Background: The importance of non-motor symptoms of Parkinson's disease (PD) has been examined particularly during the last two decades, with increasing evidence that they represent one of the main elements of disability in patients. Among the non-motor symptoms, dysautonomic disorders represent a very frequent condition, especially those related to the cardiovascular domain (orthostatic hypotension -OH- and supine hypertension -SH). In particular, OH has also been taken into account as a negative prognostic factors for the evolution of the clinical picture of PD, and in particular for the development of important disabling symptoms such as cognitive impairment. Our study aims to prospectively analyze the contribution of OH in the development of dementia, disability milestones, mortality, impairment of the activities of daily living (ADL) and of quality of life (QoL) in PD patients. Materials and methods: The study was conducted with a prospective design, through the evaluation of a sample of PD patients divided into two groups based on the presence of OH (OH+ vs. OH-). Both groups were characterized by a clinical assessment and the use of specific questionnaires. The whole sample was re-evaluated after 5 years of follow-up, through the repetition of the following scales: MDS-UPDRS I, II, IV; NMSS; OHSA, OHDAS, OHQ; SCOPA-AUT; PDQ-8; MoCA Results: Out of the 65 patients assessed at baseline, 59 were re-evaluated (n=6 lost at follow-up). Nine patients died, so a total of 50 patients was re-evaluated. Eighty percent of patients with OH at baseline showed cognitive impairment at 5 years, against 23.5% of OH- patients (p=0.002); the increased risk of dementia among OH+ patients, corrected for age and disease duration, was almost 10-fold higher (OR=9.867; p=0.015); this observation was also confirmed when correcting for the presence of other dysautonomic symptoms (OR=10.109; p=0.023). Regarding the other disability milestones, the presence of OH was associated with an 8-fold higher risk of falls (OR=8.266; p=0.005), while the other disability milestones (dysphagia, dysarthria, postural instability) did not show a statistically significant difference. Although the OH+ group presented with a doubled mortality rate when compared with the OH- group (23.5% vs. 11.9%), this difference was not statistically significant (p=0.295). Finally, OH was independently associated with a higher impairment of ADL (p=0.045) and QoL (p=0.041). Conclusions: Our study demonstrates, with a prospective design, a significant association between OH and dementia development in PD. This association seems to be "causal", and it highlights how OH represents an independent and critical factor in the pathogenetic process leading to the cognitive impairment. This observation is demonstrated by the fact that the association remains statistically significant even after correcting for age, disease duration and for the presence of the other dysautonomic symptoms. Our results add strong scientific evidence at the current theories on the correlation between OH and cognitive impairment ("causal" vs. "associative/phenotypic" hypothesis). Similarly, OH was found to be associated with an increased risk of falls, a decreased independence in ADL and a worse QoL, confirming by means of a prospective approach previous Literature data. Finally, OH was not found to be associated with an increased mortality, possibly due to the small sample size. Further prospective studies with larger sample size are needed to confirm these results.

