Il paziente ricoverato in una Terapia Intensiva è spesso un paziente definito ¿critico¿; esso presenta gravi compromissioni di uno o più organi o apparati, necessita del supporto delle funzioni vitali e di una terapia medica avanzata. La necessità di un'assistenza aggiuntiva non erogabile nella Terapia Intensiva ove il paziente è ricoverato, determina la necessità di trasportare tali pazienti sia all'interno dello stesso Ospedale per espletare ad esempio indagini diagnostiche o interventi chirurgici sia verso altri ospedali con competenza specialistica. La decisione di trasportare un paziente in condizioni critiche, all'interno di un ospedale o di un'altra struttura, si basa sulla valutazione dei potenziali benefici del trasporto rispetto ai potenziali rischi. Il trasporto di questa determinata categoria di pazienti, sia all'interno che all'esterno dell'ospedale, è infatti un momento particolarmente complesso proprio perché il paziente critico sottoposto a trasporto è esposto ad un certo grado di rischio, identificabile come un ulteriore peggioramento delle condizioni cliniche con outcome sfavorevole E' importante minimizzare i rischi potenziali organizzando in modo accurato il trasferimento, preparando clinicamente il paziente e programmando l'accompagnamento con personale sanitario qualificato che abbia a disposizione un adeguato equipaggiamento tecnico. Presso la Terapia Intensiva Cardiochirurgica dell'Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo sono stati esaminati i casi di 8 pazienti che nel periodo 2010-2017 sono stati sottoposti a circolazione extracorporea e successivamente trasportati all'interno dell'ospedale stesso o verso altro centro. Nel caso specifico della realtà cuneese la decisione di posizionare un'assistenza extracorporea viene condivisa anche con il centro di Torino di riferimento Ospedale San Giovanni Battista ¿ Le Molinette dove successivamente il paziente può essere trasportato per competenza. La stesura di un protocollo operativo, obiettivo dello studio, si propone quindi di aiutare le figure professionali coinvolte nel trasporto del paziente in ECMO a riconoscere e trattare le situazioni a rischio con la valutazione primaria ABCDE adattata al paziente sottoposto a supporto ECMO veno-arterioso e di prevenire per quanto possibile gli eventi avversi che possono verificarsi durante il trasporto.
Il trasporto protetto del paziente in ECMO: analisi delle problematiche e proposta di un protocollo operativo per il trasporto da centro Spoke vs centro Hub
COSTAMAGNA, FULVIO
2016/2017
Abstract
Il paziente ricoverato in una Terapia Intensiva è spesso un paziente definito ¿critico¿; esso presenta gravi compromissioni di uno o più organi o apparati, necessita del supporto delle funzioni vitali e di una terapia medica avanzata. La necessità di un'assistenza aggiuntiva non erogabile nella Terapia Intensiva ove il paziente è ricoverato, determina la necessità di trasportare tali pazienti sia all'interno dello stesso Ospedale per espletare ad esempio indagini diagnostiche o interventi chirurgici sia verso altri ospedali con competenza specialistica. La decisione di trasportare un paziente in condizioni critiche, all'interno di un ospedale o di un'altra struttura, si basa sulla valutazione dei potenziali benefici del trasporto rispetto ai potenziali rischi. Il trasporto di questa determinata categoria di pazienti, sia all'interno che all'esterno dell'ospedale, è infatti un momento particolarmente complesso proprio perché il paziente critico sottoposto a trasporto è esposto ad un certo grado di rischio, identificabile come un ulteriore peggioramento delle condizioni cliniche con outcome sfavorevole E' importante minimizzare i rischi potenziali organizzando in modo accurato il trasferimento, preparando clinicamente il paziente e programmando l'accompagnamento con personale sanitario qualificato che abbia a disposizione un adeguato equipaggiamento tecnico. Presso la Terapia Intensiva Cardiochirurgica dell'Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo sono stati esaminati i casi di 8 pazienti che nel periodo 2010-2017 sono stati sottoposti a circolazione extracorporea e successivamente trasportati all'interno dell'ospedale stesso o verso altro centro. Nel caso specifico della realtà cuneese la decisione di posizionare un'assistenza extracorporea viene condivisa anche con il centro di Torino di riferimento Ospedale San Giovanni Battista ¿ Le Molinette dove successivamente il paziente può essere trasportato per competenza. La stesura di un protocollo operativo, obiettivo dello studio, si propone quindi di aiutare le figure professionali coinvolte nel trasporto del paziente in ECMO a riconoscere e trattare le situazioni a rischio con la valutazione primaria ABCDE adattata al paziente sottoposto a supporto ECMO veno-arterioso e di prevenire per quanto possibile gli eventi avversi che possono verificarsi durante il trasporto.File | Dimensione | Formato | |
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