Questa tesi di ricerca ha voluto mettere in evidenza l'importanza dei singoli individui, cercando di comprendere le cause e le motivazioni che portano a mettere in atto comportamenti controproducenti (CWB) all'interno di contesti organizzativi e analizzando due aspetti rilevanti che caratterizzano la vita lavorativa del singolo: lo sforzo soggettivo (effort) richiesto da una certa performance e le forme di ricompensa (reward) ottenute in seguito alla prestazione. Le due ipotesi di ricerca relative alla prima somministrazione hanno voluto verificare se effort e reward siano in grado di attuare una moderazione rispetto alla relazione che intercorre tra comportamento intenzionale (BI) e comportamento vero e proprio (CWB). Le tre ipotesi di ricerca relative alla seconda somministrazione, invece, hanno voluto verificare se vi è stato un incremento delle rewards nel tempo 1 e che le stesse possano in qualche modo aver influenzato positivamente e modificato, avendo quindi un effetto di moderazione, la relazione tra l'intenzione comportamentale di un soggetto al tempo 0 e il comportamento controproducente vero e proprio (CWB) al tempo 1. Lo studio ha cercato, infine, di analizzare la differenza tra i comportamenti rilevati nelle due somministrazioni. Dai risultati è emerso che l'Ipotesi 1 non è stata confermata, mentre l'Ipotesi 2 sì, dal momento che solo la ricompensa attua un effetto di moderazione, con correlazione quindi negativa e significativa nella relazione tra intenzione comportamentale e comportamento controproducente vero e proprio (CWB). Le ipotesi di ricerca relative alla seconda somministrazione non sono state confermate. Anche se vi è una differenza significativa tra il livello di ricompensa percepito prima e dopo l'intervento di sensibilizzazione, dato il valore dell'analisi l'ipotesi di partenza è verosimile. La medesima situazione è stata riscontrata anche per la quarta ipotesi, dal momento che non vi è una differenza significativa per il comportamento tra la prima e la seconda misurazione. Infine, relativamente alla quinta ipotesi, si può sostenere che la ricompensa (reward) non attua un effetto di moderazione negativo nella relazione tra intenzione comportamentale (BI_t0) e comportamento controproducente vero e proprio (CWB_t1), a differenza della prima somministrazione.
Comportamenti controproducenti: il ruolo degli sforzi e delle ricompense attraverso uno studio longitudinale basato su un intervento di sensibilizzazione
BIANCO, SILVIA
2017/2018
Abstract
Questa tesi di ricerca ha voluto mettere in evidenza l'importanza dei singoli individui, cercando di comprendere le cause e le motivazioni che portano a mettere in atto comportamenti controproducenti (CWB) all'interno di contesti organizzativi e analizzando due aspetti rilevanti che caratterizzano la vita lavorativa del singolo: lo sforzo soggettivo (effort) richiesto da una certa performance e le forme di ricompensa (reward) ottenute in seguito alla prestazione. Le due ipotesi di ricerca relative alla prima somministrazione hanno voluto verificare se effort e reward siano in grado di attuare una moderazione rispetto alla relazione che intercorre tra comportamento intenzionale (BI) e comportamento vero e proprio (CWB). Le tre ipotesi di ricerca relative alla seconda somministrazione, invece, hanno voluto verificare se vi è stato un incremento delle rewards nel tempo 1 e che le stesse possano in qualche modo aver influenzato positivamente e modificato, avendo quindi un effetto di moderazione, la relazione tra l'intenzione comportamentale di un soggetto al tempo 0 e il comportamento controproducente vero e proprio (CWB) al tempo 1. Lo studio ha cercato, infine, di analizzare la differenza tra i comportamenti rilevati nelle due somministrazioni. Dai risultati è emerso che l'Ipotesi 1 non è stata confermata, mentre l'Ipotesi 2 sì, dal momento che solo la ricompensa attua un effetto di moderazione, con correlazione quindi negativa e significativa nella relazione tra intenzione comportamentale e comportamento controproducente vero e proprio (CWB). Le ipotesi di ricerca relative alla seconda somministrazione non sono state confermate. Anche se vi è una differenza significativa tra il livello di ricompensa percepito prima e dopo l'intervento di sensibilizzazione, dato il valore dell'analisi l'ipotesi di partenza è verosimile. La medesima situazione è stata riscontrata anche per la quarta ipotesi, dal momento che non vi è una differenza significativa per il comportamento tra la prima e la seconda misurazione. Infine, relativamente alla quinta ipotesi, si può sostenere che la ricompensa (reward) non attua un effetto di moderazione negativo nella relazione tra intenzione comportamentale (BI_t0) e comportamento controproducente vero e proprio (CWB_t1), a differenza della prima somministrazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/94032