Background: L’importanza dei sintomi non motori della malattia di Parkinson (MP) è stata valutata in particolare nel corso delle ultime due decadi, con sempre maggiori evidenze che essi rappresentino uno dei principali elementi di disabilità dei pazienti. Fra i sintomi non motori, i disturbi disautonomici rappresentano una condizione molto frequente, soprattutto quelli relativi al dominio cardiovascolare (ipotensione ortostatica -OH- e ipertensione supina -SH). Questi, e più precisamente OH, sono stati presi in considerazione anche quali fattori prognostici negativi per l’evoluzione del quadro clinico della MP, in particolare per la comparsa di importanti sintomi disabilitanti come il decadimento cognitivo. Il nostro studio mira ad un analizzare, in maniera prospettica, il contributo di OH nella comparsa di demenza, di milestones di disabilità, della mortalità, della compromissione delle attività della vita quotidiana (ADL) e della qualità di vita (QoL) nel paziente con MP. Materiali e Metodi: Lo studio è stato condotto con disegno prospettico, attraverso la valutazione di un campione di pazienti con MP diviso in due gruppi sulla base della presenza di OH (OH+ vs. OH-). Entrambi i gruppi sono stati caratterizzati tramite una visita clinica e la somministrazione di questionari specifici. L’intero campione è stato poi rivalutato a 5 anni attraverso la ripetizione delle seguenti scale di valutazione: MDS-UPDRS I, II, IV; NMSS; OHSA, OHDAS, OHQ; SCOPA-AUT; PDQ-8; MoCA. Risultati: Di 65 pazienti presenti al baseline ne sono stati rivalutati 59 (n=6 persi al follow-up). Altri 9 sono deceduti, per cui sono stati rivalutati in totale 50 pazienti. L’80% dei pazienti OH+ al baseline mostrava un decadimento cognitivo a 5 anni, contro il 23.5% dei pazienti OH- (p=0.002); l’aumento del rischio di demenza tra i pazienti OH+, corretto per età e durata di malattia, è risultato essere quasi 10 volte superiore (OR=9.867; p=0.015); tale osservazione si è confermata anche correggendo per la presenza di altri sintomi disautonomici (OR=10.109; p=0.023). Fra gli altri milestones di disabilità, la presenza di OH si è associata ad un rischio 8 volte superiore di cadute (OR=8.266; p=0.005), mentre gli altri milestones di disabilità (disfagia, disartria, instabilità posturale) non hanno mostrato una differenza statisticamente significativa. Nonostante il gruppo OH+ abbia registrato un tasso di mortalità doppio rispetto al gruppo OH- (23.5% vs. 19.9%), questa differenza non è risultata statisticamente significativa (p=0.295). Infine, OH è risultata indipendentemente associata ad una maggior compromissione delle ADL (p=0.045) e della QoL (p=0.041). Conclusioni: Il nostro studio dimostra, con disegno prospettico, una significativa associazione tra OH e sviluppo di demenza nella MP. Tale associazione sembrerebbe di tipo “causale”, evidenziando come OH rappresenti un fattore indipendente e determinate nel processo patogenetico che porta alla comparsa del decadimento cognitivo. Questa osservazione è resa evidente dal fatto che tale associazione permanga significativa indipendentemente dall’età del paziente, dalla durata della malattia e soprattutto dalla presenza degli altri sintomi disautonomici. Tale dato aggiunge una forte evidenza scientifica alle attuali teorie sulla correlazione fra OH e decadimento cognitivo (ipotesi “causale” vs. “associativa/fenotipica”). In modo analogo OH è risultata associata all’aumento del rischio di cadute, alla diminuzione dell’indipendenza nelle ADL e alla diminuzione della QoL, confermando con approccio prospettico i precedenti dati presenti in Letteratura. Infine, OH non è risultato essere associato ad un aumento di mortalità, forse a causa di una bassa numerosità campionaria. Ulteriori studi prospettici su larga scala sono auspicabili per confermare questi risultati.

Disautonomia cardiovascolare come fattore di rischio per demenza e milestones di disabilità nella malattia di Parkinson: studio prospettico a 5 anni.

