My work was aimed at assessing whether mindfulness meditation could play a role in pain management to support, in some way, the use of drugs. Several studies in recent years have dealt with how meditation modifies the structure and activities of different brain areas that interact with each other. With the use of neuroimaging techniques it has been shown that, as a result of experience, changes in the brain can occur at the structural, functional and neurochemical levels even in very short periods of time. Subsequent researches examined brain changes following the practice of minfulness in expert meditators and in subjects who had never practiced. The results show significant differences between the two groups in the cortical thickness of the anterior portion of the insula and of the sensory cortex, regions involved in the observation of internal and external physical sensations. The hypothesis that these modifications could also involve the experience of pain in the brain led to the production of works that study various aspects of the relationship between mindfulness and pain. The group of Zeidan and colleagues of the Wake Forest Baptist Center of North Carolina, after verifying that the practice of mindfulness contributed to weaken the feelings of physical pain, investigated with a particular study whether this analgesic action was due to a placebo effect or release of endogenous opioids. The results showed that the positive effect of meditation on the brain is due to the modification of a series of areas that shape the way the brain constructs the pain experience, reducing it to different levels of the process. In conclusion, my thesis holds that mindfulness meditation can have an antalgic value, further confirmed by a study evaluating the effect of the Mindfulness-based stress reduction (MBSR) protocol on the chronic low back pain of young and middle-aged patients. The results of this work indicate that MBSR can also be an effective therapeutic option for chronic lumbar pain.
Il mio lavoro si prefiggeva lo scopo di valutare se la meditazione di mindfulness potesse avere un ruolo nella gestione del dolore per affiancare, in qualche modo, l'uso dei farmaci. Diversi studi negli ultimi anni si sono occupati di come la meditazione modifichi la struttura e le attività di diverse aree cerebrali che interagiscono tra loro. Con l'utilizzo di tecniche di neuroimaging è stato dimostrato che, di conseguenza all'esperienza, nel cervello possono verificarsi cambiamenti a livello strutturale, funzionale e neurochimico anche in periodi di tempo molto brevi. Le ricerche successive hanno esaminato le modificazioni cerebrali a seguito della pratica di minfulness in meditatori esperti e in soggetti che non avevano mai praticato. I risultati mostrano differenze significative tra i due gruppi nello spessore corticale della porzione anteriore dell'insula e della corteccia sensoriale, regioni coinvolte nell'osservazione delle sensazioni fisiche interne e esterne. L'ipotesi che tali modificazioni potessero anche coinvolgere l'esperienza del dolore a livello cerebrale ha portato alla produzione di lavori che studiano vari aspetti del rapporto tra mindfulness e dolore. Il gruppo di Zeidan e colleghi del Wake Forest Baptist Center of North Carolina, dopo aver verificato che la pratica di mindfulness contribuiva ad affievolire le sensazioni di dolore fisico, ha indagato con uno studio particolare se questa azione analgesica fosse dovuta ad un effetto placebo o al rilascio di oppioidi endogeni. I risultati hanno evidenziato che l'effetto positivo della meditazione sul cervello è dovuto alla modificazione di una serie di aree che danno forma al modo in cui il cervello costruisce l'esperienza del dolore, riducendola a diversi livelli del processo. In conclusione la mia tesi sostiene che la meditazione di mindfulness può avere una valenza antalgica, confermata ulteriormente da uno studio che valuta l'effetto del protocollo MBSR (Minfulness-based stress reduction) sulla lombalgia cronica di pazienti giovani e di mezza età. I risultati di tale lavoro indicano che anche MBSR può essere un'opzione terapeutica efficace per il dolore cronico lombare.
Mindfulness e modulazione del dolore
ROTA, EMILIA
2017/2018
Abstract
Il mio lavoro si prefiggeva lo scopo di valutare se la meditazione di mindfulness potesse avere un ruolo nella gestione del dolore per affiancare, in qualche modo, l'uso dei farmaci. Diversi studi negli ultimi anni si sono occupati di come la meditazione modifichi la struttura e le attività di diverse aree cerebrali che interagiscono tra loro. Con l'utilizzo di tecniche di neuroimaging è stato dimostrato che, di conseguenza all'esperienza, nel cervello possono verificarsi cambiamenti a livello strutturale, funzionale e neurochimico anche in periodi di tempo molto brevi. Le ricerche successive hanno esaminato le modificazioni cerebrali a seguito della pratica di minfulness in meditatori esperti e in soggetti che non avevano mai praticato. I risultati mostrano differenze significative tra i due gruppi nello spessore corticale della porzione anteriore dell'insula e della corteccia sensoriale, regioni coinvolte nell'osservazione delle sensazioni fisiche interne e esterne. L'ipotesi che tali modificazioni potessero anche coinvolgere l'esperienza del dolore a livello cerebrale ha portato alla produzione di lavori che studiano vari aspetti del rapporto tra mindfulness e dolore. Il gruppo di Zeidan e colleghi del Wake Forest Baptist Center of North Carolina, dopo aver verificato che la pratica di mindfulness contribuiva ad affievolire le sensazioni di dolore fisico, ha indagato con uno studio particolare se questa azione analgesica fosse dovuta ad un effetto placebo o al rilascio di oppioidi endogeni. I risultati hanno evidenziato che l'effetto positivo della meditazione sul cervello è dovuto alla modificazione di una serie di aree che danno forma al modo in cui il cervello costruisce l'esperienza del dolore, riducendola a diversi livelli del processo. In conclusione la mia tesi sostiene che la meditazione di mindfulness può avere una valenza antalgica, confermata ulteriormente da uno studio che valuta l'effetto del protocollo MBSR (Minfulness-based stress reduction) sulla lombalgia cronica di pazienti giovani e di mezza età. I risultati di tale lavoro indicano che anche MBSR può essere un'opzione terapeutica efficace per il dolore cronico lombare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/93697