Nello sviluppo personale degli adolescenti, le attività coi coetanei e i contesti sociali svolgono un ruolo fondamentale, in quanto rappresentano una possibilità significativa di pianificare e gestire un progetto di realizzazione personale, sono come delle sfide (Ciariano, 2008). Una fra queste importanti attività è la pratica di un'attività sportiva. Infatti la pratica regolare di attività fisica, a qualsiasi età, è fondamentale per essere in buona salute. Le persone attive beneficiano di livelli di salute più alti e sono a minor rischio di sviluppare condizioni patologiche invalidanti rispetto alle persone inattive. Altresì i benefici dell'attività motoria non solo soltanto relativi alla salute fisica ma hanno risolti anche sulla componente mentale (Eime, 2013). Il motore scatenante che induce e sprona le persone a praticare sport, di squadra o individuale che sia, è la motivazione, ovvero l'unione di tutti i fattori che permettono a una data persona di mettere in atto dei comportamenti finalizzati e volti al raggiungimento di un obiettivo (Ferrari e Penati, 2013). Numerose attitudini positive, quali la consapevolezza delle proprie potenzialità, l'autonomia, la capacità di collaborazione con gli altri, la capacità di superare e affrontare i problemi, possono essere sviluppate e migliorate tramite la pratica di uno sport. Ma queste importanti possibilità educative che ha lo sport, sono raggiungibili solo tramite la corretta guida di figure adulte significative, come genitori, tecnici e dirigenti, i quali gestiscono lo sport giovanile (Bortoli e Robazza, 1995). Infatti un aspetto fondamentale, nell'ambito della pratica di attività sportiva è la figura dell'allenatore, egli ha la sua possibilità di mantenere alta e favorire la motivazione alla partecipazione sportiva, infatti con i suoi atteggiamenti può stimolare l'entusiasmo dei ragazzi e favorire lo sviluppo di nuove competenze (Bortoli e Robazza, 1995). La tesi di ricerca intende indagare in un campione di giovani atlete il livello di piacere nella pratica di attività fisica. In relazione a questa variabile si intende valutare se vi sono differenza significative tra la pratica di uno sport individuale e la pratica di uno sport di squadra.

adolescenti in movimento: uno studio dimensionale in giovani atlete

GRASSO, RACHELE
2017/2018

Abstract

L'adolescenza inizia, convenzionalmente, con la pubertà, la quale ha una manifestazione diversificata per ogni individuo, infatti oscilla tra i nove-dieci anni ed i tredici-quattordici anni (Roggero, Rabaglietti e Ciariano, 2008). Il periodo adolescenziale è fortemente caratterizzato dal cambiamento su numerosi aspetti, quali quello biologico, cognitivo, sociale e affettivo (Roggero, Rabaglietti e Ciariano, 2008). Nello sviluppo personale degli adolescenti, le attività coi coetanei e i contesti sociali svolgono un ruolo fondamentale, in quanto rappresentano una possibilità significativa di pianificare e gestire un progetto di realizzazione personale, sono come delle sfide (Ciariano, 2008). Una fra queste importanti attività è la pratica di un'attività sportiva. Infatti la pratica regolare di attività fisica, a qualsiasi età, è fondamentale per essere in buona salute. Le persone attive beneficiano di livelli di salute più alti e sono a minor rischio di sviluppare condizioni patologiche invalidanti rispetto alle persone inattive. Altresì i benefici dell'attività motoria non solo soltanto relativi alla salute fisica ma hanno risolti anche sulla componente mentale (Eime, 2013). Il motore scatenante che induce e sprona le persone a praticare sport, di squadra o individuale che sia, è la motivazione, ovvero l'unione di tutti i fattori che permettono a una data persona di mettere in atto dei comportamenti finalizzati e volti al raggiungimento di un obiettivo (Ferrari e Penati, 2013). Numerose attitudini positive, quali la consapevolezza delle proprie potenzialità, l'autonomia, la capacità di collaborazione con gli altri, la capacità di superare e affrontare i problemi, possono essere sviluppate e migliorate tramite la pratica di uno sport. Ma queste importanti possibilità educative che ha lo sport, sono raggiungibili solo tramite la corretta guida di figure adulte significative, come genitori, tecnici e dirigenti, i quali gestiscono lo sport giovanile (Bortoli e Robazza, 1995). Infatti un aspetto fondamentale, nell'ambito della pratica di attività sportiva è la figura dell'allenatore, egli ha la sua possibilità di mantenere alta e favorire la motivazione alla partecipazione sportiva, infatti con i suoi atteggiamenti può stimolare l'entusiasmo dei ragazzi e favorire lo sviluppo di nuove competenze (Bortoli e Robazza, 1995). La tesi di ricerca intende indagare in un campione di giovani atlete il livello di piacere nella pratica di attività fisica. In relazione a questa variabile si intende valutare se vi sono differenza significative tra la pratica di uno sport individuale e la pratica di uno sport di squadra.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/94070