DE STEFANO, ALBERTO MARIA
2020/2021

Abstract

Background: L’importanza dei sintomi non motori della malattia di Parkinson (MP) è stata valutata in particolare nel corso delle ultime due decadi, con sempre maggiori evidenze che essi rappresentino uno dei principali elementi di disabilità dei pazienti. Fra i sintomi non motori, i disturbi disautonomici rappresentano una condizione molto frequente, soprattutto quelli relativi al dominio cardiovascolare (ipotensione ortostatica -OH- e ipertensione supina -SH). Questi, e più precisamente OH, sono stati presi in considerazione anche quali fattori prognostici negativi per l’evoluzione del quadro clinico della MP, in particolare per la comparsa di importanti sintomi disabilitanti come il decadimento cognitivo. Il nostro studio mira ad un analizzare, in maniera prospettica, il contributo di OH nella comparsa di demenza, di milestones di disabilità, della mortalità, della compromissione delle attività della vita quotidiana (ADL) e della qualità di vita (QoL) nel paziente con MP. Materiali e Metodi: Lo studio è stato condotto con disegno prospettico, attraverso la valutazione di un campione di pazienti con MP diviso in due gruppi sulla base della presenza di OH (OH+ vs. OH-). Entrambi i gruppi sono stati caratterizzati tramite una visita clinica e la somministrazione di questionari specifici. L’intero campione è stato poi rivalutato a 5 anni attraverso la ripetizione delle seguenti scale di valutazione: MDS-UPDRS I, II, IV; NMSS; OHSA, OHDAS, OHQ; SCOPA-AUT; PDQ-8; MoCA. Risultati: Di 65 pazienti presenti al baseline ne sono stati rivalutati 59 (n=6 persi al follow-up). Altri 9 sono deceduti, per cui sono stati rivalutati in totale 50 pazienti. L’80% dei pazienti OH+ al baseline mostrava un decadimento cognitivo a 5 anni, contro il 23.5% dei pazienti OH- (p=0.002); l’aumento del rischio di demenza tra i pazienti OH+, corretto per età e durata di malattia, è risultato essere quasi 10 volte superiore (OR=9.867; p=0.015); tale osservazione si è confermata anche correggendo per la presenza di altri sintomi disautonomici (OR=10.109; p=0.023). Fra gli altri milestones di disabilità, la presenza di OH si è associata ad un rischio 8 volte superiore di cadute (OR=8.266; p=0.005), mentre gli altri milestones di disabilità (disfagia, disartria, instabilità posturale) non hanno mostrato una differenza statisticamente significativa. Nonostante il gruppo OH+ abbia registrato un tasso di mortalità doppio rispetto al gruppo OH- (23.5% vs. 19.9%), questa differenza non è risultata statisticamente significativa (p=0.295). Infine, OH è risultata indipendentemente associata ad una maggior compromissione delle ADL (p=0.045) e della QoL (p=0.041). Conclusioni: Il nostro studio dimostra, con disegno prospettico, una significativa associazione tra OH e sviluppo di demenza nella MP. Tale associazione sembrerebbe di tipo “causale”, evidenziando come OH rappresenti un fattore indipendente e determinate nel processo patogenetico che porta alla comparsa del decadimento cognitivo. Questa osservazione è resa evidente dal fatto che tale associazione permanga significativa indipendentemente dall’età del paziente, dalla durata della malattia e soprattutto dalla presenza degli altri sintomi disautonomici. Tale dato aggiunge una forte evidenza scientifica alle attuali teorie sulla correlazione fra OH e decadimento cognitivo (ipotesi “causale” vs. “associativa/fenotipica”). In modo analogo OH è risultata associata all’aumento del rischio di cadute, alla diminuzione dell’indipendenza nelle ADL e alla diminuzione della QoL, confermando con approccio prospettico i precedenti dati presenti in Letteratura. Infine, OH non è risultato essere associato ad un aumento di mortalità, forse a causa di una bassa numerosità campionaria. Ulteriori studi prospettici su larga scala sono auspicabili per confermare questi risultati.
Cardiovascular dysautonomia as risk factor for dementia and disability milestones in Parkinson's disease: a 5-year prospective study.
Background: The importance of non-motor symptoms of Parkinson's disease (PD) has been examined particularly during the last two decades, with increasing evidence that they represent one of the main elements of disability in patients. Among the non-motor symptoms, dysautonomic disorders represent a very frequent condition, especially those related to the cardiovascular domain (orthostatic hypotension -OH- and supine hypertension -SH). In particular, OH has also been taken into account as a negative prognostic factors for the evolution of the clinical picture of PD, and in particular for the development of important disabling symptoms such as cognitive impairment. Our study aims to prospectively analyze the contribution of OH in the development of dementia, disability milestones, mortality, impairment of the activities of daily living (ADL) and of quality of life (QoL) in PD patients. Materials and methods: The study was conducted with a prospective design, through the evaluation of a sample of PD patients divided into two groups based on the presence of OH (OH+ vs. OH-). Both groups were characterized by a clinical assessment and the use of specific questionnaires. The whole sample was re-evaluated after 5 years of follow-up, through the repetition of the following scales: MDS-UPDRS I, II, IV; NMSS; OHSA, OHDAS, OHQ; SCOPA-AUT; PDQ-8; MoCA Results: Out of the 65 patients assessed at baseline, 59 were re-evaluated (n=6 lost at follow-up). Nine patients died, so a total of 50 patients was re-evaluated. Eighty percent of patients with OH at baseline showed cognitive impairment at 5 years, against 23.5% of OH- patients (p=0.002); the increased risk of dementia among OH+ patients, corrected for age and disease duration, was almost 10-fold higher (OR=9.867; p=0.015); this observation was also confirmed when correcting for the presence of other dysautonomic symptoms (OR=10.109; p=0.023). Regarding the other disability milestones, the presence of OH was associated with an 8-fold higher risk of falls (OR=8.266; p=0.005), while the other disability milestones (dysphagia, dysarthria, postural instability) did not show a statistically significant difference. Although the OH+ group presented with a doubled mortality rate when compared with the OH- group (23.5% vs. 11.9%), this difference was not statistically significant (p=0.295). Finally, OH was independently associated with a higher impairment of ADL (p=0.045) and QoL (p=0.041). Conclusions: Our study demonstrates, with a prospective design, a significant association between OH and dementia development in PD. This association seems to be "causal", and it highlights how OH represents an independent and critical factor in the pathogenetic process leading to the cognitive impairment. This observation is demonstrated by the fact that the association remains statistically significant even after correcting for age, disease duration and for the presence of the other dysautonomic symptoms. Our results add strong scientific evidence at the current theories on the correlation between OH and cognitive impairment ("causal" vs. "associative/phenotypic" hypothesis). Similarly, OH was found to be associated with an increased risk of falls, a decreased independence in ADL and a worse QoL, confirming by means of a prospective approach previous Literature data. Finally, OH was not found to be associated with an increased mortality, possibly due to the small sample size. Further prospective studies with larger sample size are needed to confirm these results.
RAINERO, INNOCENZO
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